Una nuova grande tegola cade sul capo del generale Pprayuth e della giunta NCPO con la richiesta del generale di polizia Paween Pongsiri di asilo politico in Australia.
Il generale Paween Pongsiri si era distinto nella lotta al traffico dei profughi Rohingya nel meridione thailandese, dopo aver ricevuto ordine formale dalla giunta di liberare il paese dalla piaga del traffico di schiavitù nel giro di cinque mesi.
Aveva scoperto e represso una serie di campi di concentramento clandestini nella giungla del meridione thailandese ed in essi molte fosse comuni che si estendevano oltre il confine con la Malesia. Il tutto accadeva in un luogo altamente militarizzato per la presenza di un’insorgenza malay musulmana decennale, lungo le frontiere con Malesia e Birmania nel Mare delle Andamane, con un forte coinvolgimento delle comunità e politici locali.
152 erano i mandati di cattura emessi in una inchiesta che probabilmente era ancora agli inizi, ma che aveva già individuato un pezzo grosso delle forze armate thai, Manas Kongpaen.
Alla fine dei cinque mesi di inchiesta, il premio per il generale Paween Pongsiri è stato un trasferimento nella provincia di Yala, dove il traffico umano ha dei suoi centri più grossi e dove l’insorgenza colpisce regolarmente.
Il generale Paween immediatamente denunciò questo rischio e decise, per salvaguardare sé e la sua famiglia, di dimettersi dalla polizia e andare all’estero. Erano già tante le persone che avrebbero voluto probabilmente fargli la pelle.
Ora compare la notizia che il generale Paween Pongsiri ha chiesto asilo politico in Australia.
Traduciamo dal TheGuardian
“…. L’investigatore di polizia più anziano nel traffico di schiavi ricerca asilo politico in Australia, dicendo che teme per la sua vita poiché figure influenti nel governo thai, nella polizia e nei militari sono implicati nel traffico e vogliono ucciderlo.
Il generale Paween Pongsiri è giunto a Melborne qualche giorno fa con un visto turistico ed ha detto al programma delle 7.30 della ABC australiana che pensa di chiedere asilo.
Sarà molto imbarazzante per il governo thailandese che un investigatore di alto profilo della polizia fugga dal proprio paese e faccia accuse così gravi. I gruppi dei diritti umani hanno detto più volte che la nazione del Sud Est Asiatico ha chiuso un occhio sugli abusi delle persone nel traffico e che tanti ufficiali sono implicati nel traffico. La giunta militare thailandese nega queste affermazioni.
Paween che spera di ricevere asilo in Australia dice: “Ho lavorato nell’area del traffico per aiutare gli esseri umani che si trovavano nei guai. Non pensavo ad un beneficio personale ma ora sono io ad essere nei guai. Credo che ci debba essere uno spazio sicuro per me, qualcuno sulla terra che mi aiuti”….
A maggio 2015 la polizia thai scoprì oltre trenta fosse comuni in un campo abbandonato vicino la frontiera malese. Molti dei cadaveri riesumati si credono siano dei Rohingya, una minoranza birmana da tempo perseguitata che fugge su barche di fortuna giungendo in Thailandia per trovare una via e andare in Malesia. Altri erano richiedenti asilo e migranti dal Bangladesh….
Il generale Paween fu nominato per condurre le indagini su questa scoperta macabra, cosa che fu interpretata come un tentativo serio della Thailandia di trattare questa questione più seriamente. Il suo gruppo scoprì un vasto sindacato del traffico di schiavi ma dice che “dall’inizio” era sotto pressione per non perseguire i colpevoli con troppo entusiasmo.
Paween dice di aver seguito le prove. Finora ci sono 153 mandati di cattura legati al traffico. Lo scorso mese 88 persone sono apparse in tribunale tra le quali un generale presunto capo, altri ufficiali, politici del posto e uomini di affari.
“Tutti e 88 hanno lasciato le persone morire di fame, negando loro medicine per i malati, e nascondendo i corpi nei campi di montagna dve morivano” ha detto un giudice alla prima audizione in tribunale.
Paween, che è ufficiale di carriera, si è dimesso lo scorso mese dopo essere stato trasferito contro la sua volontà in una regione colpita dall’insorgenza nel profondo meridione thai. Dice che i trafficanti che voleva colpire sono molto attivi nella regione e che “la polizia anziana” della zona era coinvolta con il traffico. Ha detto ai superiori che temeva per la vita se fosse stato mandato là, ma le sue proteste sarebbero state ignorate.
Anche le indagini che conduceva furono terminante solo dopo cinque mesi nonostante le proteste di Paween che affermava che erano tutt’altro che terminate.
“Persone influenti nel traffico di schiavi” risponde Paween mediato da un interprete alla domanda su chi li avesse fermate le indagini. “Ci sono alcune persone malvagie nella polizia e nei militari che fanno queste cose. Sfortunatamente sono proprio quelli che hanno il potere.”
Paween non fa nomi degli alti gradi che dice complici nel commercio di schiavi, ma dice che i campi nella giungla avevano bisogno di uno sguardo influente dall’alto per restare aperti.
“Una persona che può detenere centinaia di persone senza essere arrestato per così tanti anni non può essere un cittadino ordinario”
Ci sono tanti altri ufficiali del governo da perseguire compresi quelli di alto grado. “Il trffico di schiavi è una grande rete che coinvolte tanti militari, politici e poliziotti. Mentre sopraintendevo al caso, ero sempre avvisato”.
Accusa anche “persone influenti per il trasferimento. “Nel mandarmi nel profondo meridione della Thailandia significa che vogliono uccidermi.”
Paween teme che i processi in arrivo saranno compromessi e che tanti di quelli accusati non saranno condannati. Doveva essere un testimone chiave ai processi e sa che tanti testimoni si sentiranno intimiditi dal testimoniare”
La richiesta di asilo politico di Paween avrà ripercussioni internazionali. La Thailandia è rimasta delusa dal declassamento di Washington alla categoria più bassa in un rapporto che valuta la volontà delle nazioni di combattere il traffico umano.
Phil Robertson di HRW definisce Paween Pongsiri un “investigatore onesto, sensato e di esperienza”.
“Evidentemente questa volta le sue indagini sono andate troppo vicino a qualche potentato. Non si esagera nel dire che è un caso fondamentale di impegno dei capi della Thailandia hanno preso per eradicare il traffico di schiavi”.
Paween dice di non sapere come il governo thai reagirà alla richiesta di asilo. Con una parlata calma e priva di emozioni dice di essere rattristato moltissimo per essere stato costretto a lasciare casa e non poter continuare nel proprio lavoro.
Comprende anche l’ironia di chi prova ad aiutare i rifugiati che finiscono come ricercanti asilo come lui stesso. Era difficile perseguire quelli coinvolti ma “doveva fare il suo dovere”
“Non ci pensavo allora. Ora vedo che era pericoloso”.
Concludiamo con la riflessione di un giornalista inglese Andrew Drummond che ha vissuto e lavorato in Thailandia per molti anni e che è stato costretto per salvare la pelle a tornare a casa sua.
La sua colpa è di aver denunciato la connivenza tra la polizia a vari livelli e persone di malaffare occidentali.