Il Canale Funan Techo ha un potenziale di accrescere le enclavi economiche sostenute dalla Cina e le installazioni militari sul confine sudoccidentale vietnamita con prevedibili sfide alla sicurezza nazionale vietnamita.
Orgoglio nazionale, sicurezza e connettività commerciale internazionale trovano il simbolo migliore per la Cambogia nel canale Funan Techo che connetterà Phnom Penh al golfo della Thailandia. Questi sentimenti hanno trovato un eco nel premier attuale Hun Manet e nel padre Hun Sen che gli ha trasferito i poteri lo scorso anno.
Il 5 agosto scorso si è avuta la cerimonia inaugurale di questo ambizioso progetto in coincidenza del compleanno dell’ex premier Hun Sen, un tributo dovuto alla sua eredità di governo di 38 anni di potere in Cambogia.
La Cambogia ha un grande bisogno di sostegno esterno, a cui si affida molto, per lo sviluppo nazionale. Ciò che preoccupa molti paesi vicini e varie parti tra cui USA e alleati è la mancanza di chiarezza nelle sue politiche sostenute per lo più dal BRI cinese, che hanno potenziali implicazioni per la stabilità regionale e la sostenibilità ambientale. Il progetto in questione non fa eccezione. …
A cosa serve davvero questo canale Funan Techo?
Il progetto Funan Techo sostenuto dalla Cina ha acceso discussioni pubbliche sui rischi potenziali della sicurezza per i vicini cambogiani e il Sudest Asiatico complessivamente.
Le loro preoccupazioni sono più o meno fondate se si analizzano le complicate relazioni Cina-Cambogia-Vietnam, l’invasione di quello che alcuni hanno definito “neocolonialismo cinese” e l’ascesa dell’Esercito Popolare di Liberazione cinese all’estero, spesso in linea con i controversi progetti infrastrutturali finanziati dalla BRI.
Comunque il canale da solo non implica né pone minacce alla sicurezza vietnamita e il canale in sé ha minime implicazioni militari.
Allora come si può meglio interpretare la geopolitica del canale Funan Techo in Cambogia?
Molte analisi indicano che il progetto del canale produrrà un ritorno economico minimale, ma l’importanza di questo canale sta oltre la navigazione. E’ forse più mirato all’estrazione mineraria, all’agricoltura e alla modernizzazione industriale della Cambogia meridionale, il luogo della base navale Ream sostenuta dalla Cina e alle zone economiche cinesi.
I prestiti generosi del BRI hanno creato un ordine geopolitico che ha ristabilito il dominio cinese nel Sudest Asiatico continentale. Sebbene i governi beneficiari dei prestiti abbiano sottolineato i risultati economici in termini di sviluppo delle infrastrutture e crescita economica, i problemi associati alla BRI sono diversi e ampiamente noti, tra cui il degrado ambientale e l’esaurimento delle risorse.
Politicamente i progetti infrastrutturali sostenuti dal BRI, con il loro potenziale di espandere la portata strategica e militare della Cina li possiamo ritrovare in Laos e Sri Lanka e Djibuti e altre regioni importanti del mondo. In Cambogia in particolare la Cina ha investito pesantemente nella regione per espandere la portata del suo potere soffice e dell’influenza diplomatica a sostegno in fin dei conti dei propri interessi e della propria presenza.
Quando si parla del canale Funan Techo, se si considera la possibilità che la Cina abbia una presenza militare esclusiva a Ream, allora i benefici economici di tale accordo diventano chiari. E’ un accordo vincente tra i due paesi.
Per la Cambogia, i generosi programmi di aiuto e gli ambiziosi progetti cinesi di sviluppo infrastrutturale, tra cui la modernizzazione della Ream, i sistemi autostradali, le zone economiche speciali e ora la costruzione del canale Funan Techo, sono importanti per la legittimità del governo nepotistico del Paese.
Dal punto di vista economico, l’avanzamento di ambiziosi progetti infrastrutturali è una strategia privilegiata dal nuovo governo di Phnom Penh per consolidare il proprio controllo e dal figlio di Hun Sen e dai figli dei suoi alleati politici per affermare il proprio status.
Mentre questi progetti costosi potrebbero portare anche rischi crescenti di una crisi debitoria del governo, a breve aiutano a ridurre la crisi della disoccupazione, stimolano la crescita economica nazionale e aiutano le esportazione verso i mercati cinesi.
Il canale artificiale lo si può vedere come parte della nuova politica del governo perché la Cambogia diventi una delle dieci maggiori economie agricole al mondo entro il 2030.
Le province sudorientali cambogiane ospitano importanti risorse minerarie utili anche alle attività industriali come risorse petrolifere intatte e minerarie a Kampot, Takeo e nella piattaforma continentale cambogiana. Con la sete cinese crescente di minerali, merci agricole e di legname dalla Cambogia, gli accordi per costruire strade più grandi e vie d’acqua per spostare risorse naturali dalle aree interne ai porti sulla costa per esportarle sono la prima priorità.
Con il sostegno alla costruzione del Funan Techo, la Cina farà un passo critico nello sforzo di convertire la Cambogia ai suoi valori. Proprio come gli USA con il Giappone, la Marina cinese, PLAN, ha bisogno di posti di lungo termine all’estero con sostegno più possibile localizzato e a basso costo per assicurarsi il rifornimento logistico dei militari e operazioni stabili all’estero. Questo ha trovato una conferma nel libro bianco della difesa cinese del 2019.
La regione costiera meridionale della Cambogia è la miglior messa perché sorveglia tutto il golfo della Thailandia e permette alla Marina Cinese di controllare i porti vicini sia sul piano commerciale che militare di Thailandia, Malesia e Vietnam Meridionale.
Ancora più importante, la costa meridionale cambogiana è vicina alle rotte marittime internazionali e alla piattaforma continentale ricca di petrolio di Vietnam e Indonesia che ricadono nella mappa delle nove linee ad U con il suo reclamo di sovranità nel Mare Cinese Meridionale.
Le prime prove dicono che il canale è solo la prima fase di un piano ambizioso.
Urbanizzazione, modernizzazione agricola, attività minerarie e investimento infrastrutturale, come la costruzione di un porto profondo a Kep, seguiranno al canale che probabilmente aprirà la strada per enclavi economiche sostenute dai cinesi e nodi di sostegno logistico militare nella Cambogia meridionale.
Da un punto di vista strategico, se questi sviluppi non dovessero realizzarsi, questo darà alla Marina Cinese l’accesso perfetto alla base navale di Ream e alle risorse e catene di fornitura militari localizzate, come fornitura di alimenti locali e industrie di sostegno ai militari.
Questo si tradurrebbe essenzialmente in un progresso unico per il presunto avamposto militare de facto della Cina nel Golfo di Thailandia. La Cambogia nega strenuamente che Ream funga da base d’oltremare per la PLAN, ma le immagini satellitari hanno rivelato che due navi da guerra cinesi sono state attraccate nel porto per oltre cinque mesi, dal dicembre 2023 al maggio di quest’anno.
Da un punto di vista strategico, l’impronta economica e la presenza militare della Cina in Cambogia, soprattutto nelle aree confinanti con la Thailandia e il Vietnam, forniscono a Phnom Penh protezione e modernizzazione militare, e quindi una posizione più potente nei confronti dei suoi vicini.
Il canale Funan Techo, quindi, funge da spina dorsale strategica per le iniziative di cooperazione militare ed economica tra le due parti. Ciò è più probabile in quanto non viola necessariamente l’articolo 53 della Costituzione cambogiana.
Le implicazioni potenziali per sicurezza vietnamita
Esperti regionali e locali hanno espresso preoccupazione per i possibili impatti irreparabili che il Funan Techo Canal potrebbe avere sugli ecosistemi locali e su milioni di persone sia in Cambogia che nelle province vietnamite di confine.
Per il Vietnam, la cattiva progettazione e la cattiva gestione del progetto potrebbero aggravare la crisi idrica esistente nel fragile Delta del Mekong.
“La regione già soffre delle conseguenze di una eredità di cattiva pianificazione locale, di impatti delle dighe a monte e del cambiamento climatico. Comunque è difficile dare in modo specifico una causalità al grado di impatto di questi fattori sul delta” afferma Brian Eyler del Stimson Center. Lui tuttavia crede che gli impatti del canale saranno più facili da quantificare e valutare.
Gli esperti vietnamiti valutano, nello scenario peggiore, se il canale è inteso per l’uso irrogativo della stagione secca, i sistemi di irrigazioni indotti dal canale cambierebbero dal 30 al 50% dell’acqua del Mekong nella stagione secca.
Se il canale venisse “usato come arma”, deviando l’acqua del fiume Mekong verso gli estuari costieri, come temono alcuni analisti, ciò potrebbe mettere a serio rischio la sicurezza alimentare e idrica del Vietnam, dando a Phnom Penh una notevole influenza sul suo vicino.
Dal punto di vista geopolitico il Canale con il potenziale di accrescere le enclavi economiche sostenute dalla Cina e le installazioni militari sul confine sudoccidentale vietnamita pone una prevedibile sfida alla sicurezza nazionale vietnamita.
Qualche decennio fa, i due Paesi confinanti vissero un conflitto significativo a causa delle incursioni dei Khmer Rossi, sostenuti dalla Cina, che hanno spinto il Vietnam a invadere la Cambogia e a rovesciare il regime all’inizio del 1979 e la successiva invasione del Vietnam da parte della Cina.
Entrambi i governi vogliono evitare di ripetere questa tragica storia. Tuttavia, il Vietnam rimane cauto, poiché una Cambogia con legami più stretti con la Cina potrebbe non sempre allinearsi agli interessi del Vietnam.
Con le recenti tensioni lungo il confine terrestre tra Cambogia e Vietnam e le questioni irrisolte della demarcazione delle “acque storiche”, crescono in Cambogia i sentimenti nazionalistici.
La costruzione del Canale Funan Techo potrebbe potenzialmente minare la fiducia politica se facilitasse l’invadenza cinese vicino al confine vietnamita o causasse impatti significativi transfrontalieri sul Delta del Mekong.
“Non sono sicuro quanto sia da prendere in considerazione le preoccupazioni vietnamite sul canale che permetta alle navi cinesi di raggiungere Ho Chi Minh City e altre parti del Vietnam Meridionale” dice Greg Poling del programma Sudest Asia e AMTI presso la CSIS. “Ma il canale potrebbe permettere alla Cina di realizzare finalmente l’obiettivo di pattugliare il basso Mekong (all’interno della Cambogia) che la Thailandia blocca da anni”.
Il Vietnam quindi ha il diritto ad esprimere le sue preoccupazioni e chiedere alla Cambogia trasparenza e condivisione chiara di informazioni.
Sebbene molti sostengano che il governo cambogiano debba avviare il processo di consultazione preventiva e lavorare con la controparte di Hanoi per una comprensione reciproca e un progetto ingegneristico ottimale del canale, sia Hun Sen che Hun Manet hanno fatto appello al sostegno pubblico per il progetto come “enorme forza di nazionalismo”. Ad aprile, in un evento pubblico, Hun Sen ha dichiarato:
“Non mi tirerò indietro su questo punto e voglio sottolineare con franchezza che non c’è bisogno di negoziare”.
Resta da vedere se il Canale Funan Techo si dimostrerà una svolta che minaccia seriamente le relazioni bilaterali.
Alla luce dei suddetti fattori di sicurezza del canale, la regione si aspetta di assistere alla crescente concorrenza tra le parti interessate.
Tra i possibili effetti di secondo ordine vi sono i Paesi a monte che sulla base dell’esempio della Cambogia cercano di deviare la maggior quantità possibile di acqua del Mekong per l’irrigazione al di fuori del bacino del Mekong in questo periodo di accelerazione dei cambiamenti climatici; la corsa del Vietnam a prepararsi a possibili risposte per mitigare i potenziali impatti sulla sua sicurezza; la crescente competizione geopolitica tra la Cina e altre superpotenze esterne nel Golfo di Thailandia.
Nei decenni scorsi, la Cambogia è stata uno dei paesi più attenti nel mantenere la neutralità permanente nella diplomazia. Comunque il canale e altri progetti infrastrutturali controversi in Cambogia, in particolare la ristrutturazione della base navale di Ream sostenuta dalla Cina, potrebbero minacciare la sua reputazione di sostenitore dell’accordo sul Mekong e la sua posizione di neutralità.
Il governo e la elite di Phnom Penh possono esaltare l’immagine della Cambogia come uno dei paesi promotori dell’accordo del Mekong e della stabilità regionale cooperando volenterosamente e dando informazioni trasparenti e comprensive per tempo sui progetti specie quelli che si dimostrano avere impatti potenziali oltre le proprie frontiere.
Nguyen Minh Quang e James Borton TheDiplomat