Al giornalista britannico Gerald Flynn che da cinque anni indaga sulla deforestazione in Cambogia e sui legami con l’elite locale è stata rifiutata l’entrata in Cambogia dopo una breve vacanza in Thailandia a gennaio.
Gerald Flynn scrive da diversi anni sul sito Mongabay.com da Siem Reap dove viveva da alcuni anni avendo avuto un visto per affari, il permesso di lavoro ed il pass per la stampa.

La polizia dell’immigrazione cambogiana ha sostenuto che il visto era “illecito” ma gli era stato concesso di partire per non riammetterlo più al rientro con l’accusa di presunti documenti falsi. A novembre sarebbe stato messo nella lista nera delle persone.
“Ho solo sempre lavorato da giornalista nei cinque anni passati in Cambogia, ho sempre mantenuto un visto per affari valido, il permesso di lavoro e pass per la stampa” ha detto Gerald Flynn che avrebbe un visto per affari di un anno Tipo E valido fino a febbraio 2025 ed un permesso di lavoro. Quest’ultimo a detta delle autorità sarebbe per un lavoro di elettricista non giornalista, mentre il pass della stampa sarebbe scaduto all’inizio di gennaio per cui il giornalista britannico aveva già chiesto il rinnovo, cosa lenta in Cambogia.
“L’estensione del visto è gestita dalla stessa agenzia di cui mi avvalgo da anni. E non hanno mai fatto richiesta di permesso di lavoro come elettricista.” ha detto Gerald Flynn che ha aggiunto: “Nessuno nel governo ha persino confermato per iscritto che mi è vietato permanentemente l’ingresso in Cambogia”.
Mentre tacciono le voci ufficiali del governo e delle agenzie statali, agli occhi di tutti questo rifiuto di entrata in Cambogia è chiaramente una rappresaglia contro il giornalista britannico che ha vinto numerosi premi per il suo giornalismo di inchiesta che ha preso di mira sia i crimini ambientali contro le foreste protette cambogiane che contro le violazioni di diritti umani.
Alcune di questi crimini ambientali sono legati a personaggi oscuri del governo cambogiano. Degno di nota è un documentario apparso su France 24 messo in onda il 22 novembre scorso.
Il giorno successivo sei militanti ambientalisti sono stati arrestati e portati nella provincia di Stung Treng mentre indagavano sulle operazioni di diboscamento illegale denunciato dallo stesso Flynn.
I sei attivisti sono stati poi rilasciati il 25 novembre senza essere denunciati per alcun crimine dopo essere stati intimati di non lavorare con giornalisti stranieri, secondo Mongabay.
A gennaio due di questi militanti entrano nel Partito del Popolo cambogiano e denunciano coloro che erano stati arrestati prima con loro.
hhLa vita di chi indaga i crimini ambientali in Cambogia non è affatto facile come dimostrano i tanti omicidi commessi come Chutt Wutty anni fa e più di recente Chhoeung Chhoeng, il quale indagava contro i crimini ambientali nelle foreste vergini cambogiane.
A settembre ricordiamo l’arresto di Mech Dara che indagava invece sui centri delle truffe informatiche molto attive in Cambogia, Laos e Myanmar. Dopo alcuni giorni di detenzione Dara è stato rilasciato a condizione di chiudere le sue inchieste.
“Difficilissimo non vedere in tutto ciò se non una rappresaglia per il mio lavoro di giornalista negli ultimi anni che ha messo in luce il ruolo di un pugno di potenti cambogiani al lavoro nella privatizzazione e degrado delle risorse naturali del paese” ha detto Flynn.
Vari gruppi e giornali cambogiani e stranieri, tra cui Overseas Pressi Club of Cambodia di cui lo stesso Flynn è presidente, hanno condannato il rifiuto di riammettere il giornalista in Cambogia, una decisione arbitraria nonché emblematica degli attacchi alla libertà di stampa in Cambogia.
“A Flynn si deve permettere di tornare in Cambogia e riprendere il suo lavoro importante di giornalista… il governo deve smettere di impedire il lavoro dei giornalisti nel paese con gli arresti arbitrari, le intimidazioni e le pressioni indebite…”
Il portavoce nazionale della polizia Cambogiana Chhay Kim Khoeun ha detto che gli stranieri espulsi sono “terroristi, spie o criminali” negando che per Flynn si tratti di qualcosa legato alla libertà di stampa, né ha voluto spiegare le ragioni per cui Flynn è stato posto nella lista nera dell’immigrazione.
Il portavoce del ministro dell’informazione Phos Sovann ha detto che il suo ministero ha sempre sostenuto la libertà di stampa e che il divieto non abbia a che fare con il giornalismo:
“Non credo sia in relazione al suo lavoro per quanto qualcosa di esso non si riflette nei fatti in Cambogia. Credo che Flynn potrebbe non aver adempiuto ai doveri dell’immigrazione ed aver usato impropriamente il suo visto”.
Scrive Sebastian Strangio su TheDiplomat a riguardo:
“La decisione di non permettere il rientro di Flynn per motivi decisamente vaghi riflette le circostanze difficili in cui versa la stampa cambogiana, che è stata sottoposta a crescenti pressioni da parte del governo in linea con una repressione politica che ha cancellato la maggior parte delle fonti significative di opposizione politica all’ormai egemone CPP.
Tuttavia, gran parte di queste pressioni hanno preso di mira i media in lingua khmer e i giornalisti cambogiani, ed è raro che a un giornalista straniero accreditato venga impedito di entrare in una nazione che un tempo vantava una fiorente scena di stampa estera.”
Questo episodio contro Gerald Flynn, secondo il giornalista Shawn Crispin di Committee to Project Journalists, dimostra fino a che punto il governo cambogiano sia disposto a spingersi per “sopprimere le notizie indipendenti sulle questioni ambientali del paese”, ed ha aggiunto:
“La realtà è che i predatori della stampa cambogiana stanno abbattendo i reporter ambientali con la stessa velocità con cui cadono le foreste”.
Ricordiamo che Gerald Flynn tra il 2022 e 2023 ha lavorato sul diboscamento illegale nelle Montagne del Cardamomo per RIN, Rete di Indagini sulle Foreste Vergini del Pulitzer Center in cui ha smascherato un personaggio del governo cambogiano nelle operazioni di diboscamento, di traffico di legname pregiato.” ha scritto Mongabay.