A sei anni da quella campagna di genocidio dei militari birmani di quell’agosto 2017, nei campi di Cox’s Bazar i giovani profughi Rohingya non hanno ancora accesso ad una istruzione formale
Era agosto del 2017 quando i militari birmani lanciarono una campagna genocida contro la comunità Rohingya con una conseguente grave crisi umanitaria. La scrivente era una di quelle che fuggì con un viaggio a piedi di undici giorni dallo stato Rakhine nel Myanmar, da cui proviene la mia famiglia, fino ai campi profughi di Cox’Bazar nel Bangladesh meridionale.
La sottoscritta si ritrovò insieme ad oltre un milione di Rohingya chem dopo ondate successive di attacchi e persecuzione dei militari birmani, si ritrovarono nel Bangladesh.

A 14 anni la sottoscritta fuggì da casa, finì la sua istruzione iniziando una nuova vita in un altro paese.
Sono passati sei anni da quel genocidio che portò all’esodo dei Rohingya nel Bangladesh, il cui governo ha fatto grandi sforzi nel dare accesso ai profughi Rohingya a servizi salvavita e rifugio, ma non è riuscito ha fare progressi nel risolvere l’accesso dei giovani profughi Rohingya ai diritti fondamentali come l’istruzione.
L’accesso ad una istruzione formale è una delle maggiori restrizioni che i rifugiati vivono nei campi di Cox’s Bazar. Sin dagli inizi di questa crisi il governo ha opposto resistenza ai tentativi di integrazione di lungo corso dei Rohingya nella società del Bangladesh. Ha proibito loro di lavorare rifiutandosi di dare lo stato legale di profughi e l’accesso alla istruzione formale.
Questi sei anni senza libri e senza scuola hanno creato una generazione persa di giovani Rohingya
Per prima cosa, la mancanza di accesso alla istruzione formale ha spinto tanti giovani Rohingya ad emigrare dal Bangladesh su pericolose rotte in mare verso la Malesia, l’Indonesia e altri Paesi vicini, alla ricerca di una vita migliore e più sicura.
Le ragazze Rohingya sono anche costrette a matrimoni forzati in tenera età. A causa della loro scarsissima istruzione e le poche opportunità di emancipazione economica, molte di loro non hanno l’indipendenza finanziaria per acquisire autonomia nelle loro vite, aumentando il rischio di subire violenze e abusi domestici.
La sottoscritta ha visto in prima persona alcune delle persone a me più vicine doversi sposare giovani.
Alle organizzazioni umanitarie presenti nei campi è permesso di gestire centri di apprendimento temporanei, spazi di amicizia di bambini, che accettano solo bambini piccoli che ricevono solo un’istruzione informale con un curricolo che non è né certificato né riconosciuto da nessun paese. A loro è vietata l’istruzione nella lingua bengalese nonostante vivano nel Bangladesh.
Ultimamente il governo ha iniziato a permettere programmi educativi pilota che presentano il curricolo del Myanmar da presentare nei campi senza diffondere però questo programma pilota.
Poiché il governo del Bangladesh permette solo l’accesso ad una istruzione essenziale, i giovani Rohingya che richiedono un’istruzione di più alto livello hanno meno opportunità. Le restrizioni al movimento fuori dai campi impedisce ai Rohingya di lavorare o studiare. La sottoscritta non è riuscita ad accedere ad una scuola nei campi, riuscendo ad istruirsi da sola vedendo i video su YouTube e trattando internet come se fosse una scuola.
La sottoscritta ha per fortuna ricevuto aiuto dalle organizzazioni umanitarie nei campi sulla salute e sicurezza delle donne, trasferendo poi un po’ di questa conoscenza quando possibile ad altre donne rifugiate.
A causa delle minacce subite per il mio lavoro come militante del diritto all’istruzione delle donne e dei diritti umani, fui mandata negli USA insieme ad altre famiglie Rohingya dei campi alla fine del 2022.
A differenza di altri amici che son dovuti restare nei campi posso ricevere un’istruzione superiore negli USA.
E’ essenziale riconoscere la capacità di resistere della gente Rohingya nel trovare soluzioni alla nostra comunità.

Date le restrizioni pesanti sull’istruzione per giovani e ragazzi, sono nate molte iniziative di comunità per colmare questo vuoto con scuole di comunità private messe su nei rifugi.
Queste scuole di comunità hanno curricoli che vanno dall’asilo alla scuola media superiore e si insegnano molte materie dal Birmano alla matematica alla lingua inglese. Alla fine queste scuole offrono l’opportunità di avere un esame finale e cosa importante danno l’opportunità di acquisire abilità della lingua inglese.
Invece di aiutare queste scuole di comunità, a dicembre del 2021 il governo del Bangladesh ne ordinò la chiusura restringendo così in modo grave ai giovani Rohingya la possibilità di un’istruzione.
Alcune di queste scuole continuano ad operare in segreto. Sono essenziali. Ma i loro professori Rohingya hanno bisogno di una paga. Di media gli studenti devono pagare da 500 a 1000 taka al mese, un costo che tante famiglie non possono permettersi. Di recente la situazione è anche peggiorata dopo che la FAO ha tagliato le razioni alimentari. Le famiglie usano così il proprio risparmio per pagarsi la scuola ed ora anche gli alimenti.
Esistono anche altre alternative online che hanno però un accesso ristretto e non sempre internet è a disposizione nei campi. Sono pochi coloro che possono permettersi uno smartphone con connessione dati o peggio un computer.
La mia comunità ha ricevuto un impatto negativo dopo sei anni senza un’istruzione adeguata, ma i giovani Rohingya, come la sottoscritta, sono riusciti a crearsi delle soluzioni da soli. Il sostegno della comunità internazionale però è fondamentale.
In un recente viaggio a Washington DC la sottoscritta ha ripetuto ai rappresentanti USA le sfide peggiori che la nostra comunità vive dentro e fuori del Bangladesh.
Per cambiare questo andazzo i governi donatori tra cui gli USA devono finanziare programmi di istruzione fatti dai Rohingya nei campi, programmi che possono coinvolgere le scuole di comunità librerie, guide importanti ed altri addestramenti di costruzione di capacità.
Questi programmi devono essere guidati da insegnanti Rohingya tra i più fidati e di esperienza per insegnare ai giovani.
Il governo del Bangladesh deve porre fine alle loro restrizioni sulle scuole fatte dai Rohingya e permettere l’esistenza di scuole normali nei campi.
Lucky Karim, TheDiplomat