Il golpe del NCPO e la contrinsorgenza degli anni 80

Il 22 maggio, dopo aver ripetuto varie volte che un golpe non avrebbe risolto il conflitto intrattabile della Thailandia, il comandante dell’esercito thailandese Generale Prayuth Chanocha prese il comando alla testa di una giunta militare che ha da allora promesso di superare la politica del paese.

Mentre si riconosce bene la tattica di consolidamento di Prayuth che risale alla soppressione militare dell’insorgenza comunista degli anni 70 e 80, non ci sono garanzie che il suo NCPO riuscirà in una simile riconciliazione nazionale.

Secondo una fonte militare Prayuth era sincero nelle sue promesse iniziali di non intervento nella tumultuosa politica del paese. Dopo mesi di persistenti pressioni da due gruppi di generali anziani che sostenevano che il paese si trovava di fronte ad una crisi fondamentale a causa delle violenze collegate alle proteste di strada e la minaccia reale di confronto armato tra gruppi politici allineati ed opposti a Thaksin Shinawatra, Prayuth si adattò all’idea infine di una presa militare del potere.

Un gruppo di pressione era fatto di generali in pensione della influente seconda divisione di fanteria, dove Prayuth era stato prima comandante. Un secondo gruppo più influente consisteva di una rete bene organizzata di ufficiali giovani in servizio attivo. La fonte non ha detto quando Prayuth ha cambiato opinione, ma prove circostanziate puntano in un momento a fine marzo.

Secondo la stessa fonte, i gruppi a favore del golpe pensavano che la crisi rappresentava l’ultima possibilità realistica, per la fragile salute e l’età avanzata del Re, di rimuovere il clan Shinawatra e il suo partito alleato del Puea Thai dal potere prima della successione dell’erede al trono principe Vajiralongkorn.

Questo gruppo temeva che il Puea Thai potesse ancora controllare il governo nel momento della successione, che Thaksin e i suoi alleati potssere provare a trarre vantaggio della successione per avanzare i loro interessi politici. Thaksin ha sempre insistito nella sua lealtà alla corona e ha legami personali con il principe ereditario.

Il primo segno di cambiamento di opinione giunse con l’annuncio della Royal Thai Army che il numero di arruolati da portare in servizio sarebbe stato aumentato a d Aprile di varie migliaia di persone per accrescere i livelli di personale delle allora sottoforza e sempre importanti divisioni di VII fanteria e III cavalleria.

Queste divisioni, di stanza nelle regioni del nord e nordest, le aree più forti di sostegno a Thaksin, furono stabilite vari anni fa con l’intenzione di incrementare l’abilità delle forze armate a controllare questa regione in una crisi potenziale. Finora, comunque, sono stati costituiti di cadetti; la decisione di irrobustire le loro file fu un chiaro segno che l’esercito si preparava almeno in termini di contingenza ad intervenire.

Il secondo segno fu una lotta chiara dietro le quinte per il controllo delle unità fondamentali al rimpasto di aprile. Uno più sostanzioso era accaduto ad ottobre. Normalmente la maggior parte delle routine delle procedure burocratiche, la lista delle promozioni e di riassegnazione era stata ritardata per quasi tre settimane dopo che l’allora premier Yingluck aveva annunciato agli inizi di marzo di aver indirizzato la lista al palazzo per l’approvazione finale.

Una spiegazione possibile per il ritardo era che gli ufficiali dentro il ministro della difesa, che era pieno di ufficiali a favore di Thaksin come il più importante Segretario permanente Nipat Thonglek, avevano tentato di cambiare la lista proposta dai capi militari lealisti o poiché si erano accorti del piano di intervento di Prayuth, o perché in generale provavano a limitare il potere del capo dell’esercito. Una simile disputatra i realisti e il campo di Thaksin sul rimpasto militare fu di preavviso alla cacciata di Thaksin nel 2006.

Alcuni hanno puntato alla promozione proposta del generale Aphirak Kongphongsong, protetto conosciuto di Prayyuth che da colonnello comandò l’unità del reggimento che fu strumentale nella repressione delle magliette rosse nel 2009 2010, a comandare la prima divisione di fanteria di Bangkok (guardia del Re) come un particolare punto di contesa. Questa unità è sin da allora stata fondamentale nel consolidare il golpe.

Pugno di ferro, guanto di velluto

la felicità e l'economia insorgenza

In gran parte dei golpe precedenti, l’esercito o una sua fazione prendeva il potere mediante mezzi extra costituzionali a proprio beneficio o per preservare l’interesse istituzionale più grande. Mentre l costituzione del regno è stata sospesa o riscritta nei golpe passati, l’obiettivo primario è stato un ritorno alla normalità non appena possibile.

Come il golpe del 2006 che cacciò il governo eletto di Thaksin, Prayuth ha promesso di restaurare la democrazia velocemente dopo un periodo di riforme politiche. Alcuni commentatori hanno descritto questo golpe come una versione più dura dell’intervento del 2006, a dire che i militari comprendono che non si spinsero abbastanza a fondo l’ultima volta per rimuovere l’influenza politica del clan Shinawtra e la minaccia esistenziale percepita.

Una tale analisi però non apprezza totalmente quello che la giunta di Prayuth cerca di raggiungere. Il quadro di riferimento per comprendere il golpe di Prayuth non è il golpe del 2006, o qualunque altro golpe, quanto piuttosto la campagna di contrinsorgenza fruttuosa, COIN, che i militari combatterono contro il partito comunista thailandese negli anni 70 e 80.

Molti ufficiali anziani ancora in servizio, compreso il gruppo attorno a Prayuth, sono veterani di quella campagna militare. L’operazione continua ad essere studiata nelle scuole militari thai, mentre molte delle strutture che furono originariamente sviluppate per combattere quell’insorgenza, sono ancora attive. Il comando delle operazioni di sicurezza interna ISOC giocò un ruolo chiave nel raccogliere informazioni pre-golpe e dopo il golpe ha giocato un ruolo importante nell’applicare i piani politici di Prayuth.

La dottrina della campagna di contro insorgenza e i metodi di lotta sono parte del DNA del corpo degli ufficiali, un fatto che molti esterni trovano difficile comprendere. Per i soldati thailandesi è più di una dottrina militare; l’esperienza è al centro di come il corpo degli ufficiali vede se stesso e giustifica il suo ruolo speciale come guardiani della nazione al di là del comando e e del controllo dei politici civili eletti.

Sia allora che ora, l’esercito percepisce una minaccia esistenziale al regno. Non per coincidenza la minaccia nasce dalle stesse regioni, nord e nordest, che erano il cuore del partito comunista e dei sostenitori delle magliette rosse. L’approccio dei militari ad entrambe le situazioni è in sostanza lo stesso: sopprimere i suoi oppositori ideologici mentre si prova ad attrarre il sostenitore delle magliette rosse medio, non ideologico offrendo amnistia e programmi per migliorare le loro vite.

Le prime mosse dei militari all’indomani del 22 maggio seguono questa tattica. La detenzione di capi importanti delle magliette rosse e dei politici del Puea Thai, le incursioni su depositi di armi nascoste legate ai militanti delle magliette rosse, e la chiusura dei media oppositori dei militari e a favore di Thaksin rappresentavano l’elemento di repressione di queste strategia biforcuta. Il pagamento di quanto dovuto ai contadini dalla precedente amministrazione, in base al programma bloccato di sostegno al prezzo del riso, le campagne di promozione della “felicità” sono i tentativi di cooptare i sostenitori meno ideologici di Thaksin.

Questa volta comunque i militari e la giunta NCPO si trovano di fronte rischi potenziali non visti. Copiando le tecniche di successo di quel periodo dimenticando però lo spirito che le formava, NCPO rischia di confondere stabilità con legittimità. I generali ricorderanno bene che la campagna originale di contro insorgenza era costituita di più fasi e che fu solo nella fase finale che furono fatte le riforme che alla fine si dimostrarono essere la chiave della vittoria.

All’inizio i militari semplicemente uccidevano tutti i comunisti che si trovavano di fronte. Quella fase ebbe dei risultati prevedibili: tanti innocenti furono uccisi e tanti altri furono condotti verso l’insorgena. In quel periodo i militari non avevano ancora sviluppato la loro dottrina della contro insorgenza. Per la presenza dei consiglieri americani tra le proprie fila l’esercito seguiva la dottrina COIN americana seguita in Vietnam che dipendeva dalla potenza di fuoco, dall’attrito, dal conto dei morti e dalle tecniche di perlustrazione.

Una reazione a questa brutalità nacque presto dall’interno dei militari. Ufficiali più giovani, alcuni dei quali conducevano le truppe sul campo ed altri che servivano come personale nel centro operativo a Bangkok, diedero origine ad un movimento di riforma, conosciuto come Soldati democratici, che migliorò la disciplina delle unità militari e incorporò tattiche innovative sul campo, alcune delle quali erano state impiegate dagli insorgenti comunisti. Questo fu dopo accoppiato con un programma di convincimento di costruzione di infrastrutture massiccio nelle aree del nord e nordest.

Queste politiche non furono sufficienti a domare la ribellione. Solo dopo vari anni e contro grande opposizione, dall’interno del ministero degli interni e dalle forze armate stesse, una nuova finale legge comprensiva COIN, aprile 80, fu portata avanti attraverso la burocrazia da pochi ufficiali conosciuti come Generals Prem Tinsulanonda, Chavalit Yongchaiyuth, Harn Linnanon e Charn Boonprasert, e poi adottata come politica nazionale.

La spinta fondamentale di questa nuova politica fu uno sforzo nazionale tra corpi dello stato implementato da forze civili, di polizia e militari nelle province colpite. Queste forze operative sotto il controllo dell’ISOC consultavano i capi villaggio sui loro bisogni e si sforzavano di soddisfarli. I governatori provinciali che erano ufficiali del ministero dell’interno furono inclusi per la prima volta nel COIN facendoli responsabili del successo o fallimento per tutte le politiche collegate e le operazioni nelle loro rispettive province.

Allo stesso tempo il partito comunista fece vari significativi errori che, inavvertitamente, giocarono a favore del governo, compresa una campagna di propaganda contro la famiglia reale e favorendo la Cina nel conflitto con la Russia. Ma fu solo quando i villaggi del nord e nordest ebbero finalmente un po’ di rispetto e qualche controllo locale sulle politiche del governo che colpiva le loro vite che il sostegno popolare al partito comunista alla fine crollò.

Riforme dall’alto

La consultazione pubblica sulle riforme che ISOC ora cura per conto del NCPO eceggia questa precedente politica del COIN. Quello che rappresentava un riforma profonda negli anni 70 e 80 comunque non sarà più sufficiente per soddisfare un elettorato thailandse più istruito, sofisticato e politicamente cosciente.

Se i militari intendano o meno adottare riforme reali che portino alla fine ad un sistema politico genuinamente più democratico non sarà assolutamente certo finché non si scrive e si adotta una nuova costituzione, un processo che NCPO dice che ci vorrà un anno.

Una prima indicazione dell’intenzione dei militari di andare al di là del semplice sradicamento dell’influenza della famiglia Shinawatra e di implementare riforme politiche genuine sarà la selezione di un primo ministro provvisorio.

I candidati più gettonati della stampa thailandese sono il generale in pensione Prawit e Prayuth stesso. Prayyuth andrà in pensione questo settembre all’età costretta di 60 anni e assumere il compito di primo ministro da civile gli permetterebbe di continuare a governare il periodo del dopo golpe del paese. Se si nomina l’altro ufficiale come ministro provvisorio, sorgerà la domanda silla direzione delle riforme. Entrambi condividono uno sguardo totalmente e tradizionalmente militare sulle questioni sociali e politiche e sono conosciuti come forti difensori delle prerogative tipiche dei militari.

Un percorso di riforma più di speranza vedrebbe la selezione di un tecnocrate civile con esperienza precedente negli affari o nel governo o legale, come pure di presenza personale e legittimazione per guidare il regno verso una nuova elezione nazionale alla fine del 2015, come promesso dal NCPO. Allo stesso tempo la nomina di un ufficale dei militari passato o presente probabilmente metterà più pressione sulla coesione interna dei militari.

Ufficiali anziani dicono che l’unità pubblica attualmente mostrata dal comando maschera le divisioni nel corpo delgi ufficiali che sono in parte politiche, in parte di fazione. Prawit e Prayuth sono capi di una fazione interna conosciuta come Le tigri dell’est. La nomina di uno dei due potrebbe esser vista dall’altra, Wong Thewan, la stirpe degli dei, come una potenziale minaccia alle proprie aspirazioni ed interessi.

Gli ufficiali del Wong Thewan, che provengono da famiglie dell’elite, beneficiano delle loro connessioni forti politiche e militari e tendono a conquistare la nomina alla prima divisione di fanteria di Bangkok, che ha responsibilità per alcuni aspetti della sicurezza del palazzo. Le Tigri dell’est, d’altro canto, tendono a provenire da ambienti comuni concentrati nella seconda divisione della Guardia della Regina, di base ad est di Bangkok.

In modo significativo la II divisione include il XXI reggimento, un’unità speciale a cui è stata data la missione dopo il golpe fallito del 1981 di dare sicurezza lla famiglia reale nei tempi di crisi. Negli anni, gli ufficiali le cui carriere iniziarono nel XXI reggimento spesso restavano nel II fanteria quando erano promossi, creando un legame stretto tra la famiglia reale e l’unità speciale. Questi legami hanno influenzato la promozione al rango di maggiore generale di un gran numero do Tigri dell’Est ripetto a quell idella fazione Wong Sawan, portando alla rivalità tra i due gruppi.

Prawit iniziò la sua carriera nel XXI fanteria e restò per gran parte del suo servizio nella II divisione di fanteria. Sotto la pressione da parte del campo di ex ufficiali realisti, Thaksin nominò Prawit come comandante dell’esercito nell’ottobre del 2004 per rimpiazzare il suo cugino Chaiyasit Shinawatra che fu spostato ad un posto più di cerimonia di Comandante Supremo. Secondo vari ufficiali, Prawit dopo fornì un sostegno fondamentale nel piano che cacciò Thaksin nel 2006, facendo leva su conoscenze e connessioni acquisite mentre era comandante dell’esercito.

Prawit ora è consigliere anziano al NCPO. Secondo varie fonti militari, ci potrebbe essere un rimpasto speciale nei mesi venturi che sarà utilizzato come un veicolo sia come ricompensa ai comandanti della truppa fedeli che hanno fatto bene nel golpe recente, come pure a eliminare queli ufficiali ritenuti inaffidabili dai capi del golpe. Il tempo di questo speciale rimpato sarà precedente a quello annuale che sarà effettivo il 1 ottobre.

Se questo rimpasto si avrà o no, è significativo che l’intero comando dei militari raggiungerà l’eta obbligatoria di pensionamento il 30 settembre del 2014. I capi el NCPO vogliono collettivamente che la generazione che succede loro di ufficiali che sia pronta prima del loro pensionamento così che non si abbiano potenziali contraccolpo del golpe che hanno consolidato.

Ci si aspetta che gran parte di questo gruppo resterà nelle posizioni chiavi civili con la giunta dopo il loro pensionamento dall’esercito. La uova costituzione ad Interim ha già dato ai golpisti l’amnistia per il golpe e la scelta di un’assemblea legislativa che avrà il compito di stendere la nuova costituzione. Dà anche a Prayuth il potere discrezionale di prendere qualunque azione contro la minaccia alla pace, all’ordine o alla monarchia, una misura che assegna il potere ultimo ai miliatari e fa sorgere questioni sulle intenzioni ultime di riforma.

John Cole and Steve Sciacchitano, AsiaTimesOnline

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