Il governo laotiano farebbe bene a ritardare la costruzione della diga di Pak Beng sul percorso del fiume Mekong, lo chiedono a gran voce varie ONG, dopo che la Commissione del fiume Mekong, MRC, aveva chiesto al governo laotiano di prendere in considerazione gli effetti transfrontalieri potenziali dell’intero progetto.
Il 19 giugno la MRC, formata da Thailandia, Cambogia, Laos e Vietnam, che presiede allo sviluppo e conservazione del fiume Mekong, aveva tenuto una sessione speciale del suo Comitato Congiunto sulla diga di Pak Beng nella provincia di Oudomxay per segnare il sesto mese del processo consultivo preventivo del progetto.
Il comitato congiunto ha detto di aver rivisto i piani per la diga da 24 miliardi di dollari chiedendo al governo laotiano di “fare tutti gli sforzi possibili per affrontare i potenziali impatti negativi del progetto Pak Beng”.
Gli impatti da prendere in considerazione sia a valle che a monte riguardano l’idrologia e l’idraulica, il miglioramento del trasporto dei sedimenti, il miglioramento del passaggio dei pessci verso monte e verso valle, oltre all’acquisizione di una migliore comprensione degli impatti transfrontalieri socioeconomici che avrà il progetto.
La commissione congiunta del MRC ha chiesto anche di assicurare la migliore libertà di navigazione sul fiume, di creare un canale di comunicazione per poter dare consigli sul disegno e sviluppo del progetto e condividere anche i dati di monitoraggio per la diga.
E’ stata richiesta dalla ONG Forum on Cambodia di fermare la costruzione della diga da 912 megawatt. Il presidente Tek Vannaraha detto che loro sono ancora fermamente oppositori della costruzione della diga.
La richiesta del comitato congiunto della MRC è stata ripresa da International Rivers che richiede ulteriori studi sulla Pek Beng prima di andare avanti con il progetto.
Il direttore per l’Asia Maureen Harris ha detto che i dati forniti dai costruttori sono incompleti e vecchi.
“Il governo laotiano e MRC devono richiedere di ritornare e fare altri studi tra i quali le informazioni di base per la pesca, i sedimenti e l’idrologia; di aggiornare i dati usati nei loro studi che in alcuni casi sono vecchi di dieci anni e di condurre uno studio appropriato di valutazione degli impatti transfrontalieri sulla comunità colpite nei paesi vicini. Lo devono richiedere dagli sviluppatori del progetto prima di prendere una decisione sul procedere col progetto e di permettere la firma tra tutte le parti coinvolte nel progetto”.
All’inizio del mese di giugno le comunità rivierasche cambogiane e quelle del lago Ton Le Sap avevano invitato Phnom Penh a fare pressione su Vientiane per archiviare il progetto per ik potenziale impatto sulle risorse della pesca.
Il ministro dell’ambiente cambogiano ha assicurato che il governo chiederà ulteriori studi di impatto ambientale, ma non ha detto che il governo ne chiederà l’archiviazione del progetto.
La diga di Pak Beng costerà 2.5 miliardi di dollari e chiederà cinque anni di lavori. Sarà il terzo progetto in grande scala fatto dal Laos sul Mekong, dopo Xayaburi e Don Sahong.
La diga di Pak Beng è quella che si trova più a nord del progetto di sette dighe a cascata sul flusso del fiume Mekong.
Sull’impatto sociale di questo progetto, il governo laotiano parla di un migliaio di persone da ricollocare che saranno ricompensate e per le quali saranno costruiti servizi ed infrastrutture.
International Rivers invece parla di 6700 persone a dover essere spostate ed oltre 25 sono i villaggi in Thailandia che ne saranno influenzati direttamente, mentre l’impatto sulla vita delle persne a valle del progetto sono milioni.
Savi Khorn e Moniroth Morm, RFA Laos Service