Vari esperti giudicano un grave errore di Prabowo Subianto aver parlato di rivendicazioni in sovrapposizione in una dichiarazione congiunta con Pechino.
Nella sua prima visita di stato fatta in Cina, il primo ministro Prabowo Subianto ha firmato anche un Memorandum di Intesa con Pechino che prevede uno sviluppo congiunto Cina-Indonesia in aree del mare settentrionale di Natuna dove la zona esclusiva indonesiana si sovrappone alla mappa cinese delle nove linee.
I due paesi “hanno raggiunto una importante comune comprensione sullo sviluppo congiunto nelle aree di rivendicazioni in sovrapposizione”.
Il ministero degli esteri indonesiano ha comunque ribadito di non riconoscere le rivendicazioni cinesi nel mare cinesi meridionali e di non avere rivendicazioni in sovrapposizione, dopo che vari esperti della questione hanno vociferato i dubbi che questo memorandum di intesa possa validare le rivendicazioni cinesi basate sulla mappa di nove linee.
Bisogna ricordare anche come nelle settimane passate la Marina Indonesiana ha rigettato fuori dalla propria zona economica esclusiva navi della guardia costa cinese che ostacolavano le attività di esplorazione di navi oceanografiche indonesiane. Ciò ha fatto dire a vari esperti che l’atteggiamento indonesiano con Prabowo è più assertivo.
Il ministero degli esteri indonesiano riafferma la propria posizione che “le rivendicazioni cinesi non ha alcuna base legale. La partnership non ha un impatto sulla sovranità, sui diritti di sovranità né la giurisdizione indonesiana nel Mare Settentrionale delle Natuna”.
Il ministero indonesiano ha specificato che ci sono accordi economici con la Cina che tra i tanti riguardano l’industria della pesca e la conservazione e potrebbe essere un modello per salvaguardare pace ed amicizia tra i due paesi.
Alcuni analisti ricordano che per iniziare l’Indonesia non ha rivendicazioni in sovrapposizione e che la clausola inserita, fatta magari per accrescere i legami economici, è per lo meno inappropriata, mettendo gli interessi nazionali a rischio.
Di seguito traduciamo quanto apparso su SCMP sui commenti di esperti filippini e indonesiani sulla questione
Grave errore di Prabowo col patto di intesa Indonesia Cina sulle isole Natuna
Il recente accordo tra Indonesia e Cina per lo sviluppo congiunto delle risorse marittime nei pressi delle isole Natuna è stato giudicato come un “grave errore”, e gli esperti avvertono che potrebbe minare i diritti territoriali dell’Indonesia e dare credibilità alle ampie rivendicazioni della Cina nel Mar Cinese Meridionale.
Durante la visita di Stato in Cina del presidente indonesiano Prabowo Subianto, appena inaugurata nel fine settimana, i due Paesi hanno firmato un memorandum d’intesa (MOU) che prevedeva piani di “sviluppo marittimo congiunto”.
Sebbene la dichiarazione congiunta eviti di menzionare direttamente lo sviluppo energetico, Aristyo Rizka Darmawan, docente di diritto internazionale presso l’Università dell’Indonesia, ha dichiarato a This Week in Asia che è “pericoloso” per l’Indonesia firmare il documento che riconosce che i due Paesi hanno “rivendicazioni sovrapposte”.
“Negli scorsi dieci anni l’Indonesia è sempre stata decisa nel dire di non avere rivendicazioni in sovrapposizione con la Cina ma questa dichiarazione fa porre dubbi su ciò” dicendo che ciò è contrario agli interessi del paese.
Inoltre ciò potrebbe avere ripercussioni sul negoziato del Codice di Condotta tra Cina e ASEAN per le vie d’acqua contese.
“Se l’Indonesia riconosce le rivendicazioni in sovrapposizione come qualcosa che esiste potrebbe cambiare la dinamica dei negoziati del CoC come anche la solidarietà degli stati ASEAN che si confrontano con la Cina che potrà pretendere che l’Indonesia ha riconosciuto le sue rivendicazioni tanto da indebolire lo stesso ASEAN.”
Il Ministero degli Esteri indonesiano ha cercato di chiarire questo punto con una dichiarazione rilasciata lunedì in cui afferma di non riconoscere le rivendicazioni della Cina sul Mar Cinese Meridionale nonostante la firma dell’accordo di sviluppo marittimo congiunto.
“L’Indonesia ribadisce la sua posizione secondo cui tali rivendicazioni [cinesi] non hanno alcuna base giuridica internazionale”, ha dichiarato. “La partnership non ha alcun impatto sulla sovranità, sui diritti sovrani o sulla giurisdizione dell’Indonesia nel Mare di Natuna settentrionale”.
Pechino da parte sua ha espresso il proprio impegno a tenere alto gli accordi importanti e Lin Jian ha detto che “le rivendicazioni di sovranità della Cina e diritti in mare sono evoluti su una storia lunga e in accordo con la legge e pratica internazionali.
Per Evan Laksmana dell’ International Institute for Strategic Studies la dichiarazione congiunta dà il segnale per la prima volta che l’Indonesia “ha inavvertitamente o implicitamente accettato di avere una rivendicazione in sovrapposizione con la Cina. Questo potrebbe dare credito ad alcuni reclami cinesi che sono considerate illecite in parti delle acque circostanti l’Indonesia”.
Se la Cina afferma questa dichiarazione congiunta si crea una questione significativa.
“Se in futuro ci saranno colloqui per la delimitazione o un altro caso giudiziario di qualche tipo, allora quella dichiarazione diventerà parte del problema, perché la Cina può ora sostenere che l’Indonesia ha accettato che esiste una rivendicazione sovrapposta. Anche se il Ministero degli Esteri ha chiarito, non so se possiamo rimettere il genio nella bottiglia” dice Evan Laksamana.
“Un grave errore” lo ha definito Antonio Carpio, ex giudice della corte suprema filippina che ha sempre criticato la posizione di Pechino nel Mare Cinese Meridionale.
Carpio ha osservato che il sito web del Ministero degli Affari Esteri cinese descrive lo “sviluppo congiunto” come un’attività che si svolge in aree marittime appartenenti alla Cina, dove la cooperazione è consentita per motivi diplomatici, nonostante una disputa territoriale in corso.
Ha sottolineato che l’Indonesia non ha alcuna disputa di confine con la Cina, poiché la sua costa dista oltre 360 miglia nautiche dall’area di sviluppo congiunto.
“La Cina non ha alcuna pretesa sull’area in base alla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare. Accettare uno ‘sviluppo congiunto’ con la Cina significa riconoscere la rivendicazione della Cina al di fuori dell’UNCLOS (Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare) – che è la rivendicazione della linea delle dieci linee”, ha detto Carpio.
L’Indonesia non è il primo Paese a ricevere dalla Cina un’offerta di accordo per lo “sviluppo congiunto” di petrolio e gas. Nel novembre 2018, funzionari delle Filippine e della Cina hanno firmato un MOU simile per l’esplorazione congiunta di gas e petrolio in un’area all’interno della zona economica esclusiva delle Filippine.
Tuttavia, dopo oltre quattro anni di negoziati, il 22 giugno 2022 l’allora segretario agli Esteri delle Filippine Teodoro Locsin Jnr annunciò la fine di tutte le discussioni e di qualsiasi accordo preliminare su ordine dell’allora presidente delle Filippine Rodrigo Duterte.
“E’ tutto finito” disse Locsin affermando che l’accordo avrebbe violato la costituzione filippina che dà allo stato i diritti esclusivi per sviluppare le risorse naturali.
Gli esperti indonesiani hanno criticato il proprio governo per il MOU con la Cina.
“L’Indonesia che si accorda per avere uno sviluppo congiunto con la Cina significa anche che l’Indonesia riconosce i diritti della Cina nell’area. Questo è sbagliato” ha specificato l’esperto indonesiano I Made Andi Arsana, ingegnere geodetico indonesiano ed esperto per il ministero degli esteri indonesiano sulla delimitazione dei confini in mare.
Arsana ha anche detto che lo sviluppo congiunto è una misura temporanea quando i paesi non riescono a definire i confini in mare. Nel caso indonesiano “non ci sono diritti in sovrapposizione che vuol dire che non c’è bisogno di delimitare alcun confine in mare, e ciò vuol dire che non c’è una disputa”.
In un post su X, l’analista Darmawan cita la storica sentenza del 2016 del tribunale internazionale, vinta dalle Filippine, che ha annullato la linea a nove linee di demarcazione cinese in quanto priva di base legale, ma che la Cina si è rifiutata di riconoscere.
Darmawan ha affermato che la sentenza del 2016 “sostiene la posizione dell’Indonesia” e “per questa sola ragione, non c’è alcuna base per l’Indonesia per aderire a qualsiasi accordo di sviluppo con la Cina”.
“Pertanto, condurre uno sviluppo congiunto con la Cina equivarrebbe a convalidare le sue rivendicazioni nel Mar Cinese Meridionale, una mossa che sarebbe completamente contraria agli interessi dell’Indonesia”, ha concluso.
Già quattro anni fa aveva lanciato un avvertimento simile.
Collin Koh della S. Rajaratnam School of International Studies di Singapore, ha affermato che l’Indonesia dovrà chiarire la propria posizione e le implicazioni della dichiarazione congiunta rilasciata dalla Cina, che potrebbe avere ripercussioni interne per il nuovo presidente.
“È probabile che i burocrati di vecchia data del ministero degli Affari esteri indonesiano si sentano offesi da questo particolare sviluppo. Potrebbe anche esserci qualche contraccolpo interno per Prabowo”, ha dichiarato Koh.
Raissa Robles Amy Sood,SCMP