Dopo essere sgorgato dalle alture tibetane e aver attraversato Cina Birmania, Thailandia, Laos, Cambogia e Vietnam, il Mekong ed i suoi affluenti forniscono acqua, alimenti ed entrate per sessanta milioni di persone.
Il fiume più lungo del Sudest Asiatico ospita l’industria della pesca di acqua dolce più grande al mondo dove si stima si pesca il 25% del pesce totale di acqua dolce al mondo.
La costruzione delle dighe sul Mekong iniziò in Cina nei primi anni 90. Comunque gran parte del fiume restò libero di scorrere in gran parte a causa della cooperazione regionale tra gli stati del Basso Mekong.
Nel 2006, i bisogni energetici ingigantiti dai guadagni finanziari dell’energia idroelettrica spinsero il Laos ad iniziare la sua prima diga sul fiume, come anche ad altra dozzina sui suoi affluenti. Altri paesi del Basso Mekong si accodarono in seguito.
Le preoccupazioni sono da allora state sollevate sui massicci impatti negativi e sui compromessi degli sviluppi idroelettrici di tipo negativo lungo la via d’acqua. Uno studio del Mekong River Council discusso presso il summit della Commissione del Fiume Mekong, MRC, dell’inizio dello scorso anno, predisse una riduzione fino al 40% del pescato con una perdita di un milione di tonnellate di pesce all’anno.
Lo studio prevedeva una riduzione del 97% dei sedimenti che avrebbero raggiunto il Delta del Mekong con una colossale riduzione di fertilità del suolo nel basso bacino del Mekong e la conseguente decrescita della produttività agricola ed ad una maggiore povertà ed insicurezza alimentare.
L’impatto della costruzione delle dighe sull’industria della pesca avviene in tutte le sue fasi dalla costruzione all’avviamento all’operatività della diga. Secondo il rapporto della MRC sulla mitigazione degli impatti della diga, oltre ai cambiamenti di flusso stagionali e giornalieri, la popolazione dei pesci potrebbe subire gli impatti dei sedimenti e di altre trappole del particolato che porta alla stratificazione in cui l’ossigeno si esaurisce nelle sezioni più profonde del fiume con una conseguente assenza di ossigeno, maggiore tossicità ed altri effetti negativi sulla qualità dell’acqua.
Gli ambientalisti ed i ricercatori dell’area del Mekong lamentano che le VIA fatte per conto di chi costruisce le dighe non solo minimizzano il danno ambientale, ma lasciano fuori gli effetti transfrontalieri delle dighe sul fiume che possono avere effetti devastanti sulle popolazioni di pesce del Mekong.
Le popolazioni dei pesci si troverebbero esposte agli effetti di barriera, dove la diga blocca i loro movimenti e causa danni quando scendono o risalgono il fiume. La migrazione è fondamentale perché le zone di ripopolamento di differenti specie si possono trovare in zone differenti del fiume e tributari.
Nel caso del Mekong questo è fondamentale poiché queste tendenze si sono formate nei millenni fino ad accomodare uno dei più diversi assembramenti di specie di pesci al mondo.
“I pesci nel Mekong si sono fortemente adattati al regime dei flussi del fiume. Se il pesce non riesce ad adattarsi al nuovo sistema saranno finiti” dice Peng Bun Ngor, ecologista per l’Amministrazione della Pesca Cambogiani.
Sicurezza alimentare, sostentamento e sviluppo sostenibile
Per molta gente che vive nel bacino inferiore del Mekong, la riduzione negli approdi di pesce e l’impatto delle dighe sul loro approdo di pesce e sicurezza alimentare si sentono già.
Secondo Rivers International che promuove i diritti dei fiumi e delle loro comunità, ci si attende che gli impatti portino una riduzione drastica nella sicurezza alimentare e produttività agricola, unitamente ad aumentati livelli di povertà e accresciuta vulnerabilità del clima in gran parte del Basso Bacino del Mekong.
“La Realizzazione di uno sviluppo sostenibile nel basso bacino del Mekong dipende dalla disponibilità di capitale naturale e di salvaguardia della biodiversità. Sono particolarmente importanti i suoli salutari, i bacini idrografici e foreste rivierasche, ed i fiumi che scorrono stagionalmente per sostenere l’industria della pesca di acqua dolce maggiore al mondo. I piani attuali di dighe idroelettriche di larga scala di certo ridurranno la resilienza, accresceranno la vulnerabilità e ridurranno la sostenibilità in ognuno de paesi membri del Bacino del Basso Mekong.”
La più grande industria della pesca di acqua dolce con oltre 850 specie di pesce è davvero sotto minaccia. L’ecosistema e la distruzione dei servizi dell’ecosistema potrebbero portare alla devastazione del fiume e minacciare la popolazione circostante che sarà di 100 milioni nel 2025.
L’enorme numero di dighe disegnate su questo magnifico fiume minaccia non solo la sua biodiversità ma riduce il suo ruolo unificatore naturale per molti paesi lungo le sue rive.
Sheith Khidhir, TheAseanPost