Sarebbe stato molto più intelligente per il Tatmadaw costruirsi un sostegno all’interno di un sistema di pseudo democrazia come hanno fatto i militari thai.
A colpo d’occhio si possono vedere delle similarità tra i golpe thailandesi del 2006 e 2014 e quello del Myanmar del 2021.
In tutti e tre i casi i golpisti avevano di fronte governi civili popolari che volevano un controllo maggiore dei militari.
Nel 2006 il generale Sonthi Boonyaratglin si trovò di fronte il primo ministro Thaksin Shinawatra, mentre nel 2014 il generale Prayuth si trovò di fronte la sorella Yingluck di Thaksin.
Nel 2021 il generale birmano Min Aung Hlaing si è trovato di fronte Aung San Suu Kyi.
Mentre il loro pensionamento obbligatorio si avvicinava, questi generali rischiavano la messa sotto accusa e la perdita delle loro posizioni economiche oltre al loro futuro nella politica.
Infattti Thailandia e Myanmar sono entrambe società pretoriane dal momento che le loro gerarchie militari sono da sempre attori politici nazionali di punta.
In nome della sicurezza nazionale, questi militari possiedono un enorme potere enorme di stato sia economico che sociale. Quando i governi civili hanno guidato questi due paesi le relazioni civili militari in Thailandia e Myanmar sono state stressate da forti tensioni che hanno portato ai golpe.
La Thailandia sarebbe potuta essere un modello per Myanmar
Il generale Min Aung Hlaing e gli altri capi del Tatmadaw di certo osservarono bene il golpe del 2014 in Thailandia contro la democrazia di un civile eletto a furor di popolo che si trasformava in una pseudo democrazia dominata dai militari nel 2019.
Probabilmente dopo il golpe del febbraio scorso i generali del Myamar sembra abbiano cercato di seguire il modello thailandese di controllo militare.
Questo modello suggerisce che gli eserciti possono lanciare golpe di successo e guidare la democrazia dove governi centrali forti tradizionalmente dominano ma i civili eletti non riescono a controllare i sistemi militari, dove i tribunali stanno dalla parte delle forze armate ed i civili sono più divisi dei rappresentanti della sicurezza.
Sono queste le lezioni istruttive che i militari del Myanmar hanno appreso dai golpe del 2006 e 2014. Dopo il golpe del 2006 e la promulga di una costituzione del 2007 che indebolisce il governo civile, la Thailandia testimoniò sei anni di una democrazia fragile.
Dal 2008 al 2014, i governi thai eletti esercitarono poco controllo civile accontentando le preferenze dei militari.
La fiacchezza della democrazia thai ha aiutato a convincere i militari ad emanare la loro propria costituzione del 2008 e a tenere le elezioni del 2011. Come in Thailandia i governi del dopo 2011 esercitarono poco controllo sui militari e spesso si sono sottomessi.
Ma Myanmar era un passo avanti
Comunque i militari di Myanmar erano un passo avanti alla Thailandia perché controllavano il 25% delle legislature nei due rami del parlamento, godevano di autonomia dal monitoraggio civile dei suoi conglomerati e dominavano il Consiglio della Sicurezza e Difesa Nazionale.
La costituzione thai del 2017 ha impressionato il comando militare del Myanmar. Il senato, la commissione elettorale e la corte costituzionale furono nominati dal governo militare, una nuova formula elettorale che impediva al partiti di avere maggioranze nella camera bassa ed i governi devono seguire una Strategia Nazionale di 20 anni per assicurare finanziamenti enormi ai militari ma anche per essere sotto lo schiaffo di una messa sotto accusa.
Nel frattempo fu creato il Palang Pracharat, partito alleato dei militari che utilizzava risorse dello stato ed al suo vertice ch’è il vice premier Prawith Wongsuwan, generale in pensione. Questo partito ha usato le reti dei procacciatori di voti locali offrendo distribuzione di benessere per catturare elettori.
Nell’apprendere dalle elezioni del 2019 thailandesi e l’uso di una nuova costituzione per radicare la propria posizione nella politica, il Tatmadaw ha provato a modificare la costituzione del 2008 per accrescere il controllo militare.
La lega Nazionale della Democrazia, però, dominava il comitato parlamentare congiunto per gli emendamenti costituzionali impedì questi tentativi.
Non sorprende questo guardare con desiderio alla Thailandia da parte del Tatmadaw. Se i militari del Myanmar riuscisse da applicare una costituzione simile a quella thai del 2017, allora il suo partito del USDP potrebbe vincere un’elezione contro NLD spingendo i militari al dominio dello stato in modo elettorale.
Ma le elezioni di novembre 2020 hanno dato un’altra supermaggioranza al NLD garantendo che i cambi costituzionali non sarebbero stati applicati per il momento.
In un certo senso come il golpe del 2014 ha permesso ai militari thai qualche anno per sistemare la costituzione, il golpe del 2021 prova a fare la stessa cosa.
Restano chiare differenze
Ci sono comunque delle differenze tra il caso thai e la situazione in Myanmar
Per prima cosa, la Thailandia è stata sempre controllata tra un accordo tra monarchia e militari, questi ultimi partner minori. Essi derivano molto del potere dalla legittimazione che possiede in quanto guardiani della monarchia per la vicinanza al compianto e riverito Re Bhumibol.
La sua enorme popolarità e l’appoggio ai golpe del 2006 e 2014, nel mezzo delle divisioni rispetto al premier Thaksin, lasciarono i thai divisi ma mantennero il bilancio a favore dei militari.
Al contrario il golpe del Myanmar sembra aver provocato una risposta popolare massiccia.
Seconda cosa, per il fatto che hanno influenzato la scrittura di almeno 15 costituzioni, i militari thai hanno fatto una lunga strada nel riuscire a creare un dominio di un partito politico ed a ottenere il primato nazionale. Si è così radicato nel sistema politico.
Comunque i generali birmani si sono percepiti come i salvatori del paese dal colonialismo e dai nemici esterni assicurandosi di persistere ed il proprio ruolo privilegiato della sicurezza nazionale.
Questo punto di vista aiutò a razionalizzare i propri interventi nel 1962, 1988 e 2021, mentre nel frattempo gli ufficiali del Tatmadaw diventava una classe economica privilegiata e la più potente.
Ma questo sentimento non è condiviso dalla gente ed il paese resta disunito con pochi civili che godono di popolarità se non Aung San Suu Kyi.
Nel frattempo i militari riescono solo ad usare la forza bruta piuttosto che costruire un buon partito politico mentre il costo umano del golpe è salito drasticamente a 550 persone.
Costruire il sostegno dentro un sistema di pseudo democrazia.
Differenze a parte, l’implicazione fondamentale per Myanmar è che la repressione da sola non sosterrà l’influenza dei militari.
Avendo accettato una transizione democratica con elezioni dal 2011, i militari di Myanmar non possono permettere che inizino agitazioni democratiche solo per eliminarle quando lo credono loro. Quel punto di vista ignora la transizione democratica del paese dal 2011 al 2021.
Sarebbe stato molto più intelligente per il Tatmadaw costruirsi un sostegno all’interno di un sistema di pseudo democrazia come hanno fatto i militari thai.
Altrimenti Myamar potrebbe andare verso un massacro sanguinoso nazionale ritornando così al suo passato.
Ora il dado è tratto. Con la repressione militare violenta incapace di finire le proteste cosa può fare ora il Tatmadaw? Ci sono tre percorsi.
Il primo è cedere alle manifestazioni e ritornare alla democrazia parlamentare precedente al golpe.
Il secondo è di tentare un modello thai per Myanmar nel costruire una nuova costituzione che dà al Tatmadaw molta più influenza in una nuova pseudo democrazia.
Creare un tale sistema politico bicamerale con un senato completamente nominato dai militari, una commissione elettorale e una magistratura anche come una formula eletta che, nel dopo 2019 thai, mette al riparo il paese da uno scenario dove partiti fortemente popolari (che sia il Pheu Thai di Thaksin o NLD di Aung San Suu Kyi) possano tradurre una improvvisa maggioranza elettorale in un completo vantaggio parlamentare.
Terzo percorso, ritornare al Myanmar precedente al 1990 della dittatura militare violenta.
Ad aprile 2021 col primo scenario non fattibile ed il secondo inaccettabile dalla maggioranza in Myanmar, il paese sembra essere disceso violentemente nel terzo scenario, un oscuro tunnel di soggiogamento militare. Ma con le proteste di massa che proseguono il golpe di Febbraio non ha avuto molto successo.
Alla fine, il Tatmadaw deve comprendere che dovranno un giorno arrivare ad un compromesso con NLD che ha un grandissimo sostegno.
Resta la domanda: quante altre persone dovranno morire prima che arriveranno ad un tavolo di negoziato?
Paul Chambers CNA