Il probabile risultato scontato delle elezioni intermedie filippine

I sondaggi più recenti per le prossime elezioni intermedie filippine del 13 maggio dicono che tutti ed otto i candidati al senato dell’opposizione sono fuori della cerchia del numero magico 12 eletti al senato filippino su base nazionale.

Che sia lontano dal vincere persino il candidato più famoso, Mar Roxas, membro influente del governo precedente di Aquino e candidato presidenziale nelle elezioni del 2016 vinte da Duterte, dice quanto male abbia fatto l’opposizione in questa campagna.

Questa sarebbe una bella notizia per l’amministrazione Duterte perché il senato era diventato un terreno di battaglia. Si è eretto finora contro il proposto cambio di sistema federale attraverso una nuova costituzione, ed i senatori di opposizione hanno guidato un’indagine di alto profilo sul presidente e la sua famiglia.

Assumendo che i sondaggi siano esatti, metà dei 24 senatori, eletti questo anno, sarà dominato da fedeli del presidente, come il suo aiutante di basso profilo Bong Go che alcuni hanno definito il cavallo di Caligola, e l’ex capo della polizia Ronald dela Rosa che lanciò la sanguinosa guerra alla droga, e politici alleati come alcuni indipendenti di alto profilo, come Grace Poe.

Questo probabilmente significa che l’ultimo bastione istituzionale dell’opposizione sarà caduto mentre Duterte, come i presidenti del passato, ha facilmente assunto il controllo della camera bassa con defezioni guidate da distribuzione di fondi di Pork Barrel.

La Corte Suprema è diventata più sottomessa con le nuove nomine a sostituire i giudici che vanno in pensione. Per la fine del 2019 i nominati di Duterte saranno 12 su 15 giudici totali. A maggio 2018 i giudici a favore di Duterte rimossero Maria Lourdes Sereno dalla guida della Corte Suprema che era stata critica dell’amministrazione con una manovra giudiziaria molto controversa.

Ci si attende che gli alleati di Duterte dominino anche nei 238 seggi al congresso eletti secondo i distretti e le migliaia di amministrazioni locali per cui si vota in queste elezioni intermedie Filippine.

Duterte ha intrapreso la campagna elettorale con i suoi tipici eccessi verbali definendo “figlio di puttana” un suo critico acceso della guerra alla droga, il vescovo Pablo David, o insultando un politico e giornalista Kit Tatad sulla sua mascolinità.

Nel 2017 la senatrice di opposizione Leila de Lima fu arrestata su accuse di droga pretestuose, su cui il senato USA in modo unito ha avuto da ridire, appena dopo lei iniziò delle indagini sugli abusi dei diritti umani da parte di Duterte. Un’altra figura di opposizione il senatore Trillanes si trova di fronte ad improvvisi travagli legali.

Voci critiche nella stampa sono sotto pressione quando Duterte ha minacciato di non rinnovare il permesso di trasmissione ad una rete televisiva famosa, mentre Maria Ressa, editrice del giornale online Rapler, è stata arrestata varie volte per reati differenti.

Di recente l’amministrazione affermò che era in atto una griglia per cacciare Duterte che includeva avvocati dei diritti umani, giornalisti, gente dell’opposizione e militanti di sinistra.

Un capo dell’opposizione ha denunciato questa affermazione come una tattica diversiva per diffondere la paura in questa campagna elettorale ed una menomazione della democrazia.

Ma a favorire i candidati di Duterte non ci sono solo le intimidazioni. Il problema è anche che le questioni poste dai candidati al senato di Otso Diretso, diritti umani, subordinazione alla Cina e le vicissitudini giudiziarie di candidati dell’amministrazione arrestato per corruzione, non sono state sufficienti a smuovere l’elettorato.

I sondaggi su Duterte in questa fase sono i più alti di qualunque presidente del dopo Marcos. I candidati dell’opposizione come Bam Aquino, Chel Diokno e Erin Tanada sono nipoti e figli di militanti famosi contro Marcos ed hanno fatto dei paralleli tra il crescente autoritarismo di Duterte e la legge marziale di Marcos. Questo è stato di poco aiuto in un momento in cui la nostalgia di un dittatore caduto è forte, e Duterte diede a Marcos una sepoltura da eroi all’inizio del suo mandato.

Inoltre a causa delle risorse economiche deboli e pochi sostenitori politici locali, il gruppo di opposizione che contende solo otto dei possibili 12 seggi, ha tenuto pochi discorsi elettorali ed ha potuto usare un limitato materiale politico. L’opposizione non è solo svantaggiata in termini di macchina politica locale ma anche di spazi nelle TV e Radio e di spazi sulla rete sempre più importante.

Tutto ciò ha dato all’opposizione poche possibilità di far conoscere il proprio messaggio. Da gestore della campagna elettorale di Otso Diretso, il senatore Kiko Pangilinan ha ammesso che l’opposizione ha bisogno di un miracolo per andare bene nella corsa per il senato.

Eppure riguardando ai tre passati decenni alla dittatura di Marcos terminata nel 1986, e persino al periodo democratico delle Filippine dopo il 1946, non è insolito che il presidente in carica abbia questo vantaggio elettorale di medio termine.

Eccettuato il caso di presidenti che sono rimasti a lungo e quindi diventati sempre più impopolari, il partito al potere o l’alleanza elettorale hanno sempre vinto la maggioranza dei seggi al senato alle elezioni intermedie filippine, anche se con margine debole. Nelle elezioni del 2013 i candidati dell’allora presidente Aquino, molto popolare in quel tempo, vinse nove dei dodici seggi contro una quasi opposizione composta dall’allora vicepresidente Jejomar Binay.

Ma l’elezione del senato filippino è stata paragonata ad un evento di Royal Rumble nel wrestling commerciale del tipo tutti contro tutti. Mentre l’opposizione lotta, l’amministrazione Duterte ha troppi candidati, portando ad un tutti contro tutti che lascerà molti candidati di Duterte al di fuori della cerchia del numero magico 12. Questo potrebbe aprire possibili fratture politiche, quando candidati storici che non si sono sentiti trattati bene si sono spostati sull’opposizione arricchendone le fila con l’avvicinarsi di nuove elezioni presidenziali.

I presidenti filippini hanno anche una storia debole nell’assicurare le elezioni di un successore designato, se si considera che l’ultimo esempio fu Fidel Ramos, candidato favorito di Cory Aquino, che arrancò nella vittoria contestata del 1992 con meno di un quarto dei voti.

Il debutto nazionale della figlia del presidente Sara Duterte, che molti filippini considerano essere la favorita a succedere nelle elezioni del 2022, è stato tutt’altro che privo di macchie.

Sebbene abbia fatto campagna forte per la sua alleanza di baroni regionali Hugpong Pagbabago che ha nascosto il partito al governo con cui è associato il padre, ha fatto vari passi falsi come la difesa brutta legalistica della disonestà di Imee Marcos, figlia del dittatore, la quale ha affermato in modo falso di avere una laurea delle università Princeton e di una filippina.

L’atteso tsunami elettorale permetterà probabilmente a Duterte di rafforzare il suo governo populista illiberale.

Duterte ha trasgredito persino quelle limitazioni piccole del suo potere nel sistema iperpresidenzialista filippino.

Il fallimento delle passate amministrazioni di creare forti istituzioni e di ridurre in modo significativo la povertà ha creato una opportunità per l’ascesa di Duterte. Il dutertismo si basa su un presidente dal modo di parlare duro che accusa una elite corrotta di vezzeggiare i trafficanti di droga, che ha una base di massa particolarmente tra i media sociali che la sua amministrazione coltiva in modo assiduo. Ha persino dato posizioni di governo a troll importanti mentre Facebook di recente ha disattivato molti profili falsi tra i quali quelli gestiti dal manager dei media di Duterte.

Sebbene Duterte abbia fatto poco per ridurre la povertà ed una punta inflazionistica abbia colpito i poveri e peggiorato l’occupazione, il suo stile da uomo forte ha di fatto distolto l’attenzione dalla “morte dello sviluppo” nelle Filippine.

Tuttavia le più recenti presidenze filippine sono spesse partite alla grande per terminare senza fiato.

La promessa di Aquino di un percorso diritto verso un governo onesto finì, tra l’altro, ad un punto morto dopo un grande scandalo di Pork Barrel.

Mentre la corte suprema ordina il rilascio dei documenti di polizia sulle migliaia di omicidi della droga sotto Duterte, ed i rapporti iniziali mostrano un programma sospetto di copia-incolla di chi muore perché resiste agli arresti, ed una indagine in corso della Corte Penale Internazionale nonostante le Filippine si siano ritirate dall’agenzia sotto Duterte, la sanguinosa guerra alla droga sembra una questione che tornerà a perseguitarlo.

Una recente indagine sulla ricchezza crescente di Duterte da un’agenzia rispettata dei media ha provocato di ripetuti attacchi di un presidente che ha perso la freddezza, mentre continuano a comparire accuse sul figlio Paolo coinvolto nel traffico di droga.

Le azioni aggressive cinesi nel Mare Cinese Meridionale attorno all’isola di Thitu, la preoccupazione di una trappola del debito con i finanziamenti infrastrutturali cinesi e la crescente preoccupazione per l’entrata di oltre 150 mila lavoratori cinesi sono delle potenziali mine politiche.

La possibile vittoria dell’amministrazione Duterte nelle prossime elezioni intermedie filippine si potrebbero rivelare una vittoria di Pirro.

Mark R. Thompson, TheDiplomat

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