Sebbene il Debito Nascosto Vietnamita sia basso rispetto a paesi come Laos, Cambogia, Brunei e Myanmar e sia ancora gestibile e ripagabile, esso preoccupa Hanoi per i possibili contraccolpi interni
Il Vietnam non è partecipe nella nuova via della seta cinese, BRI, ma ha ricevuto tra il 2000 e il 2017 oltre 16 miliardi di finanziamenti cinesi per i progetti infrastrutturali.
Un nuovo rapporto sui programmi di assistenza economica cinese fa luce sul Vietnam dicendo che il paese accresce il proprio peso del debito verso la Cina ben oltre quello che si pensa. Ciò crea un rischio politico ed ha un peso sulle potenziali politiche del paese verso il suo potente vicino che già tende a comportarsi in modo arrogante ed intimidatorio.
Il debito nascosto di 385 miliardi di dollari
Il rapporto ultimo di AidData sui prestiti e il portafoglio di assistenza all’estero della Cina ha trovato un totale di 385 miliardi di dollari in debiti non riportati o riportati incompleti.
Il rapporto analizza 13mila progetti finanziati dalla Cina per 843 miliardi di dollari in 165 paesi tra il 2000 e 2017. Mentre sono presenti progetti non legati al BRI, si può dire di certo che i prestiti e concessioni cinesi sono cresciuti moltissimo dopo l’inizio del BRI nel 2013.
Il rapporto ha trovato che il governo medio “sottostima i propri obblighi di restituzione potenziale e reale verso la Cina di una quantità pari al 5.8% del PIL”
Come mai è cresciuto così tanto il peso del debito? Quello che AidData ha trovato è che la Cina dà poco in concessioni e che persino il proprio prestito non avviene tra stati sovrani.
“Quasi il 70% dei prestiti all’estero della Cina sono ora diretti tra compagnie di proprietà statale, banche statali, veicoli a scopo particolare, joint-venture e istituzioni del settore privato nei paesi recipienti” piuttosto che tra le istituzioni centrali del governo.
Perché questo è importante? Prima cosa il prestito non è economico. Il tasso medio dei prestiti cinesi è attorno al 4% che rappresenta quattro volte il tasso che fa il Giappone o la UE.
La seconda cosa è che la Cina domanda un alto grado di garanzie, sia in proprietà o denaro in deposito che la Cina controlla. Si sono visti conversioni di debito in azioni nello Sri Lanka e Laos.
Mentre persino la Cina potrebbe non volere andare contro un governo sovrano se non riescono a pagare il loro debito, Pechino non si fa problemi sulle imprese di stato che prendono proprietà dai loro partner d’oltremare. Per esempio una impresa elettrica cinese è subentrata nella distribuzione elettrica del Laos quando l’impresa laotiana non riuscì a pagare i debiti per la costruzione delle dighe.
Ed il debito verso la Cina è enorme: 42 paesi in via di sviluppo tra cui Laos, Brunei, Cambogia e Myanmar hanno una “esposizione di debito pubblico verso la Cina che eccede il 10% del PIL”
Dove sta il Vietnam
La situazione vietnamita è particolarmente grave per il Vietnam perché è l’ottavo paese ricevente di prestito cinese OOF tra 2000 e 2017. In tutto il Vietnam ha chiesto 16,35 miliardi di dollari secondo solo all’Indonesia nella regione.
Il Vietnam era il ventesimo maggior ricevente delle concessioni cinesi ODA, solo 1,37 miliardi. Eppure il Vietnam è stato sempre sospettoso del BRI e al momento non ci sono progetti ufficiali di infrastruttura legati al BRI.
La recente crescita vietnamita è grandiosa, in ogni trimestre tra il 2000 e metà 2021, quando il COVID-19 ha bloccato Ho Chi Minh City, il centro produttivo del paese. Man mano che il Vietnam va ad assorbire la produzione con imprese e paesi che vogliono allontanarsi dalla Cina, il vero ostacolo sono le infrastrutture.
Secondo Global Infrastructure Hub, la domanda vietnamita di infrastrutture vale 605 miliardi di dollari tra 2016 e 2040. Mentre il Vietnam diventa più ricco, è cresciuto il prestito all’assistenza allo sviluppo e di concessioni bilaterali e multilaterali. La domanda è tale che il Vietnam deve mobilitare fonti di finanziamento straniero tra le difficoltà di crescita nella partnership pubblico privato e progetti di costruzione-gestione-trasferimento e budget statali limitati.
Il BRI ha il potenziale di aiutare il Vietnam nella sua fame di capitali, e Hanoi lo ha detto pubblicamente. A novembre 2015 le due parti si accordarono per espandere il commercio bilaterale, come il commercio di frontiera, mentre il Vietnam del Nord diventava una parte della catena di fornitura della Cina.
Le due parti si accordarono a promuovere ma non a collegare il BRI cinese e la strategia di sviluppo del Vietnam del 2004 Due Corridoi ed un’Area Economica, DCAE. A novembre 2017 Vietnam e Cina firmarono un memorandum di intenti sulla implementazione congiunta del BRI cinese e il vietnamita DCAE, oltre a creare un gruppo di lavoro di cooperazione infrastrutturale e un gruppo di cooperazione finanziaria e monetaria. I capi del Vietnam parteciparono ai forum del BRI nel 2017 e 2019.
Ma in privato sia i capi che i consiglieri economici espressero grossi dubbi. Il Memorandum del 2017 non è stato applicato per varie ragioni.
Come detto prima i prestiti cinesi non sono vantaggiosi e i prestiti ODA cinesi si portano alti tassi di interessi del 3% annui che sono superiori ai tassi giapponesi, coreani o indiani.
I prestiti di credito preferenziali cinesi sono simili al credito per l’esportazione che dipende dal paese ricevente che aderisce ad una serie di richieste legate al progetto per l’uso, tra i tanti, di contraenti cinesi, insieme a termini di prestito meno attraenti rispetto ad altri donatori.
In molti casi questo rende il costo reale ben superiore di quanto sarebbe in un processo aperto competitivo.
Inoltre i prestiti cinesi sono soggetti a commissioni di impegno e amministrazione dello 0,5%.
La durata del prestito e il periodo di grazia sono più brevi degli altri.
Seconda cosa, i prestiti cinesi si portano tante condizioni in più tra cui il disegno del progetto e la gestione da parte di imprese cinesi, l’acquisto di tecnologia cinese e l’uso di operai cinesi, molti dei quali non tornano più in Cina creando risentimenti popolari.
Terza cosa, le imprese cinesi hanno una storia brutta di ritardi, mancanza di trasparenza, ulteriori costi, danni ambientali, cattiva qualità di costruzione e alti costi di manutenzione.
La linea ferroviaria Cat Linh-Ha Dong ad Hanoi, un progetto da 866 milioni di dollari è l’ultimo esempio di progetti cinesi andati a male e fonte di notevole rabbia pubblica.
Infatti nel rapporto AidData il Vietnam è il quinto paese più lento per il completamento di progetti finanziati dalla Cina con una media di 4,9 anni per progetto.
Tra i dieci paesi con progetti BRI che sono stati legati a scandali controversie ed altre violazioni il Vietnam si trova al quarto posto con cinque progetti che valgono 2,75 miliardi di US$.
La Volontà politica
Perché allora Hanoi continua a cercare i prestiti cinesi? In parte è un calcolo politico nella speranza che essere legati alla Cina più da vicino limita i comportamenti arroganti e le aggressioni.
Hanoi non ha espresso preoccupazione di finire nella trappola del debito con la Cina. Il suo debito resta gestibile e l’economia cresce a sufficienza per ripagare il debito. A differenza del Laos il Vietnam ha molte fonti di capitali.
Ma i dubbi del Vietnam sono chiaramente giustificati. Hanoi ha limitato il debito sovrano verso la Cina. Ha incoraggiato contatti non sovrani attraverso banche commerciali, imprese di stato e persino imprese private per ridurre il rischio politico. Secondo AidData debito sovrano e prestiti OOF verso la Cina sono il 6% del PIL.
Sebbene l’Indonesia in termini assoluti ha ricevuto la maggioranza dei prestiti cinesi nella regione, la situazione del Vietnam sembra più preoccupante in termini relativi. Sebbene basso il debito sovrano e OOF del Vietnam in proporzione al PIL è più basso solo a quello del Laos, Cambogia, Brunei e Myanmar.
Fintantoche il Vietnam potrà ripagare il debito nascosto cinese anche a tassi alti di interessi, il pignoratore non verrà a bussare alla porta. Ma se e quando lo farà, la guida politica di Hanoi deve attendersi una forte risposta dai cittadini nazionalisti che non si fidano affatto della Cina.
Questo è il vero rischio politico di Hanoi.
Zachary Abuza e Phuong Vu TheDiplomat