Il già capo autoritario Mahathir vuole essere il salvatore della democrazia malese
Mahathir Mohamad era la scelta improbabile per portare la Malesia lungo un percorso più democratico, perché è conosciuto come un capo autoritario che ha perseguitato senza scrupoli i suoi nemici e ha represso il dissenso.
Ma il politico testardo ancora forte alla sua età di 92 anni ha portato a termine uno straordinario sconvolgimento elettorale negando la terza presidenza al suo protetto di un tmpo Najib Razak e ponendo fine ai sessanta anni di governo del Barisan Nasional.
In molti consideravano questo compito impossibile. Ci si aspettava che l’elezione malese desse ulteriore conferma di una ritirata inesorabile della democrazia malese nel sudestasiatico. Invece è diventata un faro potente per il potere popolare.
Mahathir è ora il più vecchio politico eletto e, secondo gli osservatori, sembra intento ad usare il capitolo finale della sua vita per ripulire la Malesia di quello che lui definisce la “confusione” e creare un ricordo più positivo di sé.
“Ero molto assonnato questa mattina” ha detto scherzando nella conferenza stampa del giovedì. “Mi sono alzato tardi come anche tanta gente. Nel momento che ero in piedi, mentre facevo colazione, ho chiamato tutti e ho detto loro delle cose che dovevamo fare”.
Mahathir era un nazionalista anticonformista nei primi giorni della sua carriera politica da sopravvissuto all’espulsione dal partito dominante del UMNO, Organizzazione nazionale dei malesi Uniti, ed è diventato il primo cittadino normale ad essere primo ministro malese.
Sebbene accreditato come colui che trasformò il paese arretrato del Sudestasiatico in una economia moderna, il suo dominio, come quello del contemporaneo Lee Kwan Yew a Singapore, fu opprimente.
Sotto il suo governo durato 22 anni, la magistratura era uno strumento del governo, i media erano imbavagliati e restava ben radicato il sistema di privilegi economici per la maggioranza malay e lo stato inferiore per le minoranze cinese ed indiana.
Una delle macchie dei suoi anni al potere fu il licenziamento del suo vice Anwar Ibrahim per una lotta di potere. Anwar condusse le proteste di strada contro Mahathir ma fu arrestato per accuse di sodomia e corruzione e apparve in tribunale con i segni delle percosse della polizia.
Mahathir ebbe ambizioni stravaganti per l’economia malese sostenendo la costruzione delle due torri gemelle Petronas a Kuala Lumpur, che furono i più grandi edifici al mondo, e creando un’azienda automobilistica di stato Proton che non ebbe grandi fortune nonostante fosse sotto la protezione della competizione.
Poco prima di ritirarsi Mahathir causò la rabbia globale con un suo discorso antisemitico rivolto ai governi islamici in cui descriveva gli ebrei come portatori di una cospirazione globale per opprimere i musulmani.
Resto importante anche dopo essersi dimesso e preparò l’ascesa di Najib nel 2009 dopo aver criticato il suo successore Abdullah Ahamad Badawi per la cattiva gestione economica del paese. Nel 2013 sostenne l’elezione di Najib.
Poi è diventato il critico più feroce di Najib quando il primo ministro, considerato all’inizio come un cauto riformatore, usò l’armamentario autoritario di Mahathir per sopravvivere allo scandalo di corruzione milionaria del fondo statale 1MDB che ha danneggiato la reputazione malese.
USA ed altri paesi indagano le accuse di peculato transfrontaliero e di riciclaggio di denaro con 1MDB che era stato creato e guidato da Najib per promuovere lo sviluppo economico.
Il dipartimento di giustizia USA sostiene che almeno 4,5 miliardi di dollari sono stati rubati da amici di Najib il quale però nega tutto.
Mahathir si è riconciliato pubblicamente con Anwar, di nuovo in carcere con un’altra accusa di sodomia costruita dal BN, e si è unito all’opposizione multietnica per “salvare la Malesia” da una elite corrotta.
Mahathir che ha subito due bypass coronarici, ha tenuto una campagna elettorale molto attiva. Ha tenuto talvolta più discorsi al giorno e ha adeguato le sue tattiche all’età dei media sociali.
E’ stato salutato con ovazioni alle manifestazioni dell’opposizione ed è parso farsi gioco di un Najib plutocratico che è stato descritto come qualcuno che proverà a comprarsi la via per il paradiso per finire però all’inferno.
Quando non fu invitato ad un forum che avrebbe dovuto dibattere se alla sua veneranda età non era troppo vecchio per diventare di nuovo primo ministro, si presentò comunque.
“Per quanto attiene alla salute, non sono ancora vecchio” disse ai partecipanti sorpresi.
Per una buona comprensione si sedette sulla prima fila e twittò: “Eccomi gente. Ditemelo in faccia”.
Era il segno distintivo di chi è Mahathir, chiaramente mai sazio di scontri politici.
Prima di aver giurato ancora una volta da primo ministro, ha promesso di cercare il perdono reale per Anwar, ha criticato la legge delle notizie false introdotte da Najib senza però dire se l’avrebbe cancellata, ed ha promesso di cancellare una legge impopolare di tassazione dei beni e servizi.
Si spera che da potente figura rappresentativa della maggioranza Malay avrà il capitale politico per riformare il tendenzioso sistema elettorale che ha tenuto al potere il BN per sessanta anni e ridurre i privilegi economici per i malesi. Resta oscuro quello che farà, se lo farà, in queste aree.
“Non so se non piaccio a qualcuno. Sono una persona molto a modo” scherzava con un giornalista che domandava delle dicerie secondo cui il re malese, che lo ha fatto giurare da primo ministro, non è parso gentile verso di lui.
“Ho il sostegno della maggioranza parlamentare. Quello è ciò che dice la costituzione. Non dice se mi piaci o meno, se mi ami o meno”
L’uscita di scena di Najib Razak affossato dallo scandalo 1MDB
Dopo un’accesa campagna elettorale in cui si sono scambiati insulti con suo vecchio mentore Mahathir, la coalizione del BN di Najib è stata annientata nelle elezioni di mercoledì.
“Naturalmente ci sarà del cambiamento” ha detto Najib ammettendo la sconfitta nella conferenza stampa di giovedì con una voce emozionata. “I miei amici ed io siamo fortunati ad aver portato il paese fino a qui”
Naji è il figlio del secondo primo ministro della Malesia ed un nipote del terzo. E’ stato il sesto primo ministro malese da quando la Malesia conquistò l’indipendenza dalla Gran Bretagna.
Da economista formatosi in Inghilterra con il gusto del vestire bene, Najib srà forse ricordato per lo scandalo del fondo di stato malese 1MDB.
Nel 2015 apparvero le notizie di 700 milioni di dollari rubati dal fondo 1MDB finiti nei suoi conti personali. Ha negato ogni malefatta ed è stato assolto dalla avvocatura generale malese anche mentre le autorità USA assumono che 4.5 miliardi di dollari sono stati rubati dal fondo in una frode orchestrata da un finanziere amico stretto di Najib e della sua famiglia.
L’avvocatura generale USA ha definito lo scandalo 1MDB “cleptocrazia delle peggiori” e il fondo è sottoposto ad indagini di riciclaggio almeno in sei paesi tra cui Svizzera, Singapore ed USA.
Una denuncia del Ministero di giustizia americano in un procedimento civile ha indicato che quasi 30 milioni di dollari di denaro rubato sono stati usati per la gioielleria della moglie di Najib Rosmah tra i quali un raro diamante rosa di 22 carati incastonato in una collana.
Altre proprietà comprate con fondi includono un quadro di Picasso dato all’attore Di Caprio e i diritti di due film di Hollywood.
La vastità dello scandalo e gli altri casi di corruzione legati a Najib sono stati i fattori maggiori della sua sconfitta.
“La rivelazione dello scandalo 1MDB è coincisa con l’introduzione della nuova tassa sui consumi da parte di Najib che ha avuto un peso sulla gente” dice Adib Zalkapli della Vriens & Partners che fa consulenza di rischi. “L’opposizione ha fatto passare con successo l’idea che la tassa era il risultato dell’abuso dei fondi pubblici da parte di Najib”.
Najib presiedette il comitato consultivo del fondo fino al 2016.
Nonostante le indagine negli USA ha mantenuto i legami con presidente Trump ed è stato invitato lo scorso settembre alla Casa Bianca.
Nel passato Najib ha parlato ai media malesi sul gioco del golf con Trump ed ha detto di avere una foto con la firma di Trump “Al mio favorito primo ministro”
Najib è stato cresciuto per la massima carica sin dall’inizio. Fu eletto in parlamento all’età di 22 anni e in due anni era diventato il più giovane vice primo ministro.
Le accuse di corruzione gli giravano intorno molto prima della questione 1MDB. L’opposizione diceva che ci fu corruzione nell’acquisto del 2002 di due sottomarini francesi, quando Najib era ministro della difesa. Najib negò le accuse e non ci furono prove del suo legame con la corruzione nell’accordo.
Due guardie del corpo di Najib furono condannate dell’omicidio di una interprete e modella mongola. Un aiutante politico di Najib che era coinvolto nell’accordo del sottomarino fu anche accusato per l’omicidio ma fu poi scagionato.
Gli alleati dicono di Najib che è un gentiluomo dai modi educati con un umorismo pungente che ama golf e gatti. I suoi detrattori dicono che è un autoritario che attacca il dissenso per restare al potere.
Lo scorso mese ha introdotto una legge contro le notizie false che stabilisce pene da centomila dollari e carcere fino a sei anni. Ha negato le accuse che fosse un tentativo di zittire il dissenso.
Mentre giungevano le notizie della sconfitta del BN alle elezioni, circolarono notizie che Najib avrebbe provato qualcosa per restare al potere.
“Ci sono dichiarazioni secondo cui abbiamo tenuto incontri del consiglio della sicurezza nazionale per dichiarare l’emergenza” ha detto ai giornalisti. “Quello è un esempio delle falsità raccontate”
Mahathir, accusato anche lui di essere un autocratico che ha represso il dissenso nei suoi 22 anni di potere, ha detto che avrebbe fatto indagini sullo scandalo 1MDB senza però cercare una vittima sacrificale.
“Non cerchiamo vendetta” ha detto Mahathir. “Quello che vogliamo è il ripristino del governo della legge … se la legge dice che Najib ha fatto qualcosa di sbagliato allora dovrà pagarne le conseguenze”