Sogno dei musulmani della Bangsamoro ad una propria terra

Gli scontri armati a Mamasapano, nella provincia filippina di Maguindanao a Mindanao, e le conseguenze sul comportamento di Aquino hanno posto varie questioni nel dibattito politico filippino.

Si sono subito levate alte le voci di chi voleva rigettare completamente il faticoso percorso di pace tra governo filippino e MILF cestinando l’approvazione della Legge Fondamentale della Bangsamoro, con ragionamenti che avevano più a che fare con il pregiudizio e l’ignoranza della storia (senatore Peter Cayetano per esempio) o con la voglia di far dimettere Aquino, che con il ragionare sul trattato di pace stesso.

Qui riportiamo un articolo apparso su Rappler.com che riassume la posizione di chi riconosce il torto storico e il pregiudizio contro la popolazione musulmana e vuole provare a chiudere una guerra che non può vincere nessuno dei contendenti e che ha fatto tra l’altro oltre 140 mila morti.

“Il sogno dei musulmani della Bangsamoro ad una propria terra è molto valido”

Per vedere la profonda validità del sogno dei musulmani della Bangsmoro “all’autodeterminazione nei propri territori” il cardinale Quevedo ha invitato i cristiani a studiare la storia di Mindanao prima che arrivassero i colonizzatori spagnoli nelle Filippine.

“Credo che noi cristiani dovremmo dare uno sguardo alla storia di Mindanao prima della cristianità, e farci la nostra idea di pace su quella storia e non sui nostri pregiudizi” dice l’arcivescovo di Cotabato. “la nostra concezione della storia di Mindanao sembra iniziare con gli Spagnoli e gli americani. E’ una concezione che differisce radicalmente da quella dei musulmani e delle popolazioni locali Lumad che risalgono al periodo preispanico”. Spiega il prelato: “Noi cristiani siamo relativamente nuovi a Mindanao e conoscendo la storia dell’isola per come è, noi cristiani potremmo riconoscere la profonda aspirazione dei musulmani all’autodeterminazione nei loro territori come molto valida, per identità e sviluppo integrale”.

Quevedo ha aggiunto di essere grato moltissimo a musulmani del MILF come Murad Ibrahim, Hashim Salamat, Ghadzali Jaffar e a Mohagher Iqbal che dicono: “Anche noi abbiamo appreso la lezione dalla storia. Non possiamo reclamare l’intera isola. Possiamo solo reclamare l’autodeterminazione nei territori fondamentali”.

I commenti del cardinale sono giunti dopo alcuni giorni dai fatti di Mamasapano dove furono uccisi 44 poliziotti del SAF, 18 ribelli musulmani e 3 civili. Il bagno di sangue non solo ha gettato dubbi sul processo di pace ma ha anche alimentato i pregiudizi verso i musulmani filippini.

I critici per esempio hanno preso di mira per i suoi sentimenti antimusulmani il senatore Peter Cayetano che aveva descritto come terrorista il MILF, ora impegnato nei colloqui di pace col governo filippino.

Il governatore della regione autonoma musulmana di Mindanao, Mujiv Hataman, ha dovuto trattenere le lacrime quando ha protestato contro l’etichetta terrorista. “Il governo etichetta come terrorista la guerriglia NPA quando il gruppo comunista brucia i macchinari?” ha chiesto durante un’audizione in senato a Cayetano.

Hataman ha detto: “Voglio solo mostrare questi esempi così avremo la stessa applicazione della legge. Poiché sapete, in questa audizione, a dire il vero, quando si legge sui media sociali, quando si legge un commento contro Bangsamoro, sui media sociali sembra che questa tragedia sia un errore dell’intera popolazione Moro”.

Spinto dai commenti di Cayetano il capo negoziatore del MILF Iqbal ha aggiunto che i musulmani hanno sofferto tante ingiustizie negli anni. Un chiaro esempio fu il massacro di Jabidah che accese la ribellione Moro negli anni 70.

Quevedo che è cresciuto a Mindanao dove è stato prete e prelato là per oltre 30 anni, ha anche dettagliato le ingiustizie contro i musulmani in uno scritto del 2003 molto citato. Quevedo scriveva che “la causa radicale dell’insorgenza del meridione è l’ingiustizia” enumerando tre ingiustizie fondamentali: Quella della identità Moro, della sovranità politica Moro e dello sviluppo Integrale Moro.

A proposito dell’ingiustizia verso l’identità Moro, ha precisato che l’Islam “fu introdotto agli abitanti Indomalay di Mindanao e Sulu” agli inzi del XIV secolo. Una comunità musulmana “fioriva già a Sulu” verso la fine di quel secolo. I musulmani avevano anche i loro capi, dice Quevedo.

“Il legame religioso comune dell’Islam governava totalmente le loro strutture sociali, le loro relazioni, valori e il modo di vivere… Tale unità nella diversità era già una realtà molto tempo prima che il termine Filippino giunse a descrivere gli indio colonizzati dagli spagnoli nella seconda metà del XVI secolo”.

“Le varie campagne militari e non solo dei vari governi spagnoli, americani e filippini per soggiogare, assimilare e integrare i Bangsamoro nel corpo politico fondamentale, chiaramente senza alcuna considerazione della loro costituzione storica e culturale, è un’ingiustizia per l’identità religiosa, culturale e politica Bangsamoro” ha detto il prelato.

Sulla sovranità politica Moro Quevedo dice: “Persino prima dell’arrivo degli spagnoli nel Xvi secolo, le comunità musulmane a Mindanao avevano già le loro strutture di governo politico centrati sul Datu, i Raja e i Sultani…”

“E’ sulla base di questi dati storici che sono giunto alla seguete conclusione: per la Bangsamoro la perdita graduale di sovranità verso il govrno americano e poi filippino fu una ingiustizia fondamentale anche se alcuni dei suoi api che servivano nei governi possono essere stati consenzienti.” ha scritto Quevedo.

Risptto all’ingiustizia per lo sviluppo integrale Moro, Quevedo ha citato “la perdita di grandi pezzi di terre ancestrali Moro” che si ebbero insieme alla perdita della sovranità politica.

“La perdita di terre fu attribuito dalla negazione del governo del diritto Moro allo sviluppo integrale durante il governo del Commonwealth e dei governi dopo l’indipendenza. In tutte le dimensioni delo sviluppo umano, politico, educativo e culturale la popolazione Moro continua a arrancare dietro la controparte filippina cristiana”.

Mindanao nel complesso resta il gruppo di isole più povere delle Filippine.

“Il governo centrale di Manila può essere giustamente indicato come responsabile di questo sottosviluppo.” aggiunge Quevedo “Ma non si riesce a sfuggire all’impressione che negli anni molti capi Moro che hanno servito nei governi abbiano anche deluso la propria gente”.

Il prelato ha invitato alla fine del pregiudizio tra cristiani e musulmani.

“La giustizia verso l’identità Moro e la sovranità devono essere seriamente rispettati, ma questo compito non è affatto semplice. Pregiudizi e idee errate devono essere superate. I capi religiosi musulmani e cristiani hanno un ruolo grande in ciò. Sia il Corano che la Bibbia insegnano il rispettp, comprensione, riconciliazione ed amore”.

Paterno WsmaquelII, Therappler.

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