Il tradimento è al cuore della politica malese contemporanea?

Il movimento della riforma malese iniziò con il tradimento personale di due uomini: il premier Mahathir Mohamad e il suo vice del tempo Anwar Ibrahim.

Quale parola potrebbe meglio descrivere la politica malese contemporanea, qualcuno ha chiesto alla scrivente.

Non è una domanda semplice a cui rispondere dato che la politica malese è stata descritta attraverso lenti etno-religiose-regionali, attraverso il potere di personalità o attraverso la corruzione.

Il tradimento è al cuore della politica malese contemporanea?

Negli ultimi anni si è posta l’attenzione alla maggiore democrazia e instabilità politica mentre si apprezza la trasformazione dinamica con una nuova generazione di elettori che ha una sua voce e sfida le narrazioni politiche.

Il lato negativo coesiste con molti lati positivi ed è difficile resistere alla tentazione di usare più parole per una situazione complessa e spesso confusa.

A chi lo ha richiesto con insistenza l’unica parola singola è stata Tradimento.

Mentre si sono scritti libri sulla mobilitazione dei malesi in favore di riforme democratiche, essenzialmente il movimento della reformasi iniziò con il tradimento personale di due uomini: l’allora premier Mahathir Mohamad e il suo vice del tempo Anwar Ibrahim.

Mahathir non ha mai perdonato ad Anwar di aver sfidato e attaccato la sua famiglia nel 1998, e in modo analogo Anwar non ha mai dimenticato gli anni duri per lui e la famiglia quando fu sconfitto, demonizzato e imprigionato per vendetta.

Prosegue l’antipatia con le richieste alla Anticorruzione di dichiarazione dei redditi e le battute regolari dal momento che gli antagonismi personali di sfiducia sono profondamente radicati.

Da questo tradimento personale nacque un movimento di massa a livello politico nazionale.

Ci furono simili tradimenti personali sullo scandalo miliardario del 1MDB che venne alla ribalta nel 2015, quando i capi all’interno dell’UMNO sfidarono l’allora presidente del partito e primo ministro Najib Razak e furono espulsi dal partito per essersi schierati contro di lui.

Questi uomini, vale a dire Muhyiddin Yassin di Bersatu e Mohd Shafie Apdal con Warisan nello stato malese di Sabah, giocarono un ruolo importante nella mobilitazione per cacciare Najib e per eleggere un governo che avrebbe incriminato il premier per reati legati allo scandalo 1MDB nel 2018.

Tuttavia il tradimento più appariscente è quello pubblico della fiducia dei cittadini per uno scandalo che resta il caso più grande nella storia del mondo di cleptocrazia, uno scandalo che non sarebbe mai stato possibile senza il ruolo decisivo dell’ex premier.

Najib pagò il prezzo quando perse il potere ed è stato accusato. I cittadini malesi continuano a pagare il prezzo per i reati coinvolti e lo faranno per generazioni.

Meno apprezzato è il tradimento di Najib verso la sua base politica. Molti continuano a credere che la ragione per la perdita del potere nel 2018 fu lo scandalo 1MDB. Ciò ebbe un ruolo specialmente nelle aree urbane tra gli elettori istruiti, molti dei quali non votavano per Najib.

Una ricerca della sottoscritta su quelle elezioni generali dice che il gruppo di svolta che spostò il potere politico nel 2018 furono gli elettori delle classi inferiori e meno agiate, gli elettori tradizionali dell’UMNO.

Il governo di Najib che aumentò le tasse su questa comunità attraverso la Tassa sui Beni e Servizi, GST, e il costo della vita crescente accesero la rabbia, mentre la macchina del partito UMNO si indeboliva per l’attenzione alle elite che si arricchivano sui fondi attraverso la corruzione e il patronato.

La corruzione per 1MDB servì solo ad alimentare la cupidigia personale nell’UMNO. Il partito non proteggeva più la base malese e i più vulnerabili. Fu questo senso di tradimento percepito dalla base tradizionale di elettori dell’UMNO ad essere decisivo nella sconfitta di Najib nel 2018.

Per il tradimento di massa con lo scandalo e per aver dato per certo il voto degli elettori fedeli, il movimento politico dell’UMNO fu sconfitto.

Due anni dopo si sarebbe dimostrato decisivo l’antagonismo personale tra Mahathir e Anwar. Dall’inizio del secondo periodo di Mahathir come premier nel 2018, la sfiducia alimentò le divisioni e distrusse la necessaria cooperazione per il governo.

Nel giro di due anni, la coalizione Pakatan Harapan Save Malaysia si sciolse poiché i capi vicini ad Anwar unirono le forze per il potere e le posizioni, riportando di conseguenza UMNO e PAS al potere.

Per molti malesi avvolti nell’emozione della speranza e nella promessa di cambiamento dopo la prima svolta politica di potere del paese, questo tradimento è stato duro. Altri lo hanno visto come vendetta, perché i vecchi erano tornati al potere.

Il tradimento portò ad un periodo senza precedenti di instabilità politica cambiando le alleanze politiche. Permise a nuovi capi di arrivare al potere fuori dalle gerarchie politiche tradizionali, portando nuova linfa alla guida politica.

Ora solo qualche anno dopo Anwar è al potere grazie ad un accordo delle elite. E’ importante riconoscere che lui e la sua coalizione non conquistarono una maggioranza ed una maggioranza di elettori sia del Perikitan Nasional che del Pakatan Harapan ha votato contro la corruzione e l’Umno.

L’accordo di Anwar continua a cambiare le alleanze politiche nella sua coalizione di “unità”, Governo di Madani, ma portò al potere un capo plasmato dalle sue relazioni politiche dentro e con l’UMNO.

Chi voleva un governo differente da quello dell’UMNO ora ha lo stesso partito e pratiche al potere mentre Anwar dà i mezzi per i capi di partito e le loro famiglie di essere riabilitati compreso un patronato alimentato dalle tasse.

Le accuse politiche ricevono un proscioglimento che non è una assoluzione e si dimezza il sostegno politico per la fedeltà e sostegno politico nell’ambito degli accordi mentre si preparano chiaramente le basi per gli arresti domiciliari per coloro che si limitano a esprimere rammarico piuttosto che vero rimorso o responsabilità.

Come per Najib, il tradimento è quello pubblico, un chiaro abbandono dei principi di riforma democratica e diniego del mandato degli elettori.

La reformasi è vista finire nelle mani della persona che la usata per arrivare al potere politico. Si sono fatti pochissimi passi significativi per la riforma elettorale, per espandere i diritti politici, per rafforzare il sistema giudiziario, migliorare le relazioni tra le razze, tagliare la corruzione e controllare gli abusi di potere e il patronato.

Piuttosto che rafforzare la responsabilità politica, le istituzioni politiche e costruire l’inclusione di tutti i gruppi in Malesia, l’attenzione rimane concentrata sul mantenimento del potere politico, fino a includere una menzione personale degli arresti domiciliari in un discorso di bilancio.

Sembrano esserci poche linee rosse che Anwar non passerà pur di restare al potere.

Il parallelismo tra Anwar e Najib si estende al suo impegno con la sua base politica. Il governo di Anwar sta effettivamente punendo gli elettori che lo hanno votato, in particolare gli elettori della classe media nelle aree urbane, i non-malesi e gli elettori indiani.

L'”attacco ai ricchi” del Bilancio 2025, che prende di mira l’insensata nozione di Top 15, un concetto che non tiene conto delle esigenze di spesa delle famiglie, soprattutto nelle aree urbane, sta alimentando il malcontento e il sentimento di tradimento.

Questo gruppo paga 80% delle tasse di reddito malese che finanziano le infrastrutture e i maggiori salari per la burocrazia che Anwar prova piuttosto senza successo a portare dalla sua parte.

I sentimenti negativi potranno solo peggiorare quando coloro che pagano le tasse sul reddito saranno ulteriormente demonizzati nelle interazioni quotidiane alla stazione di servizio in un processo di rimozione dei sussidi (finora) mal gestito.

Ci sono modi migliori per aumentare le entrate in modo equo e meno divisivo. Le tasse sui ricchi dovrebbero concentrarsi sui super ricchi, sull’1% e su coloro che hanno approfittato del clientelismo. A coloro che devono pagare le tasse non dovrebbero essere concesse clemenze o posizioni politiche.

Le preoccupazioni vanno oltre il bilancio e si estendono alla governance. Se c’è una differenza significativa nel governo Madani, è che Anwar ha assunto l’islamizzazione di cui accusava l’UMNO sin dagli anni Ottanta. Le preoccupazioni delle minoranze vengono ignorate nonostante questo gruppo abbia votato in maggioranza per l’Harapan.

Il tradimento si ripete

La storia politica malese mostra che l’alienazione della propria base politica ha i suoi pericoli politici.

Il tradimento nella politica malese è tornata storicamente a infestare coloro che lo usano, sia a livello personale che politico.

Non è chiaro cosa porterà questo periodo attuale di tradimento; si sono avuti nel passato defezioni, rafforzamento degli oppositori politici riabilitati e nuovi allineamenti politici.

Persistono nelle elite ambizioni e antagonismo come anche la sfiducia. L’ombra del tradimento è sempre presente.

Per ora, il sentimento di tradimento tra i cittadini si è manifestato con un maggiore disimpegno e ambivalenza politica, e in particolare con un minor numero di votanti.

Come nel 2018, non bisogna sottovalutare la politica della delusione e della frustrazione.

Resta anche da vedere se l’inevitabile chiusura dell’era Anwar e Mahathir renderà meno decisivo politicamente il tradimento. Purtroppo, i modelli vengono spesso appresi e ripetuti.

Per ora, tuttavia, il tradimento rimane un fattore determinante per la politica nazionale, in cui le élite politiche al governo della Malesia stanno cavalcando il successo, mentre un numero sempre maggiore di elettori si sente preso in giro.

Bridget Welsh, Malaysiakini

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