Il dominio cinese nell’industria del nichel indonesiano ha trasformato il mercato in cui i compratori cinesi tirano le dinamiche di mercato
In un summit ASEAN a Giacarta di settembre 2023, il presidente indonesiano Joko Widodo e la vicepresidente USA Kamala Harris discussero le potenzialità di un potenziale accordo USA Indonesia di libero commercio specifico per minerali fondamentali, CMS-FTA.
Questo FTA permetterebbe agli USA di ricevere più nichel indonesiano per le batterie di veicoli elettrici dando all’Indonesia i benefici di incentivi fiscali per l’acquisto di Veicoli Elettrici basati sulla legge di riduzione dell’Inflazione approvato dal Congresso Americano nel 2022.
La formulazione di questo CMS-FTA è un obiettivo per le relazioni USA- Indonesia secondo la Partnership Strategica Comprensiva creatasi a novembre 2023.
Comunque il 24 ottobre nove senatori USA inviarono una lettera bipartisan al rappresentante del Commercio USA, segretario del tesoro, dell’energia e del commercio in cui esprimevano le loro perplessità sul CMS-FTA.
Le perplessità sul CMS-FTA espresse riguardano anche la protezione del lavoro in Indonesia, il dominio cinese nell’industria mineraria indonesiana, le implicazioni ambientali e la mancanza di coinvolgimento delle comunità tra i lavoratori cinesi e indonesiani.
I legislatori indonesiani dovrebbero considerarlo un campanello di allarme per riconoscere ed affrontare l’assenza di pratiche benefiche ambientali sociali e di governance nella sua industria del nichel tra cui la valutazione del ruolo degli investimenti cinesi.
Comprendere il nichel indonesiano
L’Indonesia, una emergente media potenza nell’Indo-Pacifico è il centro globale di riserve e produzione di minerali fondamentali che ha diverse risorse come rame, oro, stagno, argento, bauxite, ferro e nichel.
Un minerale fondamentale per l’industria mineraria indonesiana è il nichel nelle estese riserve del Borneo Indonesiano, nelle Sulawesi e isole Maluku con tassi di produzione ed esportazioni crescenti di molte forme di nichel.
Il Nichel indonesiano è adatto alla produzione di acciaio inossidabile e batterie per veicoli elettrici. Dal 2020 al 2022 l’Indonesia è stata al primo posto tra i produttori di nichel con il 20,6% delle esportazioni totali. Nel 2023 e 2024 l’Indonesia avrebbe dovuto produrne quasi 2 tonnellate annue.
Con la recessione indotta dal Covid-19 del 2020, i legislatori indonesiani hanno adottato nuove politiche di esportazione del minerale grezzo secondo la politica del Nazionalismo delle risorse.
Il regolamento del Ministro del Commercio della Repubblica di Indonesia n. 96/2019 sulle disposizioni in materia di esportazione di prodotti minerari trasformati e purificati mirava a garantire la resilienza e la capacità economica rafforzando la trasformazione interna e riportando il valore aggiunto nella catena di approvvigionamento del nichel.
Il governo indonesiano ha riconosciuto che esportare direttamente il minerale grezzo limita le proprie piene potenzialità economiche e perciò i regolamenti vietano l’esportazione di minerali grezzi che non siano stati processati per prima nel paese.
Prima del 2019, quando il governo indonesiano propose il divieto totale di esportazione del minerale di nichel grezzo – finalizzato l’anno successivo, durante la pandemia – il minerale di nichel grezzo estratto in Indonesia veniva esportato direttamente all’estero, con il 90% destinato alla Cina, la cui solida catena di approvvigionamento poteva alimentare l’economia del Paese attraverso la produzione di tecnologie innovative e l’edilizia industriale.
L’accesso diretto della Cina
Comunque il divieto di esportazione non impedì alla Cina di avere accesso diretto al Nichel Indonesiano. Dopo il divieto di esportazione del 2019, il presidente Widodo spinse per l’investimento diretto straniero nello sviluppare fonderie ed impianti di trasformazione.
Avendo bisogno di un accesso diretto a basso costo al nichel indonesiano, le imprese cinesi hanno investito rapidamente e massicciamente in impianti di lavorazione del nichel e dei minerali critici, pari a 30 miliardi di dollari di investimenti e impegni cinesi nel trattamento del nichel indonesiano.
A luglio 2023 con l’iniziativa cinese BRI operano 43 fonderie di nichel tra cui il parco di trattamento del nichel maggiore in Asia, l’IMIP, Parco Industriale Indonesiano di Morowali. A causa del divieto restrittivo e di conseguenza agli investimenti sostanziali cinesi, La quota totale annuale dell’Indonesia nella produzione di nichel è passata dal 16% (2019) al 42,9% (2024).
Secondo il governo di Giacarta, l’Indonesia ha usato con successo il capitale e tecnologia cinesi per diventare la forza dominante nell’industria globale del nichel mentre aggiunge valore alle capacità di trattamento nazionali.
Ma fino a che punto questo è vero? Quali sono i veri costi degli investimenti cinesi nell’industria del nichel indonesiano?
L’Indonesia ha l’obiettivo ambizioso di diventare una nazione sostenibile e sviluppata entro il 2045, con particolare attenzione alla transizione verso le energie rinnovabili. Il successo in questo settore dipende dal fatto se l’Indonesia diventerà il nodo globale per la produzione di veicoli elettrici. Purtroppo, il rapido passaggio alle energie rinnovabili comporta anche impatti negativi.
L’Indonesia si trova di fronte a un paradosso: ha il potenziale per affermarsi nel mercato globale dei veicoli elettrici, ma questo successo potrebbe amplificare le disuguaglianze interne. Inoltre, le fonderie di nichel dell’investimento cinese hanno dominato l’industria indonesiana del nichel, causando notevoli pressioni da parte delle comunità locali e gravi complicazioni ambientali.
IMIP, situata nelle Sulawesi centrali, esemplifica perfettamente questo paradosso. L’IMIP è altamente efficiente nella lavorazione del nichel grazie al suo grande sito e al numero di lavoratori – l’IMIP ha circa 120.000 lavoratori, il 90% indonesiani e il 10% cinesi – ma questo ha portato a frizioni culturali tra lavoratori indonesiani e cinesi.
La maggior parte dei lavoratori cinesi occupa posizioni manageriali e tecniche, mentre gli indonesiani costituiscono la forza lavoro principale. I lavoratori indonesiani riferiscono di casi di trattamento esclusivo e preferenziale per i dipendenti cinesi, che si riflette nelle condizioni di vita e nelle scale salariali, con un trattamento manageriale cinese che evidenzia ulteriormente queste disuguaglianze.
Inoltre, le condizioni di lavoro presso l’IMIP sono poco sicure, ci sono numerosi incidenti sul lavoro e mancanza di presa di responsabilità.
Nel solo 2023, sono morti a causa di incendi ed esplosioni 34 lavoratori, mentre altri 39 hanno riportato gravi ustioni e disabilità.
Ironia della sorte, anche se destinato a ridurre le emissioni complessive di carbonio del Paese, l’IMIP ha un’impronta ecologica significativa a causa dello smaltimento dei rifiuti sottomarini e dell’inquinamento atmosferico dovuto all’energia prodotta dal carbone.
L’inquinamento e il trattamento delle acque reflue compromettono la qualità del mare locale, portando a un declino delle popolazioni di pesci e animali marini a scapito del grave impatto sui pescatori, che hanno perso i loro mezzi di sostentamento.
Inoltre, le emissioni delle centrali elettriche provocano malattie respiratorie e tossiche nella comunità locale.
Un gioco del monopoli
Non sorprende nessuno che le imprese di processo del nichel non siano riuscite a mantenere gli standard di sicurezza e tanto meno a mitigare gli impatti ambientali. Ma le imprese e il governo indonesiano non hanno fatto alcuna azione per affrontare queste questioni.
Il Gruppo Tsingshan, grazie a diverse joint venture con società controllate cinesi e indonesiane, possiede essenzialmente il 66,25% dell’IMIP, mentre Bintang Delapan Investment (un’azienda indonesiana nazionale) detiene il 33,75% delle azioni.
Dopo il divieto di esportazione del minerale grezzo imposto dall’Indonesia nel 2019 e il massiccio arrivo di parchi industriali a investimento cinese che dominano i mercati indonesiani del nichel lavorato, le piccole società minerarie indonesiane locali non possono più vendere il nichel ad altri acquirenti esteri.
Questi grandi parchi industriali insieme al divieto di esportazione hanno portato ad un mercato oligopsonio (Wikipedia L’oligopsonio è una forma di mercato in cui la domanda è concentrata in un ristretto numero di operatori, mentre l’offerta è frammentata in un numero indefinito di operatori. ) dove i compratori concentrati cinesi influenzano in modo sproporzionato gran parte del mercato del nichel indonesiano che è davvero diretto a vendere per la Cina.
Ciò permette alle imprese cinesi di monopolizzare la domanda di nichel indonesiano e fare pressioni sulle imprese locali di estrazione a vendere il nichel al di sotto del prezzo di mercato. La conseguenza è una diminuzione di profitto per le imprese indonesiane che devono tagliare i costi a spese dell’ambiente e della sicurezza sul posto di lavoro.
L’iniqua distribuzione delle quote azionarie e la monopolizzazione dei mercati indonesiani evidenziano la portata e la natura dell’industria del nichel “indonesiana” controllata dalla Cina. L’IMIP è solo uno dei tanti siti di lavorazione del nichel che si trovano ad affrontare problemi simili.
La BRI è profondamente legata a connotazioni positive che stimolano l’economia indonesiana e creano posti di lavoro; in realtà, però, queste fonderie e impianti di lavorazione hanno indotto problemi più interni.
Le fonderie vanno principalmente a beneficio di un piccolo gruppo di individui, in gran parte centrati all’interno del governo e dei conglomerati con sede nella capitale indonesiana, Giacarta.
Nel frattempo, i lavoratori sul posto lottano per sbarcare il lunario.
I politici indonesiani dovrebbero chiedere alle aziende cinesi una maggiore responsabilità per gli incidenti e i danni ambientali.
Gli stakeholder nazionali potrebbero attuare politiche rigorose che richiedano a queste aziende di assumersi la piena responsabilità per qualsiasi danno causato e di partecipare attivamente agli sforzi di riparazione.
Se le aziende cinesi si opponessero a queste richieste, l’Indonesia potrebbe sfruttare questa situazione come un’opportunità per cercare investimenti e/o accelerare gli investimenti in corso da Paesi con standard lavorativi e ambientali più elevati, come Giappone, Corea del Sud e Stati Uniti.
La diversificazione degli investimenti aiuterebbe l’Indonesia a ridurre l’influenza monopolistica delle imprese cinesi e a creare un ambiente di mercato più competitivo ed equo, favorendo migliori pratiche lavorative e ambientali
Kayla Anandia, PACFORUM