Le famiglie ricollocate sono state portate ad un chilometro di distanza nella provincia di Kampong Chhang e nel distretto di Rolea Bier.
Le famiglie restanti possono restare perché usano reti gallegianti per allevare i pesci e saranno spostati a luglio.
“Ritarderemo la ricollocazione delle famiglie che allevano pesci per non danneggiarli” hanno detto le autorità mentre si completano nel frattempo le infrastrutture sul suolo dove saranno ricollocati.
Tra le infrastrutture in preparazione ci sarebbero quelle necessarie per fornire acqua ed elettricità oltra che a qualche struttura sanitaria a “chi può stare legalmente in Cambogia”, mentre saranno deportati in Vietnam coloro che non ha la documentazione necessaria.
“Secondo la legge gli immigrati clandestini saranno deportati” ha detto Sun Sovannarith.
Questa notizia è stata confermata anche da Sam Chankea di Adhoc della provincia di Kampong Chhang che ha ammesso che sono state ricollocate moltissime famiglie ad eccezione di un 700 di famiglie di popolazione vietnamita.
I luoghi della ricollocazione non sono stati completati e la terra è assegnata come concessione ai vietnamiti che “appartengono ai villaggi Khmer”.
Il portavoce di Adhoc Soeng Sen Karuna ha detto che i vietnamiti continueranno ad abitare i villaggi galleggianti a Tonle Sap finché non si eradica la corruzione, perché le famiglie vivono della pesca e le autorità con una qualche bustarella girano lo sguardo dall’altra parte quando si erigono strutture sul lago.
“Tonle Sap è un lago pubblico e non dovremmo permettere la costruzione di strutture abusive”
Il presidente dell’associazione Khmer Vietnamita Sim Chi aveva espresso preoccupazioni che il governo spostasse le persone prima che fossero realizzate le infrastrutture di base ed aveva chiesto perciò l’intervento del ministro dell’interno.
Ha anche fatto notare che queste popolazioni vietnamite sono residenti cambogiani da tante generazioni e che chiunque viva in Cambogia da oltre sette anni ha il diritto di chiedere la residenza.
Questa ricollocazione dei villaggi galleggianti segue una campagna di due anni che ha visto il rimpatrio per tantissime persone che vivevano su Tonle Sap.
Il lago è minacciato dal riscaldamento globale, dallo sfruttamento intensivo della pesca e dal cambiato regime delle acque che entrano ed escono dal lago. Perciò c’è una minaccia ambientale seria sul lago (non ultime le dighe sul fiume Mekong, NdT)
A novembre Pot Kimsruoy, presidente della ONG Protezione dei diritti etnici, aveva salutato positivamente la protezione ambientale del lago, esprimendo la preoccupazione della gente su suoli ancora non dotati di infrastrutture. Inoltre una volta che si accettano degli immigrati bisogna proteggere i loro diritti fondamentali.
Tra Vietnam e Cambogia l’animosità risale molto indietro nel tempo e si era riaccesa con l’invasione vietnamita del 1979 che cacciò il governo del Khmer Rossi e che aprì la strada all’ascesa al potere di Hun Sen.
Le accuse sulla linea di demarcazione della frontiera Cambogia Vietnam sono diventate argomento di dibattito politico perché l’opposizione a Hun Sen ha provato a raffigurarlo come un pupazzo di Hanoi.
https://www.rfa.org/english/news/cambodia/eviction-01042019150151.html