Le conclusioni del COP26 di Glasgow e le implicazioni per il Sudestasiatico

La 26ma conferenza delle parti a Glasgow ha enormi implicazioni per il Sudestasiatico tra scappatoie e cose da ricordare.

Si è conclusa la 26ma Conferenza delle Parti a Glasgow che ha varie implicazioni per il Sudestasiatico.

E’ stato un evento straordinario in presenza organizzato a tutti i costi dal Regno Unito a cui hanno partecipato 120 capi di stato e di governo, cosa che non si vedeva dall’accordo di Parigi del 2015.

Il presidente cinese Xi Jinping e il russo Vladimir Putin hanno scelto di non partecipare ma sono state prodotti vari impegni politici molto significativi: La dichiarazione congiunta di Glasgow USA-Cina sul rafforzamento dell’azione per il clima negli anni 2020, la dichiarazione dell’India di raggiungere il bilancio zero delle emissioni per il 2070, la dichiarazione dei Leader di Glasgow sulle Foreste e l’Uso del Suolo, e l’Impegno Globale sul Metano guidato in modo congiunto tra USA ed Europa.

Di seguito è mostrata la tavola degli impegni sottoscritti dei paesi del Sudestasiatico da prendere però con le pinze: le promesse di alto livello non portano necessariamente alla loro adozione ed applicazione.

impegni ed implicazioni per il Sudestasiatico
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Ci sono sei cose importanti da ricordare.

Il ruolo critico dell’Indonesia

L’impegno indonesiano a ridimensionale i sussidi ai combustibili fossili e l’obiettivo globale di porre fine alla deforestazione per il 2030 contribuirà ad una riduzione significativa delle emissioni di gas serra a livello regionale. L’Indonesia è sia il grande emettitore della regione ed anche il maggior bacino carbonifero.

Ma i piani del paese di eliminazione progressiva degli impianti di generazione a carbone per il 2040 si porta dietro tanti cavilli che secondo gli ambientalisti sono un modo del governo Jokowi di estendere la vita all’industria del carbone.

Prima del COP26 il presidente Jokowi ha di frequente affermato che il paese ha fatto la sua parte nel portare avanti gli obiettivi del clima come gli sforzi positivi nel conservare le foreste con la sua moratoria sui permessi di nuovo diboscamento e di nuove piantagioni.

Il nuovo accordo sulla deforestazione pone maggiori responsabilità sui paesi con bacini carboniferi e permette risarcimenti più favorevoli assegnando un pacchetto da 20 miliardi di dollari per la protezione delle foreste e il loro ripristino. Ci sono anche dubbi secondo cui l’uscita graduale dal carbone e la fine della deforestazione possano danneggiare l’economia indonesiana.

La promessa mancata della finanza per il clima

E’ venuto meno l’impegno dei paesi sviluppati a mobilitare 100 miliardi di dollari annualmente nella finanza per il clima per il 2020 per sostenere la mitigazione e l’adattamento.

Le cifre del OECD mostrano che la finanza per il Clima ha raggiunto 79 miliardi nel 2019 senza alcuna chiarezza se l’impegno è finanziato dalla finanza pubblica o privata. I dati di Oxfam indicano anche che il livello attuale di fondi specifici per il clima è appena un quinto della cifra prominente se si escludono i prestiti.

La promessa mancata della finanza per il clima penalizza molti paesi del Sudestasiatico con tanti che sottolineano il bisogno di assistenza internazionale nei Contributi Determinati a Livello Nazionale, NCD. Indonesia, Filippine e Cambogia in particolare si sono impegnati nell’ambiziosa riduzione di emissioni di carbonio a condizione della assistenza internazionale.

Riduzione invece di uscita dall’elettricità da Carbone

La richiesta del segretario generale dell’ONU Antonio Guterres di “consegnare il carbone alla storia” non è stata accolta. Una promessa globale di porre fine al carbone non è stata sostenuta da USA né dalla Cina. Il presidente Biden è stato criticato per cosa ha detto a Glasgow dove si è rifiutato di unirsi al patto mentre firmava numerosi permessi di esplorazione petrolifera a casa sua.

L’accordo dell’ultimo minuto tra Cina ed India ha portato ad annacquare la promessa dall’uscire gradualmente dal carbone al ridurre gradualmente la produzione di energia da carbone.

E’ un passo avanti storico il fatto che sia stata usata la parola carbone nel testo, ma è al limite del credibile pensare che il combustibile fossile col maggior peso nel riscaldamento globale non sia mai stato citato nei precedenti 25 trattati.

Il compromesso è stato etichettato come una scappatoia per i paesi che fanno uso intensivo del carbone affinché possano continuare ad emettere al di là della retorica che danno le parole ‘inesorabile’ ed ‘inefficiente’.

Ha deluso anche l’attitudine cinese nella conferenza. All’inizio dell’anno, il presidente Xi Jinping diede un barlume di speranza negli impianti di carbone all’estero tra cui l’ASEAN. Ora che la Cina si impegna nazionalmente a ridurre il consumo di carbone è stata colpita la sua guida di spicco sul clima.

Nuovi impegni alla riduzione delle emissioni di metano

Finora la discussione sulle emissioni di metano è stata alquanto marginale. Ridurre le emissioni di questo gas serra che ha un’alta capacità sul riscaldamento globale, offre una via più veloce per rallentare il riscaldamento globale.

Oltre 100 paesi tra cui Singapore, Indonesia, Vietnam e Filippine si sono impegnati al taglio delle emissioni di metano per il 30% entro il 2030.

Comunque Cina, Russia ed India che contribuiscono insieme per il 35% delle emissioni globali di metano non hanno aderito, ma li si deve far partecipare.

Il terreno comune tra USA e Cina

E’ stato accolto molto bene il fatto che i due maggiori produttori di CO2 hanno alla fine raggiunto un terreno comune per rafforzare l’applicazione dell’accordo di Parigi.

La cosa ha una conseguenza positiva per il Sudestasiatico dove le due grandi potenze competono per la propria influenza strategica. Si spera che USA e Cina possano collaborare per ridurre la mancanza dei tanto necessari investimenti sul clima nella regione. La Cina potrebbe concentrarsi a dare investimenti verdi e a implementare calcoli di rischio climatico nel suo BRI. Gli USA da parte loro con la loro nuova iniziativa B3W possono dare la costruzione delle capacità e le conoscenze tecnologiche e portare quelle industrie che possono fare la propria parte nella transizione della regione verso le basse emissioni di carbonio.

Finalizzazione del regolamento

La buona notizia da Glasgow è la finalizzazione del Regolamento di Parigi dopo sei anni di discussioni sulla trasparenza, sulle scadenze comuni e l’articolo 6.

Gli ultimi disaccordi erano sul riporto dei crediti di carbonio dal Protocollo di Kyoto, se la quota dei proventi dovesse andare ad un Fondo di Adattamento ed assicurare che i crediti siano di elevata qualità. Il regolamento finale aiuterà i paesi a rendere operativi le misure con maggiore chiarezza e trasparenza.

La ministra dell’ambiente di Singapore Grace Fu, che ha presieduto insieme alla Norvegia i negoziati sul difficile articolo 6, lo saluta come una vittoria del multilateralismo. Con vari paesi dell’ASEAN che già pianificano di entrare nei mercati volontari di carbonio, l’articolo 6 promette forti incentivi per paesi come Indonesia e Vietnam che vogliono proteggere le foreste e raggiungere gli obiettivi di mitigazione.

Il lavoro a casa del dopo COP26 per i paesi sarà di integrare i loro nuovi impegni in un NDC migliorato per il 2030 ed applicarlo integralmente.

Secondo UNEP, programma ambientale dell’ONU, il mondo si avvia ad una crescita della temperatura globale di 2,7 gradi anche dopo aver tenuto conto di un NDC aggiornato. In un appendice al suo Rapporto UNEP sul Divario di Emissioni 2021 avvertiva che dal momento che questi annunci globali non fanno parte degli impegni nazionali la cifra non si sposterà di molto.

Se sarà applicato interamente il riscaldamento potrà fermarsi a 2,2 gradi che è in qualche modo lontano dai 2 gradi per non parlare del 1,5.

Alok Sharma, presidente del COP26 ha detto che l’obiettivo di 1,5 gradi è stato tenuto vivo ‘ma il suo battito è debole’. Per tenere in vita l’obiettivo del 1,5 gradi ci vorrà che tutti i paesi applicano gli impegni presi con effetto immediato.

Da ospitante del COP27 l’Egitto avrà il compito ingrato di spingersi oltre i limiti.

Sharon Seah|Melinda Martinus|Ryan Wong, FULCRUM.SG

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