La legittimità sempre più tenue del governo a guida militare della Thailandia ha subito un altro colpo quando un rapporto nei media thai del 9 marzo ha detto che il ministro dell’agricoltura Thammanat Prompao è forse coinvolto nell’incetta di mascherine, che si vendono a prezzi inflazionati, a favore di commercianti cinesi.

Il governo guidato dal generale Prayuth vola basso da mesi per l’economia agonizzante, per i tentativi di bloccare un movimento democratico popolare ed altre questioni come la radicata corruzione endemica.
Dopo la dissoluzione del partito di opposizione FFP da parte della Corte Costituzionale gli studenti universitari e delle scuole superiori hanno protestato in tutto il paese per quello che credevano, al pari della comunità internazionale, uno sforzo politicamente motivato del potere di respingere la minaccia del partito progressista.
Alcuni analisti hanno iniziato a credere che, se sostenuto, il movimento democratico potrebbe servire come uno strumento per rimuovere Prayuth e gli alleati militari che governano dal golpe del 2014 che abbatté un governo eletto.
Il sostegno al governo scompare quasi dal giorno in cui in Thailandia non solo nella generazione più giovane che sostiene il partito disciolto, che ricevette oltre 6 milioni di voti nelle elezioni generali del 2019, ma persino in molti che sostennero Prayuth ed il suo Palang Pracharat alle scorse elezioni.
Thammanat, un ex capitano dell’esercito, è già uno dei personaggi più controversi nel governo ed il suo coinvolgimento nello scandalo delle mascherine mette sotto la lente le storie di vari anni passati di ufficiali dell’esercito con il naso nella loro mangiatoia.
Thammanat ha negato ogni legame ad una connessione di un suo stretto consigliere con il presunto possesso di 200 milioni di mascherine di un uomo d’affari così importanti nella diffusione globale del COVID-19. L’uomo d’affari aveva messo su Facebook immagini sue insieme a Pittinan Rakiat, un parlamentare del partito dei militari del Palang Pracharat che è anche aiutante di Thammanat, vicino ad un grande accumulo di mascherine inscatolate.
Secondo dati del tribunale australiano svelati dai giornalisti lo scorso anno, oltre 20 anni fa l’allora ventisettenne ammise la colpevolezza di traffico di eroina passando quattro anni in carcere.
Con forza aveva provato a contrastare le richieste dell’opposizione secondo cui la condanna lo rendeva ineleggibile. Thammanat, che fu anche accusato di omicidio in Thailandia ma poi prosciolto, non ha mai concesso di aver ammesso la colpevolezza nonostante le prove contrarie. Durante il dibattito parlamentare di censura lo scorso mese affermò che gli oltre tre chili di eroina a cui le autorità australiane lo legavano erano di fatto farina.
Le ultime notizie su Thammanat si aggiungono alla critica montante del governo per la cattiva gestione del Coronavirus. Sia la gente che i lavoratori sanitari lamentavano di una grave mancanza di mascherine che li proteggono dalla diffusione del virus, e questa vicenda di un Thammanat screditato e ridicolizzato con legami all’uomo d’affari ha alimentato di più le critiche.
Il 12 marzo le autorità thailandesi riportavano 11 nuovi casi di coronavirus portando la conta totale a 70, ritenuto basso per la mancanza di controlli diffusi. Poi il 13 marzo è uscita la notizia che un avvocato del Club di Aiuto delle Vittime del Crimine ha denunciato alla polizia che un gruppo di altri politici erano in collusione con 14 imprese private per accaparrarsi le maschere dal mercato.
In aggiunta alle preoccupazioni del governo, un suo partito della coalizione il Partito Democratico, considerato dai critici un fantoccio del potere militare, ha persino pensato ad uscire dal governo.
La critica dei parlamentari del partito democratico era stata fatta uscire dal media sociale Line e pubblicata su Facebook. Il nuovo media online Thai Enquirer ha intervistato il parlamentare Panich Vikisreth che confermò che il partito avrebbe lasciato la coalizione se Thammanat non fosse stato rimosso dall’incarico.
Il governo di coalizione ha avuto una maggioranza sottile in parlamento che ha però rafforzato con la dissoluzione del FFP. 55 parlamentari del disciolto FFP hanno formato un nuovo partito, Move Forward, ma il potere reale nella scommessa del disciolto partito di democratizzare, demilitarizzare e decentralizzare il paese proveniva dagli sforzi di mobilitazione dell’ex capo Thanatorn.
Il capo carismatico, figlio miliardario di una delle famiglie della manifattura maggiore del paese, guarda di fare pressione sul potere thai con un movimento democratico nazionale che ha chiamato Future Forward Movement.
Comunque Thanathorn, già messo fuori dalla politica per 10 anni, è stato accusato di crimini penali che potrebbero portargli una sentenza a carcere di dieci anni. Questa settimana la Commissione Elettorale ha annunciato che avrebbe portato avanti le accuse penali contro il giovane politico per aver violato la legge elettorale detenendo azioni in una impresa dei media durante la campagna elettorale dello scorso anno. Se condannato si aprirà una grande convulsione tra le generazioni più giovani degli elettori.
Il 5 marzo ad una conferenza del FCCThai Thanathorn descriveva l’attuale momento come il più fecondo degli ultimi decenni per un movimento democratico in vasta scala che possa aver successo a causa dei fallimenti del regime di Prayuth a gestire l’economia e a mantenere la giustizia sociale.
Molti critici del governo sospettano da tempo che un governo indebolito potrebbe aprire lo spazio per un golpe militare del generale Apirat Kongsompong, profondamente odiato dai sostenitori dell’opposizione, il quale se dovesse fare un golpe distruggerebbe l’attuale costituzione e nominarsi primo ministro.
Uno scenario più probabile secondo varie fonti è che, nel caso si espandesse il movimento democratico antigovernativo, potrebbero essere sostituiti da alleati del vecchio potere i tre generali ex comandanti dell’esercito, Prayut Chanochoa, Prawit Songsuwan e Anupong Paochinda.
Un simile scenario potrebbe funzionare bene con alcuni vecchi sostenitori del potere che hanno accresciuto le critiche contro Prayuth e Prawit senza però voler sostenere Thanathorn ed il movimento democratico studentesco.
Infatti sin dal golpe del 2014 c’erano dicerie secondo cui alcuni fedeli del vecchio potere non volevano Prayuth e più in particolare Prawit al potere, ma l’autorità di Prawit tra i militari ed i legami con le elite economiche lo rendevano un intoccabile.
Jason Johnson, Asiasentinel