Il ministro della difesa USA fa una visita in Indonesia e Filippine per consolidare la strategia dell’ Indo-Pacifico.
Ad un mese dalla fine del mandato di Trump in realtà guarda più le dinamiche interne americane e l’arrivo di Biden che alle vicende del Sudestasiatico.
Christopher Miller, ministro facente funzione degli USA, prova secondo alcuni esperti a creare un terreno per il ministro futuro dell’amministrazione Biden che lo vincoli in modo pesante nelle sue politiche verso la Cina, raccogliendo adesioni alla politica “a uso duro” di Trump verso la Cina in Indonesia e Filippine.
Esamineremo questa visita attraverso due articoli sui due paesi, Indonesia e Filippine, di due giornaliste, Amy Chew e Raissa Robles.
Visita di alto livello tra USA Indonesia
Ad un mese prima della scadenza del mandato di Presidente USA di Donald Trump, il suo ministro facente funzione era in Indonesia per guadagnare sostegno alla posizione dura di Trump verso la Pechino, mentre alcuni analisti considerano questa visita come un tentativo di incastrare il nuovo presidente eletto Biden nelle sue politiche verso la Cina.
Il ministro facente funzione Christopher Miller, è stato accolto da una guardia d’onore a Giacarta prima di un incontro con la controparte Prabowo Subianto e con il ministro degli esteri Retno Marsudi e il capo dell’aviazione Hadi Tjahjanto.
“In tutti gli incontri il segretario ha sottolineato l’importanza che il ministero della difesa pone sulle partnership bilaterali e nell’assicurare un Mare Cinese Meridionale e regione Indo-Pacifico aperti e liberi” diceva la dichiarazione del Ministero della Difesa USA.
“Con il ministro Prabowo il ministro ha discusso la sicurezza marittima, gli acquisti della difesa, la condivisione di informazioni e l’istruzione militare. Il segretario ed il capo dell’aviazione Hadi hanno discusso il Mare Cinese Meridionale e le opportunità di accrescere l’addestramento militare tra i due paesi”.
L’esperto del National War College Zachary Abuza sostiene che l’amministrazione Trump è stata “attenta in modo singolare alla minaccia della Cina” e continua a provare a mettere insieme “un gruppo di paesi che condividono le inclinazioni ideologiche e la paura della Cina”, tra cui l’Indonesia.
“Credo che l’amministrazione Trump voglia fare le cose per rendere difficile all’amministrazione Biden di invertire o di ritornare sui passi senza conseguenze politiche” ha detto Abuza che è specializzato in terrorismo e affari della sicurezza.
”Gli USA vedono l’Indonesia come un partner cruciale nel contenimento della Cina: controlla vie di mare di comunicazione , hanno una sfiducia storica nella Cina, una disputa territoriale con la Cina, è il leader naturale del ASEAN ed ha forze armate in disperato bisogno di modernizzarsi. Ciononostante gli USA fanno assunzioni false sulla volontà dell’Indonesia di contrastare la Cina, o sulla centralità della sua posizione di paese non allineato nella propria politica estera”.
L’Indonesia non si considera come una delle parti nella disputa del Mare Cinese Meridionale, ma i diritti storici reclamati da Pechino, demarcati nella famosa mappa delle nove linee, si sovrappongono alla Zona Economica Esclusiva vicino alle isole Natuna lungo la costa di Sumatra.
A gennaio scorso l’Indonesia schierò la propria aviazione e le navi da guerra per pattugliare l’area delle isole Natuna ed impedire l’entrata della guardia costiera e della flottiglia di pescherecci cinesi.
Lo scorso mese il capo della marina Yudo Margono annunciò il trasferimento del quartier generale del gruppo di combattimento navale da Giacarta alle isole Natuna per proteggerle dalle incursioni cinesi ed in anticipazione di un possibile conflitto nella regione tra USA e Cina.
Cina, Filippine, Vietnam, Malesia, Brunei e Taiwan reclamano parte del MCM attraverso cui passa un commercio marittimo del valore di oltre 3 miliardi di miliardi di dollari. Pechino ha costruito isole artificiali e mandato guardia costiera e navi di ricerca nell’area ricca di risorse naturali per rafforzare le proprie richieste.
Il segretario di stato USA Pompeo ha già annunciato un rigetto formale della “maggioranza” dei reclami in mare della Cina, dicendo che il mondo “non permetterà a Pechino di trattare il Mare Cinese Meridionale come il proprio impero marittimo”
Pechino ha risposto che con questa affermazione Washington danneggia la pace e la stabilità regionali.
Abuza ritiene che “Dalla visita del ministro Mller si evince poca volontà”.
“Certo, l’Indonesia ha una disputa con la Cina nel MCM ma crede che la politica USA che si basa su Operazioni di Libertà di Navigazione sia provocatoria nei suoi intenti” e l’Indonesia non vuole essere tirata a tutti i costi dentro un conflitto o guerra commerciale USA Cina.
“La Cina è il maggior partner commerciale dell’Indonesia. E mentre oltre un milione di dosi di vaccino sono una goccia nel mare, per gennaio la Cina avrà distribuito quasi 50 milioni di dosi o i materiali grezzi per produrlo. Gli USA sono del tutto assenti su questo campo” dice Abuza riferendosi all’invio cinese di vaccini in Indonesia.
Anche Collin Koh, studioso del Institute of Defence and Strategic Studies, ritiene che l’Indonesia, mentre ha contrastato le richieste cinesi nel MCM ed ha fatto azioni nel Mare di Natuna per contrastare quello che considera incertezze crescenti, è anche stanca dell’evolversi della rivalità USA Cina e delle tensioni associate nella regione.
“Questo vuol dire che Giacarta è cauta a non farsi intrappolare in questi sviluppi” dice l’esperto. “Perciò per quanto l’amministrazione Trump speri che Giacarta possa erigersi in modo più risoluto dalla sua parte a contrastare la Cina, il governo Jokowi sarebbe più incline a seguire la linea tradizionale di perseverare la sua strategica autonomia nelle relazioni con le grandi potenze e nelle questioni del MCM” dice Koh.
Se Washington è in cerca di una dichiarazione più stridente di quanto già fatta da Giacarta, pone le speranze nel posto sbagliato, secondo Natalie Sambhi di Verve Research, ONG attenta alle relazioni tra militari e società del Sudestasiatico.
Sambhi dice che l’Indonesia continua ad affermare la legge internazionale e la sovranità sulle aree nella sua zona economica esclusiva di Natuna che la Cina reclama tra i propri diritti.
“Il gesto pubblico più rassicurante potrebbe essere di annuire sorridendo, date le relazioni complesse di Giacarta con Pechino” afferma la ricercatrice.
Koh considera la visita del segretario USA come uno sforzo dei ministeri USA di consolidare le relazioni prima della scadenza del mandato di Trump.
“Cerco di vedere queste azioni più come provare a rassicurare i paesi della regione del sostegno USA non ultimo per le questioni del MCM o verso la Cina in generale” dice Koh il quale aggiunge che la visita vuole anche cementare ulteriormente le politiche attuali rendendo più difficile per Biden invertirle.
Natalie Sambhi di Verve Research dice che il momento di questo viaggio suggerisce che l’amministrazione Trump “prova a cementare la sua eredità di un Indo Pacifico Libero ed Aperto” prima che subentri Biden.
“Come tale la visita prova ad accrescere il sostegno per le grandi dichiarazioni di Trump sulla Cina, le sue responsabilità per il coronavirus e il MCM”.
Mill andrà martedì nelle Filippine dove il presidente Duterte ha messo per lo più da parte una decisione arbitrale del 2016 che di fatto nega alla Cina il reclamo storico sulla gran parte del MCR.
Mentre ha salutato le promesse di Pechino di investimenti miliardari, gran parte dei quali non si sono materializzati, quest’anno ha preso una posizione più dura sulle dispute in mare con molte proteste lanciate verso Pechino per le sue attività in mare. Le Filippine esaminano anche degli accordi sul vaccino tra i quali il cinese Sinovac.
Abuza del National War College dice che la politica di accontentare la Cina è fallita. Predisse che la Cina avrebbe “accelerato le azioni senza però arrivare alla guerra per applicare la propria sovranità” nel MCM.
Secondo Koh gli investimenti cinesi e l’accesso continuato al mercato saranno fondamentali per la ripresa economica filippina dato l’impatto notevole del COVID-19 sull’economia del paese.
“Detto questo, è chiaro che Manila stessa accetta di buon grado di mantenere i legami di difesa e sicurezza con Washington come dal trattato di Mutua difesa. E i rappresentanti di entrambe le parti hanno le rassicurazioni che tali interazioni continueranno indipendentemente da chi siede alla Casa Bianca. In un certo senso l’amministrazione Biden potrebbe beneficiare e costruire sullo stato attuale delle relazioni”. ()
Amy Chew SCMP
Il dono di addio inatteso di Trump alle Filippine
Le Filippine martedì hanno ricevuto un inatteso dono di distacco dall’amministrazione uscente americana di Donald Trump del valore di 29 milioni di dollari in equipaggiamento della difesa.
Il ministro della difesa filippino Delfin Lorenzana, che ha ricevuto il dono dal ministro USA facente funzione Christopher Miller, ha definito il dono inatteso “un simbolo della continuata calda alleanza tra Filippine ed USA”
Questa generosità militare USA è l’ultima di una serie di offerte che Washington ha di recente dato alle Filippine mentre cerca di contrastare la Cina nel MCM. Altri doni includono armi di precisione guidate del valore di 18 milioni di US$, un sistema aereo senza pilota ScanEagle per la Marina Filippina, e aiuti alle vittime dell’ultimo tifone che ha colpito il paese per oltre 23 milioni di US$.
Lorenzana ha notato che “le Filippine sono il percettore maggiore dell’assistenza militare USA nella regione dell’Indo Pacifico” sebbene non abbia parlato di quanto discusso con Miller. Una dichiarazione del ministero diceva che entrambi i rappresentanti “hanno accettato di accrescere l’impegno militare tra i due paesi” un riferimento di traverso al trattato VFA tra i due paesi che Duterte aveva cancellato all’inizio dell’anno per poi farlo ritornare.
Secondo l’ambasciata USA, Miller “ha sottolineato l’importanza dell’alleanza USA Filippine per la sicurezza nazionale e regionale e ha discusso le opportunità per una cooperazione di sicurezza bilaterale per mantenere una regione Indo Pacifico aperta e libera”
Prima della visita di Miller era scoppiata una guerra di parole tra l’inviato cinese a Manila, Huang Xilian, e Miller su un articolo di Miller pubblicato su The Philippine Star.
Miller reiterava la strategia di sicurezza nazionale di Trump, che includeva “denunciare con forza le attività coercitive e destabilizzanti della Repubblica Popolare Cinese nella regione, particolarmente il MCM”
Miller ha detto che gli USA consideravano la decisione del 2016 del Tribunale Arbitrale del UNCLOS, che invalidava le richieste cinese nel MCM, “la decisione finale e legalmente vincolante tra Cina e le Filippine”
“In modo consistente con quella decisione gli USA rigettano esplicitamente tutte le rivendicazione in Mare della Cina nella zona economica esclusiva delle Filippine” ha scritto Miller nell’articolo. “Rigettiamo anche tutte le rivendicazioni cinesi in mare che derivano dalle isole nelle Spratly che si sovrappongono con le zone economiche esclusive del Vietnam, Malesia, Brunei e Indonesia a causa del fallimento della Cina a presentare una rivendicazione marittima coerente che sia consistente con i trattati firmati da Pechino”.
Ha aggiunto poi: “Siamo d’accordo con i nostri amici stretti nel ASEAN che le regole si applicano nel MCM e li applaudiamo perché si battono per quel diritto”
Huang ha definito il pezzo di Miller “pieno di accuse senza basi contro la Cina e errori colossali sul MCM” e la situazione regionale, ed ha aggiunto che “gli USA sono la principale spinta alla militarizzazione nel MCM e il fattore esterno più pericoloso per la pace e la stabilità” della regione.
“Lo scopo della visita di Miller non è di promuovere la pace e la stabilità regionale, ma di creare caos e scontro nella regione fino all’ultimo minuto della vecchia amministrazione” ha detto Huang.
Huang ha anche attaccato il riferimento di Miller al UNCLOS dicendo che “ironicamente gli USA stessi hanno rifiutato di entrare e rispettare UNCLOS di per sé”
“L’attuale amministrazione USA si è ritirata da molti trattati internazionali di chiunque prima, rendendosi la forza più danneggiante dell’ordine attuale internazionale” ha detto Huang.
L’ambasciatore cinese ha anche criticato AMTI, gruppo di esperti della Asian Maritime Transparency Initiative, che ha pubblicato un rapporto in cui dice che la guardia costiera cinese aveva accresciuto il pattugliamento nel MCM durante la pandemia. Huang ha detto che il pezzo era “distorto e di parte” dicendo che “persino gli ufficiali militari filippini di alto rango hanno negato che le navi cinesi conducono attività ostili”
Il direttore di AMTI, Greg Poling ha detto alla scrivente che “riportiamo solo i segnali che quelle navi emettono perché vogliono essere visti pattugliare le acque filippine. Se l’ambasciatore non accetta il rapporto, deve rivolgersi alla guardia costiera cinese”.
Poling poi ha aggiunto che “nessun ufficiale filippino ha contraddetto il rapporto”.
Rispetto alla visita di Miller, Poling ha detto che sembrava mirata a cementare il messaggio strombazzato degli USA, Indo Pacifico libero ed aperto mentre l’amministrazione si avvia ad uscire. Ma è duro da convincere quando presidente, vicepresidente e ministro degli esteri tutti hanno saltato i summit USA-ASEAN e EastAsia Summit dello scorso mese”
Derek Grossman, analista della difesa della Rand Corporation ha detto di non essere sicuro dello scopo reale della visita.
“Non so perché l’amministrazione Trump lo fa ora. Uno pensa che provano a fissare la strategia dell’Indo Pacifico, nel caso delle Filippine facendosi sentire sul VFA prima del subentro del gruppo di Biden”.
Raissa Robles, SCMP