Nel 2005 l’Indonesia era il terzo paese al mondo per emissioni di CO2 dopo Stati Uniti e Cina, con una produzione di più di 2 miliardi di tonnellate di CO2, il 4,5% delle emissioni mondiali, con una proiezione a 3 miliardi di tonnellate per il 2020 se non vengono prese misure di contenimento.
Circa 80% di queste emissioni derivano in Indonesia dalla deforestazione e dal cambio di uso del terreno, oltre che alle trasformazioni della torba (essiccamento, decomposizione e combustione).
Quindi le maggiori opportunità per ridurre i gas serra si trovano all’interno delle foreste e dei terreni torbosi dove si possono minimizzare le emissioni sia fermando la deforestazione selvaggia (che per molti anni è andata avanti e va avanti in Indonesia anche in maniera illegale) che riforestando aree degradate, dando un contributo notevole alla riduzione dei gas serra nel mondo.
Infatti si stima che una riduzione dal 15 al 20% dei gas serra nel mondo possono derivare dalle foreste e riforestazioni entro il 2020.
Nell’ottobre 2009 il presidente indonesiano si è impegnato a ridurre le emissioni dei gas serra indonesiani del 26% rispetto alle proiezioni entro il 2020.
Gli aiuti finanziari internazionali potrebbero portare ad una riduzione per arrivare al 41%, vale a dire 1,4 miliardi di tonnellate di CO2, che rappresenterebbe l’8% della riduzione totale globale, e raggiungere le raccomandazioni delle Nazioni Unite, ritenute necessarie per prevenire un riscaldamento medio globale di più di 2°Celsius.
In un ultimo rapporto del National Council on Climate Change, di settembre 2010, l’Indonesia potrebbe ridurre del 70% le sue emissioni per il 2030 ad un costo relativamente basso, contribuendo al 7% delle emissioni totali globali. Indispensabile però è un aiuto finanziario internazionale. Per il 2030 è previsto un amento di emissioni del 60%, circa 3,3 miliardi di tonnellate di CO2.
Nel rapporto si fa notare che per abbattere 1 tonnellata di CO2 in Indonesia ci vogliono 2$ nel 2030, un costo molto basso in confronto ai costi necessari per gli stati più sviluppati e che rende appetibile abbattere le emissioni in Indonesia o in altre nazioni in via di sviluppo rispetto all’abbattimento nei paesi del 1° mondo. In Europa, infatti, il costo di una tonnellata di CO2 da abbattere, nella contrattazione all’European Climate Exchange, si aggira sui 18$.
Di recente l’Indonesia ha sottoscritto con la Norvegia un accordo da 1 miliardo di dollari e spera di beneficiare di un fondo di 30 miliardi di dollari di un fondo di inizio che le nazioni sviluppate si sono dichiarate disponibili a fornire nella conferenza di Copenhagen.
La riduzione maggiore sarebbe nel campo della gestione della riforestazione e delle aree torbose e degradate, oltre che nel miglioramento di alcuni settori industriali come l’industria del cemento