Se Alexander Aan vivesse in esilio, potrebbe esprimere il proprio ateismo senza trovarsi a fronteggiare l’odio e le minacce di decapitazione?
Ci si potrebbe chiedere perché abbia preferito vivere in Indonesia, una nazione a predominanza musulmana che due decenni fa il Newsweek definì come “Islam sorridente”. Per sua sfortuna Aan ora ha di fronte un “Islam arrabbiato” e potremmo discutere che la maggioranza dei cittadini indonesiani restano dei musulmani moderati.
Comunque come discuteva Endy Baiuni, i gruppi islamici radicali hanno innalzato la temperatura politica del paese con vaste implicazioni specie nel caso di Aan.
Dichiarandosi ateo e avendo affermato che dio non esiste sulla sua pagina Facebook, Aan si è attirato addosso la ripulsa e le minacce dai radicali. Una folla inferocita lo ha anche attaccato, ma la Polizia ha arrestato lui. Di recente la corte di Sijunjung lo ha condannato a due anni e mezzo di prigione.
Eppure i capi religiosi locali di Sumatra Occidentale continuavano ad accusarlo di apostasia e lo invitavano alla conversione. Nel contempo Il Forum della Società Islamica affermava che l’uomo meritava la pena di morte nonostante il suo pentimento pubblico. Altri radicali islamici invece sostenevano che tutti gli atei dovrebbero essere decapitati.
Asan si proclamò ateo per il disappunto che sentiva col ruolo della religione nel trattare le complicazioni della vita terrena. Aan ha scritto: “Se Dio esiste, perché accadono così tante cose cattive nella vita del mondo?” Quindi non metteva solo in dubbio l’esistenza di Dio ma offriva una argomentazione. Da musulmano, ha espresso la fede mediante la preghiera ed il digiuno, rituali che ha smesso di eseguire dopo aver considerato la religione inutile ed incapace di risolvere i problemi. Sembra una comprensione limitata dei fondamenti religiosi che lo ha portato ad una conversione alquanto estrema all’ateismo.
Il caso di Aan, che vive nella Sumatra Occidentale a Pulau Punhung, ricorda delle idee “del nuovo ateo” diffuse tra le comunità occidentali da Richard Dawkins, Sam Harris e Christopher Hitchens. Questi secolari radicali denunciano la religione non solo come retrograda ma come un male cje ha creato orribili problemi agli esseri umani, affermando anche “Dio non è grande” e che “Dio è morto”.
All’inizio alcune persone giovani ed istruite si sono anche interessate alle loro idee di cui comunque un noto teologo, Karen Amstrong autrice di History of God, ha criticato fortemente la fallacia e le tendenze sdegnose. Secondo l’autrice, Dio resiste sempre e l’essere umano troverà sempre un modo di vivere con Lui in un modo compassionevole e bilanciato.
E’ anche importante che le comunità musulmane ripensino la loro concezione sull’apostasia. Noti intellettuali hanno discusso sull’apostasia in modo critico basato sulle prospettive islamiche e sulla dichiarazione dei diritti universali dell’Uomo. Maarif, studioso indonesiano, rigetta la prospettiva legalista, dura ed esclusiva dell’apostasia. Sostiene che lo spirito della dottrina islamica come scritta nel Corano è democratica,
“Non c’è nessun obbligo alla religione” e di conseguenza egli sostiene che gli atei hanno il diritto di vivere.
Inoltre le comunità musulmane hanno bisogno di discutere criticamente e razionalmente l’ateismo. I clerici musulmani di Sumatra Occidentale affermano che secondo i principi della Pancasila, Credi in un Dio Supremo, non c’è spazio per l’ateismo.
Per esempio, il vice rettore dell’Università Islamica dello stato “Imam Bonjol” a Padang dice: “Se Aan si dichiara ateo, deve essere fermamente punito ed espulso dall’Indonesia. Pancasila non tollera l’ateismo.”
Pancasila è essenzialmente un accordo tra gentiluomini tra i padri fondatori della patria in particolare “i nazionalisti laici” e i gruppi “musulmani nazionalisti”.
E’ una piattaforma comune per le società indonesiane indipendentemente dalle religioni, etnie e ideologie. Perciò il compianto Nurcholis Madjid sosteneva che la Pancasila dovrebbe essere vista come una ideologia aperta, la cui forza sta nella sua capacità di riunire tutte le religioni che sono esistite nella società pluralista indonesiana e la cui debolezza è legata al monoteismo basato su certi fondamenti religiosi.
Di conseguenza la Pancasila è spesso male interpretata come una ideologia chiusa ed una che si oppone all’ateismo.
La storia mostra che il regime passato di Suharto ha promosso una mistificazione della Pancasila quando ha dichiarato che è una ideologia sacra, emettendo una decisione della Assemblea di Consultazione del Popolo che metteva al bando il marxismo con conseguente spazio annullato per l’ateismo.
Comunque Abdurrahman “Gus Dur” Wahid revocò il decreto durante la sua presidenza e come guardiano del pluralismo si impegnò a tener un discorso razionale sull’ateismo. Non è produttivo perseguire approcci orribili e repressivi contro gli atei e l’ateismo, ma dovremmo invece dialogare con Aan. Se è ancora legato all’ateismo nessuno può forzarlo a cambiare opinione
E’ una sua propria responsabilità essere ateo nel mondo e dopo. Perciò siamo razionali, oggettivi e persuasivi nel risolvere il caso di Aan. Nessuno è perfetto, figuriamoci un giovane ed ordinario ex musulmano come lui.
M. Syafi’i Anwar, Cambridge, Massachusetts