Un idrologo dell’Università di Giacarta, Firdaus Ali, ha previsto che nei prossimi giorni ci saranno piogge talmente intense da superare l’alluvione di Giacarta del 2007.
Allora ad essere sommersi a Giacarta furono 231 chilometri quadrati e morirono 80 persone con 320 mila dispersi.
A peggiorare la situazione ci sarà la luna piena e l’alta marea sulle spiagge a nord di Giacarta.
“Se si sommano le piogge a Bogor e Puncak, allora certe parti di Giacarta saranno sommerse”.
Il servizio di previsioni dello stato prevede piogge torrenziali nelle parti settentrionali e occidentali di Giacarta e nella parte meridionale di Bogor facendo di sicuro allagare quelle parti della metropoli che si trovano entro i due metri al di sopra del livello del mare.
Nel frattempo si lavora alla ripulitura dei canali e allo sgombero degli abusivi che abitano lungo i fiumi, ma anche a qualche mega progetto. Si tratta di una grande muraglia a nord di Giacarta, iniziato da un vecchio governatore ma che deve essere ancora finanziato e deve ancora partire ed i cui lavori richiedono almeno dieci anni. Una diga gigantesca da costruire con l’aiuto del governo olandese che prevede anche nuove zone di espansione.
Il momento critico
Essendo sopravvissuti ad un diluvio dalle dimensioni bibliche, non si può fare a meno di essere d’accordo quando gli abitanti originali di Giacarta vi dicono che la loro città è al contempo unicamente benedetta e maledetta. Caffé da Anmali o cena da Te Sate – solo loro sono così incastrati da una combinazione di alluvioni periodici e un traffico sconvolgente. Da straniero si vuol essere educati e dirsi d’accordo, ma non è che sia strettamente corretto.
Ci sono altre città del Sudestasiatico come Manila e Bangkok che sono sventurati allo stesso modo. Inoltre tutte e tre le città devono sostenere una direzione corrotta ed incompetente che ha lasciato milioni di persone sotto i colpi del cambiamento climatico, la deforestazione rampante e il boom delle costruzioni.
Quando si visita Bangkok e si vede la spina dorsale della magnifica sebbene ancora da finire Strada Elevata di Bangkok, costruita da Gordon Wu, e il sistema Ferroviario che attraversa la capitale thailandese, La monorotaia di Giacarta a confronto sembra alquanto modesta. Si tenga a mente che il progetto cancellato distrusse quasi del tutto uno dei più dinamici imprenditori di Hong Kong.
Ed avendo passato tantissime ore agli inizi degli anni 90 immobilizzato in quello che deve essere stato il parcheggio all’aperto più grande al mondo, Plenchit Road, è davvero sorprendente visitare Bangkok oggi e scoprire quanto sia facile girare per la città. Nei passati due decenni Bangjok si è trasformata.
Certo, non hanno ancora risolto le alluvioni, ma il governo della città, l’amministrazione metropolitana di Bangkok, ha costruito una vasta serie di canali, tunnel e vasche alluvionali che hanno trasformato la tragedia del 2011 in qualcosa di comune.
Allora cosa ha fatto svoltare l’angolo alla città degli angeli? Il fattore chiave fu il momento critico che la città ed i suoi abitanti sperimentarono negli anni 90. Mentre scompariva la qualità della vita e i bambini dovevano alzarsi la mattina alle quattro per stare a scuola alle sette ed i genitori tornare a casa dopo la mezzanotte, la popolazione quasi all’unanimità accettò di implementare ogni possibile soluzione. In quel periodo la il numero delle auto nella città cresceva al ritmo del 35% l’anno.
Per dirla in breve, Bangkok dovette attraversare gli orrori completi della prigione urbana prima che potesse emergere la volontà politica di affrontare un programma dei trasporti concertato.
In un momento di disperazione può prendere piede il cambiamento, quello vero. Quando quel momento colpì Bangkok, l’amministrazione cittadina, il governo centrale e tantissime agenzie dello stato erano pronte, decise e totalmente in linea per cominciare e ancora più interessante a finire il treno sopraelevato, un sistema di transito di massa che si aprì a novembre 1999.
Giacarta ora si trova in un punto simile, con un animo risoluto e determinato. C’è un governatore, Joko Widowo, appena eletto estremamente pragmatico. Essenzialmente la città vuole cambiare e questo attraversa un intero spettro di partecipanti.
Questo momento critico è importantissimo e gli abitanti della città devono assicurarsi che si colga questo momento e che funzioni l’attitudine del poter fare. Le tante fazioni in lotta per assicurarsi un pezzo della torta dei lavori infrastrutturali possono allinearsi per accordarsi a lavorare senza provare a bloccare i lavori degli altri?
Se gli abitanti di Giacarta si sentono ancora incerti, forse serve ricordare le terribili alluvioni del 2007 e 2008 che lasciarono Sedyatmo Toll Road sotto l’acqua tagliando fuori la città dall’aeroporto internazionale. L’imbarazzo, la rabbia e la frustrazione percepita dai politici era abbastanza da costringere la compagnia Jasa Marga a costruire corsie sopraelevate e prevenzione di alluvioni eccezionali in un tempo da record, prova che gli indonesiani possono lavorare insieme e agire positivamente per superare le incompetenze dei governanti.
Non interessa ora come la classe politica intenda risolvere l’attuale blocco, se vuol creare un progetto multifunzionale di prevenzione del traffico e delle alluvioni, o una monorotaia o un sistema metro. La cosa critica è che qualcosa di fatto accade e gli indonesiani specialmente quelli di Giacarta riacquistino confidenza nel loro sistema politico.
Karim Raslan, the Tipping point