Rituale induista del Nyepi a Bali e tolleranza religiosa

Nel giorno di silenzio del rituale induista del Nyepi, i musulmani possono benissimo recarsi alla moschea purché non vengano accesi gli altoparlanti delle moschee.

E’ una situazione inusuale per qualunque altro posto in Indonesia: uomini musulmani che arrivavano per le preghiere del venerdì in un’atmosfera di totale silenzio, senza la solita chiamata alla preghiera lanciata dagli altoparlanti della moschea.

rituale induista del Nyepi
Image by arnoldus on Pixabay

Ma il fatto che sia permesso loro di andare alla moschea, in un giorno in cui virtualmente tutta la popolazione a prevalenza induista di Bali restava chiusa a casa per il santo giorno del rituale induista del Nyepi, è esso stesso la prova dell’alto grado di tolleranza religiosa su quest’isola delle vacanze, sostiene un portavoce della amministrazione provinciale, Ketut Teneng.

Benché le autorità amministrative e religiose siano rigide sul fatto che la gente rimanga a casa durante il giorno di silenzio del rituale induista del Nyepi, i musulmani secondo Teneng, possono benissimo recarsi alla moschea fintantoché vanno lì senza che vengano accesi gli altoparlanti delle moschee.

Tra le restrizioni che hanno luogo durante la giornata c’è il divieto di accendere fuochi o usare apparecchiature elettriche, di lavorare o di divertirsi né di viaggiare.

“Anche due anni fa Nyepi cadde di venerdì e tutto andò bene. Questo mostra quanto sia tollerante Bali.”

Nell’andare incontro allo spirito della giornata, il ramo provinciale del solitamente conservatore Consiglio degli Ulema (MUI) ha invitato i musulmani in tutta Bali a non usare altoparlanti e a pregare a casa oppure alla musholla, un luogo pubblico per la preghiera, se non c’è una moschea nelle vicinanze. Le preghiere del venerdì sono obbligatorie per gli uomini musulmani e si devono tenere in una moschea con almeno 40 persone presenti.

Cecep Subatra, che ha fatto il sermone del venerdì alla stanza pubblica di preghiera del Aerowisata Sanur Beach Hotel alla presenza di una ventina di fedeli ha detto che non importava se non seguiva le regole questa volta. “Sosteniamo l’approvazione del MUI per tenere le preghiere in una musholla, poiché è meglio che non avere del tutto le preghiere”

Nella vicina isola vacanza di Lombok a predominanza musulmana la gente è indaffarata come al solito con le proprie attività, ma sono state fatte concessioni alla grossa minoranza induista della città di Mataram, la capitale provinciale, dove sono state chiuse al traffico le strade grandi dei quartieri a maggioranza induista. “Ogni anno durante la giornata di Nyepi le strade di questa area sono chiuse per rispetto degli induisti qui.” ha detto Arif, un residente musulmano dell’area di Cakranegara.

Anche molti negozi per la città sono chiusi il venerdì per permettere ai lavoratori induisti di celebrare il Nyepi, mentre i ristorantini hanno spento la loro musica.

Un giorno prima i residenti di Lombok di ogni fede si sono radunati per la parata rituale del ogoh-ogoh, rappresentanti gigantesche figure demoniache in cartapesta che sono dopo bruciate a testimoniare l’auto purificazione. Oltre un centinaio di effigie sono state portate in parata quest’anno per Maratam, meno delle 150 dello scorso anno.

Gli organizzatori hanno attribuito questo declino ai costi crescenti per fare queste figure in cartapesta nel mezzo dell’incertezza dell’incremento dei prezzi del combustibile.

Mentre la parata degli ogoh-ogoh è una tradizione importata dall’isola di Bali, gli induisti di Lombok hanno anche la loro celebrazione del giorno precedente del Nyepi nella forma del perang api, o guerra del fuoco, che coinvolge gruppi di giovani che gettano l’un contro l’altro delle palle infiammate di buccia secca di cocco durante il tramonto. Come gli ogoh-ogoh anche questo è un mezzo di auto purificazione mediante del fuoco.

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