i militari indonesiani temono una Wilayat dell’ISIS nelle Filippine Meridionali

Le forze armate indonesiane, TNI, hanno messo in guardia contro il tentativo di creare una wilayat nelle Filippine Meridionali da parte di un gruppo legato al ISIS, ponendo così una minaccia grave verso la sicurezza indonesiana.

Il gruppo starebbe creando, secondo i militari indonesiani, una base a Mindanao, una wilayat, in una zona che si trova vicino al Calimantano e alle Sulawesi.

L’alto numero di sequestri portato avanti dai terroristi contro navi commerciali che passano nelle acque delle Filippine Meridionali, Mare di Sulu, indica chiaramente che il gruppo sta raccogliendo fondi per costruire la propria base.

“Pongo queste preoccupazioni da sei mesi. L’ISIS può entrare in Indonesia da lì” ha detto il generale Gatot Nurmantyo nel corso di un seminario sul terrorismo a Giacarta.

Militanti armati che si credono legati al gruppo terrorista di Abu Sayaff hanno rapito decine di marinai indonesiai e malesi chiedendo come riscatto milioni di dollari.

Benché sia poco chiaro quanto denaro sia stato finora raccolto dal gruppo, nelle Filippine si parla di oltre 7 milioni di dollari in riscatti da gennaio a giugno.

Di questa somma, una parte si crede sia servita per pagare il rilascio di 14 indonesiani e quattro cittadini malesi, benché il governo indonesiano abbia sempre negato di aver pagato riscatti.

Abu Sayaff ha promesso fedeltà al capo supremo dell’ISIS, Abu Bakr Al-Baghdadi, che ha poi nominato il comandante del ASG Isnilon Totoni Hapilon come capo delle forze dell’ISIS nel sudestasiatico col nome di Abu Abdullah Al-Filipini.

Secondo Gotot, l’ISIS, motivato più da fattori economici che ideologici, avrebbe nel sudestasiatico visto la possibilità di fonti economicamente più forti di quanto ora nel medio oriente dove si sarebbero ridotte.

Secondo un analista del terrorismo Al Chaidar la scelta della base ISIS delle Filippine meridionali sarebbe stato fatto dallo stesso Al-Baghdadi. Al Filipini avrebbe dato gli ordini a tutti i militanti ISIS della regione.

Secondo lo stesso analista la persecuzione dei Rohingya Musulmani in Birmania potrebbe far crescere le minacce alla sicurezza in quell’area che l’ISIS potrebbe prendere a pretesto per chiamare a raccolta i propri militanti a riversarsi nello stato Rakhine.

“Se i Rohingya musulmani rispondono con la forza, c’è allora una ragione legittima per l’ISIS di inviare aiuti” dice Al Chadair.

La persecuzione dei militari birmani contro la minoranza Rohingya ha già fatto scattare proteste da musulmani indonesiani che si sono riversati nelle strade contro il genocidio dei Rohingya.

Per l’agenzia indonesiana antiterroristica, BNPT, ad essere il più pericoloso gruppo terroristico è JAD insieme ad altri anche perché è JAD ad avere diretti legami globali.

JAD sarebbe molto più radicali delle precedenti organizzazioni come Jemaah Islamiya che organizzò le bombe a Bali nel 2002, poiché prende di mira non solo obiettivi occidentali ma anche musulmani che non seguono i suoi precetti.

“L’ISIS è più potente di Al Qaeda” ha detto il capo della polizia il quale aggiunge che l’ideologo di JAD dal carcere può ancora stilare piani terroristici. Al JAD farebbero riferimento molti gruppi piccoli responsabili di vari attacchi contro varie confessioni religiose presenti nell’arcipelago, particolarmente il Calimantano.
Jakartapost

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