A dicembre 2024 una importante figura del maggiore gruppo separatista del Meridione Thailandese deplorava la inerzia del governo thai nel processo di pace che sarebbe dovuto riprendere non appena si fosse insediato il nuovo governo uscito dalle elezioni generali del 2023.
In una dichiarazione a video, Nikmatullah Bin Seri del BRN, fronte di liberazione nazionale, il gruppo separatista musulmano malese storico che controlla i militanti sul terreno, disse che il BRN era preparato a lasciare il processo di pace e rinunciare alla decisione del gruppo di negoziare in base alla Costituzione Thailandese.
Il mese successivo il ministro della difesa thailandese Phumtham Wechayachai chiese a tutte le agenzie importanti di stendere una “soluzione fattibile” per la strategia di controinsorgenza del governo dando loro 30 giorni di tempo.
La settimana dopo la premier Paetongtarn Shinawatra fece visita a questa regione storicamente inquieta nel suo primo viaggio da quando si è insediata come premier ad agosto 2024.
E’ interessante che le si fermò presso la scuola Thamvithya Mulnithi, dove varie figure politiche del BRN e il capo negoziatore avevano lavorato come insegnanti prima di fuggire dal paese per evitare gli arresti.

Thamvithya Mulnithi era anche la scuola che il compianto capo spirituale del movimento Sapae-ing Basor guidò fino alla fine del 2004 quando lasciò il paese. Il premier del tempo, Thaksin Shinawatra, lo accusò di essere il presunto capo di Patani liberata, la patria storica malese che oggi costituisce le tre province più meridionali della Thailandia.
La tempistica della direttiva di Phumtham potrebbe indicare che il governo stesse cedendo alle richieste del BRN. Ma difatti il ministro stava fissando i propri termini per colloqui futuri.
Oltre a chiedere che il BRN si impegni a ridurre la violenza sul campo, Phumtham sta pensando anche a liberarsi della mediazione straniera che significherebbe la fine a tutte le trattative ufficiose.
Lui pensa anche a rimuovere i cinque esperti internazionali di pace e di conflitti che osservano i negoziati di alto livello tra i rappresentanti thai e del BRN.
La Malesia che è il facilitatore designato sarà la sola mediazione per i colloqui secondo un ufficiale thai che ha parlato mantenendo l’anonimato.
Non si sa ancora se sarà cancellato il JCPP, piano comprensivo congiunto verso la pace, il cosiddetto percorso per la pace.
Thailandia e BRN avevano passato tre anni a negoziare questo JCPP e si erano accordati su tre punti per stare al tavolo del negoziato. I tre punti sono la riduzione della violenza, consultazione pubblica e una soluzione politica al conflitto. I dettagli dovevano essere discussi nella fase successiva.
Una bozza del JCPP fu fatta trapelare al pubblico all’inizio dello scorso anni e creò agitazione tra i militari e ufficiali della sicurezza del governo che vedevano i rappresentanti thai al tavolo come già una concessione notevole. Il gruppo del negoziato thailandese fu isolato e accusato di aver superato il proprio mandato.
Gli osservatori dissero che chiedere ai ribelli di tagliare la violenza sul campo prima dei negoziati è come chiedere di mettere il carro davanti ai buoi.
Per mesi il governo thai fu oggetto di attacchi continui da parte dei media conservatori su qualunque questione territoriale: dalla disputa territoriale con UWSA sul confine birmano nel triangolo d’oro, alla gestione di confini in mare e della proposta di colloqui di condivisione di risorse con la Cambogia nel mare del Golfo della Thailandia.
Una qualunque concessione ai ribelli malesi in questa fase porterà a simili risposte cattive.
Artef Sohko, presidente di The Patani, gruppo che sostiene il diritto alla autodeterminazione per la gente del meridione thai di lingua malese, ha detto che la richiesta Phumtham fa il gioco dei militari che, prima di tutto, non hanno mai amato l’idea di parlare ai ribelli.
Lui si attende che il BRN risponderà con una violenza maggiore.
“La pace non è stata mai la motivazione principale per i colloqui. Ogni governo thai vuole solo parlare di riduzione della violenza e non delle cause radicali di questo conflitto” dice Artef.
“D’altra parte il processo di pace è stato sempre trattato come un esercizio di raccolta di informazioni, ed identificare che fa parte del movimento per trovare i modi per perseguirli in una face successiva”.
Un ufficiale dell’intelligence militare thai che ha trattato vari movimenti separatisti di Patani dice che il BRN avrebbe potuto essere più comprensivo per la situazione politica del paese.
Lui ha indicato un punto morto del dopo elezioni generali che bloccò la nomina del primo ministro e anche il momento della rimozione del premier Srettha Thavisin ad agosto 2024 per considerazioni etiche dalla Corte Costituzionale.
Questi eventi hanno fermato il processo di pace nel meridione profondo, secondo l’ufficiale.
Secondo le statistiche di Deep South Watch dell’università Prince of Songkla del campus di Pattani, il 2024 vide 632 incidenti violenti con 357 feriti.
Sebbene questo sia un grande calo dal 2007 che vide 2396 incidenti violenti e 1670 feriti, i passati cinque anni hanno visto una crescita stabile nel numero di incidenti violenti.
Gli attacchi sono stati più strategici e chirurgici ed hanno preso di mira luoghi importanti come appartamenti della polizia, stazioni di polizia marittima e istallazioni governative con un grande impatto psicologico sulle truppe in campo.
I giovani musulmani di etnia malese non prendono le armi come nel passato ma si fanno sentire molto di più oggi sostenendo il diritto all’autodeterminazione nelle discussioni publiche come anche nel presentarsi in tanti ai funerali dei combattenti del BRN cantando “Merdeka!” che in malese significa indipendenza.
Chi ha preso le armi ha scelto la morte o piuttosto combattere fino alla morte piuttosto che arrendersi negli stalli sbilanciati in cui decine di militari e poliziotti si scontrano con uno o due combattenti.
Il BRN considera il processo di pace come un punto di entrata in un impegno molto lungo, non come qualcosa in cui entrare per il solo gusto di farlo.
Arrivare al tavolo del negoziato significa che vogliono definire qualcosa che non è l’indipendenza completa.
Il prossimo passo logico, dicono, è di negoziare i termini di una coesistenza pacifica.
Don Pathan, Nikkei Asia Review