La corte suprema filippina ha prosciolto Gloria Macapagal Arroyo, l’ex presidente filippino, dall’accusa di aver distratto fondi pubblici per scopi privati: insufficienza di prove. La sentenza comporta anche la liberazione immediata. La votazione è stata di 11 a favore mentre 4 erano i contrari.
Gloria Macapagal Arroyo era agli arresti in ospedale dal 2012 sotto inchiesta da parte dell’Ufficio del Sandiganbayan, che ha il compito di inquisire i personaggi pubblici, in cui era accusato di aver distratto 7 milioni di euro.
Una dichiarazione pubblica dissenziente l’ha data la senatrice De Lima, ex ministro della giustizia sotto il governo Aquino: perché hanno aspettato tanto tempo a prendere questa decisione?
Ovviamente di toni trionfalistici sono state le dichiarazioni del marito della Gloria Arroyo: “Le hanno preso sei anni della vita alla donna. Una donna innocente”.
A rivelare il clima totalmente diverso è la dichiarazione della stessa Arroyo:
“Il mio più profondo apprezzamento a sua eccellenza Rodrigo Duterte, per aver permesso che il giusto processo abbia avuto il suo corso”. Ed ha promesso di voler perseguire chi le ha fatto questo torto. “Spero sinceramente che tutti vorranno rispettare questa decisione e riconoscere la verità che si è stabilita.
Lo stesso Duterte si era detto pronto a garantirle il perdono presidenziale che però la Arroyo aveva rifiutando preferendo un verdetto del tribunale.
Il suo ultimo avvocato Ferdinand Topacio, esperto della corte suprema che ha fatto uscire qualche mese fa dal carcere Juan Ponce Enrile per questioni di salute, ha detto che questo processo era solo un tentativo stupido dell’inetta e corrotta amministrazione Aquino per togliere l’attenzione della gente sulla mancanza di risultati della sua amministrazione.
“Rispettiamo ed eseguiamo la decisione della corte” ha dichiarato il portavoce di Duterte Andanar.
“Sono contento di questa decisione che le ha dato quello che merita, giustizia” ha detto Jesus Dureza, che è stato suo consigliere per la pace.
Arroyo era diventata famosa anche per i brogli elettorali alle elezioni del 2004, “Hello Garcy” fu il suo saluto telefonico ad uno dei personaggi del suo broglio elettorale. Per questa accusa fu arrestata e poi rilasciata su cauzione.
La Arroyo è sempre riuscita a ripresentarsi alle elezioni facendosi eleggere nella sua terra, Pampanga.
Una voce appena dissenziente è quella del senatore Ejercito, figlio di Joseph Estrada nei guai per lo scandalo dei fondi del PDAF, anche essi finiti nelle sue tasche personali.
Il senatore, benché favorevole su base umanitaria perché la Arroyo era costretta a stare su sedia a rotelle durante la sua detenzione, ha detto che non si deve inviare il messaggio che l’ex presidente non abbia commesso alcun crimine. Anzi il governo deve continuare a lottare contro l’appropriazione dei fondi e alla lotta alla corruzione.
Anche il senatore Lacson, che avrebbe subito torti durante la amministrazione Arroyo, ha detto di condividere la scelta per motivi umanitari, ma che “non dimenticherà mai chi sono. Ho perdonato tutti quelli che mi hanno tormentato in quei 9 anni della sua amministrazione, vivi o morti”
Per molti è la vittoria del giusto processo. Peccato che questa possibilità non l’hanno data a chi viene ucciso per strada, nelle case, perché tossicomane o spacciatore. A loro il processo è solo l’esecuzione sommaria.
Mentre bisogna attendere quanto scritto nel verdetto di assoluzione e le versioni dissenzienti, compaiono dichiarazioni anonime ai giornali secondo cui il verdetto ha anticipato una possibile decisione di condanna per l’Arroyo proprio per lo scandalo dei 7 milioni di euro.
Per il giudice che gestiva il caso, ci sarebbe stata la nomina alla corte suprema se la condanna fosse giunta prima del 30 giugno. Cosa analoga fu fatta dalla Arroyo per il giudice della Sandiganbayan che accusò Joseph Estrada di distrazione di fondi pubblici. Estrada fu poi perdonato dalla stessa Arroyo.
Ma questa condanna fu bloccata ad ottobre dalla stessa corte suprema che assunse a sé gli atti stessi.
Nei mesi scorsi la crte suprema aveva garantito alla Arroyo il permesso di passare il natale con la famiglia prima e poi il suo compleanno.
Inoltre le fu permesso di votare nel suo seggio elettorale e di farsi curare i denti a Manila.
Con la liberazione finale dell’Arroyo che era scritto ormai nel decorso degli eventi finali dell’amministrazione Aquino, forse si mostra anche il fronte che ha permesso la vittoria di Duterte.
“L’alba di una nuova amministrazione ha portato nuove speranze di un grande cambiamento positivo che include libertà dalle accuse false e maliziose e menzogne infinite e disinformazione. Siamo tutti un iti nella lotta di questa amministrazione contro la criminalità, la corruzione e le sue riforme politiche ed economiche che ci spingeranno in una nuova età dell’oro per il paese e la gente” ha detto il marito della Gloria Macapagal Arroyo.
Notando le sempre più numerose esecuzioni sommarie del governo Duterte, non si può fare a meno di notare che la lotta alla criminalità è sempre basata su presunzione di innocenza per gli amici e presunzione di colpevolezza per i poveri diavoli. I grossi spacciatori, i capi del cartello della droga la faranno franca in questa nuova età dell’oro inaugurata da Duterte.