Il presidente di Timor Est José Ramos-Horta venerdì ha scritto di non serbare rancore verso l’ex segretario di stato americano Henry Kissinger recentemente scomparso, il quale diede il via libera all’ invasione di Timor Est da parte indonesiana a dicembre 1975.
Meno conciliatorio invece è stato Virgilio da Silva Guterres, ombudsman per i diritti umani e la giustizia dell’ex colonia portoghese, il quale ha detto che è una sfortuna che l’anziano uomo di stato americano sia morto senza aver mai pagato per le sue politiche prive di scrupoli.
Furono 200mila le persone uccise in 24 anni di occupazione illegale indonesiana di Timor Est che terminò nel 1999.
Kissinger fu il segretario di stato e consigliere della sicurezza americana sotto le presidente di Nixon e Gerald Ford, ed era considerato un influente e duro personaggio, che non aveva spazio per i diritti umani, della politica estera statunitense durante la Guerra Fredda.
Lui resta una figura controversa in questa ex colonia ora indipendente per aver dato il segnale che Washington non si sarebbe intromessa nell’invasione militare massiccia da parte della confinante Indonesia che fu condotta sotto la dittatura di Suharto, alleato fedele degli USA.
“Dalla prospettiva stretta di Timor Est non posso ovviamente avere il miglior ricordo di Kissinger” scrive il presidente di Timor Est a Benarnews. “Fu l’architetto diplomatico della guerra fredda che non solo sostenne la dittatura di Suharto ma tutte le dittature sul pianeta come quelle latino-americane, di cui il caso cileno è quello più noto. Detto questo non serbo alcun rancore o niente del genere nei suoi confronti”.
I suoi ammiratori lo salutano per la sua diplomazia che aprì la strada per la creazione di completi legami diplomatici tra gli USA e la Cina Comunista e per aver spinto i negoziati con Hanoi per porre fine alla guerra degli USA nel Vietnam.
Tanti lo accusano di essere un criminale di guerra per il suo ruolo nel bombardamento segreto della Cambogia nel 1969; per il suo sostegno al Pakistan nella sua guerra brutale con il Pakistan Orientale ora Bangladesh nel 1971; per il sostegno al golpe militare che rovesciò il presidente cileno Salvador Allende nel 1973 e per gli eventi sanguinosi a Timor Est.
Ramos Horta che ha perso una sorella e due fratelli nel conflitto durante l’occupazione indonesiana ha detto di aver incontrato Kissinger alcune volte negli anni.
Il presidente timorese, che ha ricevuto il premio Nobel e fu portavoce dei ribelli che combattevano gli Indonesiani a Timor Est, ha detto che riusciva ad afferrare il sentimento di paranoia degli USA nella guerra fredda.
“Era la paranoia per l’effetto domino delle insorgenze comuniste che vincevano in Indocina e la possibile influenza in una Timor Est indipendente. Riesco a capirlo” scrive Ramos Horta. “Non gli ho mai chiesto di chiedere scusa quando ci siamo incontrati. Fu molto cordiale con me, quando ci incontrammo 20 anni fa. Che la sua anima riposi in pace”.
Per Guterres il ricordo dei timoresi verso Kissinger sarà lo stesso di quello che hanno per l’ex capo autocratico indonesiano Suharto e il suo “regime sanguinario”.
L’invasione di Timor Est fu eseguita secondo gli ordini di Suharto ed iniziò il 7 dicembre 1975 il giorno in cui Suharto si incontrò con Kissinger e il presidente Ford nel palazzo presidenziale di Giacarta.
Secondo Guterres Kissinger rappresentava l’ipocrisia americana ed occidentale.
“Kissinger incarnava il volto americano e i doppi standard occidentali sulla questione dei diritti umani. E’ triste vederlo morire senza essere stato mai messo sotto accusa per le sue politiche disumane.”
“Non ti creeremo problemi”
Documenti statunitensi declassificati descrivono la conversazione che si ebbe a Giacarta il giorno prima dell’invasione tra Kissinger, il Presidente Ford, il presidente Suharto, il ministro degli esteri indonesiano Adam Malik, il ministro indonesiano Sudharmono e l’ambasciatore americano a Giacarta David Newsom.
Durante la discussione al palazzo presidenziale, Suharto disse agli ospiti americani che gli scontri politici e le turbolenze nella vicina Timor Est dopo l’uscita dei colonialisti portoghesi nel 1974 poteva essere una minaccia per il suo paese.
Giacarta valutava le proprie opzioni per preservare la sicurezza del Paese, disse Suharto, secondo i documenti declassificati resi disponibili dalla Gerald. R. Ford Presidential Library.
“Vogliamo la vostra comprensione se dovesse rendersi necessaria un’azione rapida o drastica” disse il premier indonesiano agli americani.
Ford rispose dicendo che lui e i suoi uomini capivano e “non vi creeremo problemi sulla questione”. Kissinger poi disse a Suharto qualche momento dopo che “è importante che qualunque cosa facciate si realizzi in breve tempo”.
Il capo della diplomazia americana continuò a dire che qualunque fosse l’azione di Giacarta, sarebbe stato meglio che la ritardasse per permettere il loro ritorno negli USA.
“Comprendiamo il vostro problema e il bisogno di farlo in fretta, ma dico solo che sarebbe meglio se lo facesse dopo il nostro ritorno” disse Kissinger secondo un cablogramma segnato come segreto.
L’Indonesia invase Timor Est un giorno dopo quando Ford e Kissinger atterrarono ad Honululu sulla via del ritorno in USA.
Quando i giornalisti chiesero all’ufficio stampa di Ford se gli americani avessero chiesto agli indonesiani di ritardare l’invasione di Timor Est finché non avessero lasciato Giacarta, la risposta fu che “non ci sono indicazioni dal presidente o almeno il presidente non aveva partecipato a questa conversazione”.
Agli inizi del 1975 Kissinger aveva espresso preoccupazioni sulla possibilità che l’Indonesia avrebbe preso con la forza Timor Est in estate.
Infatti il 6 febbraio inviò un telegramma alle ambasciate USA di Giacarta, Canberra e Lisbona per avere impressioni su come gli USA potessero dissuadere il governo indonesiano dall’invadere il paese vicino “Senza finire impigliati nella vicenda”.
Il governo USA “è preparato ad accettare qualsiasi disposizione sulla questione di Timor Portoghese che sia in accordo con i desideri della popolazione timorese e non desidera essere coinvolto in alcun modo nel processo di determinazione del futuro del territorio”, si leggeva nel telegramma in cui era aggiunto che ogni azione per prendere Timor Est con la forza avrebbe creato gravi difficoltà per gli USA.
Nei dieci mesi seguenti tra il cablogramma di Kissinger a febbraio e l’incontro con Suharto a Giacarta di Dicembre, era cambiato il panorama politico del Sud Est Asiatico. Sia Phnom Penh che Saigon erano cadute ad aprile causando il crollo dei governi fedeli agli USA in Cambogia e Vietnam del Sud e dando una sconfitta epocale nella guerra fredda alla superpotenza americana.
C’era solo Kissinger da accusare per l’ invasione di Timor Est?
Alcuni militanti dei diritti umani indonesiani pongono dei dubbi su quanto fosse responsabile Kissinger della decisione indonesiana di invadere Timor Est.
Andreas Harsono di Human Rights Watch in Indonesia dice che Kissinger e gli USA non erano i soli da accusare per l’invasione sebbene Washington avesse dato il via libera.
“Secondo la biografia di Benny Moerdani allora capo di stato maggiore, l’Indonesia aveva fatto i preparativi e aveva infiltrato propri uomini prima dell’invasione. Accusare Kissinger e gli USA del tutto dell’invasione non è anche giusto perché l’attacco era stato preparato”.
Alcuni riferimenti dicono che Kissinger e il governo USA del tempo sapessero ed avessero un ruolo nel dare sostegno politico e militare al governo indonesiano che permetteva l’accadere dell’invasione di Timor Est, dice Usman Hamid di Amnesty International Indonesia.
“Comunque continua il dibattito su quanto Kissinger e gli USA siano responsabili delle violazioni dei diritti umani in questo contesto”.
Pizaro Gonzall Idrus, BenarNews