Gli annunci televisivi giornalieri iniziarono il 22 di maggio dello scorso anno, il giorno del golpe. I nomi di chi era invitato a fare rapporto alla giunta erano letti a voce alta, mentre era mostrato un biglietto con la data, il posto e l’orario dell’appuntamento.
Era agli inizi di giugno che fu chiamato il nome del giornalista Tewarit Maneechai insieme ad altre 27 persone. Erano le nove di sera e si trovava nella palestra vicino all’ufficio del giornale Prachatai. Un amico lo chiamò per dargli la notizia dell’ordine.
“Ero confuso e provavo a immaginare cosa mi avrebbero fatto poiché non ho mai infranto la legge” disse del momento in cui ricevete la chiamata.
Si sapeva che gli “invitati” a fare rapporto alla giunta sottostavano ad una “modifica delle attitudini” ed il messaggio era chiaro: non criticate la giunta.
A luglio gli annunci pubblici erano terminati. Invece chi era sotto l’occhio della giunta venivano contattati individualmente ed alcuni erano detenuti in una zona non conosciuta.
Più di un anno dopo la giunta non è riuscita a mettere la museruola ai suoi critici, e l’ultimo giro di modifica delle attitudini sono cresciute di intensità. Allo stesso tempo il governo militare si trova di fronte al compito arduo di conquistarsi l’approvazione da parte della comunità internazionale dato che il primo ministro e capo dei golpisti generale Prayuth parlerà, questa settimana, all’assemblea dell’ONU.
Puangthong Pawakapan, professore associato della facoltà d scienze politiche della Chulalongkorn, fu invitato a presentarsi al NCPO lo scorso luglio, dopo che la giunta annunciò la sospensione degli inviti alla convocazione.
Fu interrogata da nove ufficiali maschi della National Intelligence Agency e della polizia sul suo ruolo della commissione di ricerca della verità che indagava sulla repressione militare del 2010 contro le magliette rosse. Il rapporto del comitato lungo 1200 pagine trovò che i militari sotto il governo di Abhisit avevano violato le regole di ingaggio nella dispersione delle magliette rosse.
Sebbene il rapporto fosse del 2012, i militari erano restati in silenzio.
“Dicevano che l’incontro era per uno scambio di idee, ma non ci ascoltavano. Quando rispondevo alle domande sul rapporto della commissione, dicevano che avevo pregiudizi” racconta la signora Puangthong. “Sebbene la voce sembrasse educata era aggressiva. Mi sentii minacciata.”
La maggioranza di chi ha parlato allo Spectrum della loro esperienza durante “la modifica delle attitudini” diceva che era loro chiesto di esprimere i pareri su varie questioni come la monarchia, il recente golpe e l’ex premier Thaksin.
“Vogliono creare un clima di paura. E’ una guerra psicologica che non prende solo la persona ma anche le famiglie” dice la signora Puangthong che aggiunge che i metodi usati aumenteranno solo di intensità per rendere l’esperienza ancora più spaventosa per chi rifiutava di restare in silenzio.
Secondo iLaw lo scorso mese, NCPO ha invitato o visitato le case di almeno 782 individui dall’inizio del golpe. Giustifica la pratica con eufemismi vari e spiegazioni vaghe, del tipo di individui che hanno fatto affermazioni che non sono “in linea con la conservazione della pace e l’ordine”.
Rappresentati di vari gruppi attivisti erano invitati dalla giunta come per mandare un messaggio agli altri membri del gruppo e incoraggiarli a smettere di opporsi al governo militare.
Puangthong era per esempio la sola rappresentante invitata dall’Assemblea per la difesa della democrazia, un gruppo di studiosi indipendenti istituito nel 2013 per opporsi al PDRC.
La signora fu tra i pochi individui invitati a cui non fu chiesto di segnare documenti in cui si chiedeva di impegnarsi a non partecipare ad attività politiche, a non lasciare il paese senza permesso scritto del NCPO e a non violare gli ordini della giunta.
Kengkij Kitirianglarp, lettore dell’università di Chiang Mai, fu interrogato presso l’Army Club di Bangkok circondato da dieci ufficiali del ministero dell’informazione, dei militari e della polizia. Due soldati erano in piedi alle sue spalle con i fucili. “Sappiamo tutto di te” ricorda di aver sentito Kengkij. Kengkij ricorda di aver preso parte ad una protesta contro il golpe militare del 2006 che depose il governo Thaksin. “I militari ottengono le informazioni dalla polizia speciale che sono quelli che monitorano le proteste.”
Ma NCPO ha anche fatto tentatici di trovare informazioni su Internet, e a vari detenuti hanno chiesto di aprire le loro email e account di Facebook durante la loro detenzione. Alcuni sono stati costretti a dare le loro password alle autorità.
“Quando mi chiesero del mio lavoro alla Kasetsart University capii che avevano avuto l’informazione da internet e pensai che insegnavo ancora lì. Il che vuol dire che la loro intelligence non è accurata” dice Kengkij.
La ragione dell’invito a Kengkij all’Army Club era di aiutarli a mettere insieme un diagramma di flusso che conteneva una rete presunta che mira a rovesciare la monarchia. Il diagramma fu reso pubblico nell’aprile 2010 dall’allora portavoce dei militari Sansern Kaewkmnerd e contiene i nomi di 39 studiosi, politici e giornali al cui centro c’è l’ex premier Thaksin Shinawatra.
A Kengkij fu chiesto il ruolo di certi individui nella presunta rete e cosa ne pensasse del diagramma. Gli furono mostrate foto e gli fu chiesto di identificare persone che conosceva e cosa facessero.
“Provai a spiegare che il diagramma non riflette la realtà perché non tutti fanno parte di una rete, né tutti sono collegati o ricevono denaro da Thaksin. Dissero che l’esercito ha una esperienza pregressa con i comunisti e che questo movimento non differisce in termini di dipendenza finanziaria dal finanziamento esterno. Dissi loro che questo era un modello vecchio ma non mi credettero”.
Kengkij che apparteneva al gruppo di sinistra Prakai Fai fu accusato di aver scritti The Wolf Bride, un’opera teatrale universitaria con messaggi critici della monarchia e che ha portato all’arresto di altri due giovani attori. Kegkij ha negato le accuse.“Mi hanno chiamato bugiardo” disse.
A Tewarit, giornalista del Prachatai e membro anche lui del Prakai Fai, fu chiesto di identificare individui e le loro connessioni con i gruppi antimonarchici.
“Prima dell’inizio dell’interrogatorio, mi fu detto che i miei amici del Prakai Fai avevano cooperato, e che si attendevano la stessa cosa da me.! Dice “Ma quando non davo la risposta giusta mi dicevno che non era bene non cooperare”.
Altri come Arisman Pongruangrong, capo del UDD, fu accusato di essere coinvolto in gruppi armati. Fu interrogato da 15 ufficiali per sette giorni in quello che lui credette fosse un vecchio garage dotato di aria condizionata, TV ed un letto. I soldati lo interrogarono sui suoi legami con Thaksin e gli chiesero di identificare persone e le loro attività.
“Alzammo la voce ed usammo parole violente. Dicevano che facevo tutto per Puea Thai e per Thaksin. Ma non mi ascoltavano. Come se avevano chiuso la porta dando tre mandati di chiave.”
All’inizio di questo mese furono portato sotto la custodia della giunta i deputati del Puea Thai Pichai Naripthaphan and Karun Hosakul come pure il giornalista Pravit Rojanaphruk. Tutti e tre erano stati invitati lo scorso anno per modifica delle attitudini. Questa volta furono tenuti in isolamento. “Devono aver pensato che devo aver imparato qualcosa la prima volta” dice Pravit che fu tenuto tre giorni in una piccola stanza senza finestra. “Ho appreso questa volta che sono molto insicuri, persino paranoici”.
A Pichai fu chiesto di andare al NCPO per la settima sezione di modifica delle attitudini a causa della sua critica dei risultati economici del governo.
Sin dal suo rilascio il 15 settembre, ha rifiutato di dare intervista ai media sull’economia o sul loro impatto politico. Secondo quanto dice una fonte vicina, l’ex ministro dell’energia fu bendato e la testa coperta mentre fu portato ad un campo di detenzione militare a 90 -120 minuti di distanza. La casa dove stava era vecchia e polverosa, con un tinello, una stanza da letto e il bagno. La porta era bloccata da fuori ed i vetri erano coperti da fogli di giornali.
Sebbene a Pichai fu data una televisione e dei giornali, passò la maggior parte del tempo pregando e meditando. Piuttosto che essere interrogato a Pichai fu detto che le sue interviste precedenti sui media ed i suoi commenti erano visti come minacciosi e gli era chiesto di smettere di criticare il governo.
Al rilascio i militari lo minacciarono di accusarlo di cinque accuse se avesse violato gli ordini del NCPO, ed ogni accusa portava con sé 3 anni di carcere.
Secondo Amnesty International l’uso del potere di detenere o di processare le persone senza accusa viola il diritto di libertà e costituisce detenzione arbitraria. Questo è proibito secondo la Convenzione dei diritti civili e politici a cui la Thailandia ha sottoscritto.
“Amnesty afferma che aspetti delle loro condizione di detenzione e trattamento da parte delle autorità, come l’essere tenuto senza possibilità di comunicare senza sapere quando e come avverrà la liberazione, le pressioni psicologiche per cooperare e il rilascio solo dopo che hanno sottoscritto condizione forzate o pene, possono almeno in alcuni casi costituire trattamento o pena crudele, inumana o degradante.” ha detto una persona in un’intervista con email.
Prajak Kongkirati, della facoltà di scienze sociali della Chulalongkorn, ha definito l’ultimo giro di modifica di attitudini “una mossa preventiva per mettere la museruola ai critici” e si è posto il problema dei tempi.
“All’interno del regime forse ci sono alcuni conflitti interni, o potrebbero aver paura di un cambio improvviso” ha detto. “L’uso di tattiche di modifica delle attitudini dice che sono insicuri”
Il portavoce del NCPO Wintjai Suvaree ha detto che la gente era stata scelta per “la modifica delle attitudini” a seconda se le loro azioni implicavano persone o organizzazioni che causano disunità o disaccordo.
“Quello che facciamo è prevenire violazioni di diritti di altri individui che porterebbero ad odio e infine a perdite.” ha detto Winthai a Spectrum. “Alcuni hanno distorto le informazioni nel tentativo di accusare altri e la sicurezza ha bisogno di cercare misure atte ad impedire la ricorrenza di tutto ciò”.
Ha negato che le sessioni avessero violato i diritti umani e tali accuse probabilmente giungono da chi vuole danneggiare la credibilità del NCPO. Gli individui hanno un invito formale e on sono considerati come malfattori. Varie persone che hanno rifiutato l’invito del NCPO sono comunque stati accusati di accuse penali per aver sfidato la corte marziale.
“D’altro canto è come avere l’opportunità per entrare in ritiro per un po’ di tempo per riconsiderare e aver sufficiente concentrazione per accettare varie fonti di informazione” ha detto Winthai che ha aggiunto che non sono autorizzati a rivelare il luogo dei colloqui per ragioni di sicurezza.
“Lo si veda per favore come uno scambio di vedute in modo diretto per avere la stessa comprensione per il benessere del paese. Non è una violazione di diritti” ha aggiunto.
La Thailandia ha vissuto 13 colpi di stato di successo dalla rivoluzione siamese del 1932, ma l’interrogatorio stile militare non era stato largamente condotto durante i più recenti nel 1991 e 2006. Durante i primi giorni dopo il golpe del 2006 pochi ministri con legami con Thaksin furono convocati dai militari ma non includevano studiosi, studenti e lavoratori delle ONG.
“Emerge questa volta una nuova tendenza che non accade da molto tempo.” diceva Prajak. “Questo mostra che i golpisti pensano di stare per molto tempo diversamente dai regimi di transizione del passato. Vogliono creare un regime di paura per assicurarsi che tutti rimangano silenziosi e sottomessi, e che nessuno sia contro il loro rimanere a lungo al potere.”
In precedenza durante questo mese Prayuth aveva detto di un periodo di 20 mesi per il suo rimanere al potere a cominciare dalla stesura della costituzione alla preparazione delle prossime elezioni generali, divenendo perciò il governo installato con un golpe più longevo dalla guerra fredda.
I metodi di interrogazione del NCPO possono essere eguagliati, secondo Prajak, a quelli usati dai governi dell’America Latina negli anni 60 e 70 per estrarre informazioni e sopprimere il dissenso, come pure da alcuni governi contro gruppi terroristici nell’era moderna.
Ma lo scopo della giunta non è né la ricerca di informazioni né di indottrinare. “Il governo sa che non può lavare il cervello a queste persone” ha detto Prajak. “Lo scopo è intimidire”.
Per Prajak un motivo di preoccupazione è vedere che per i Thai la detenzione arbitraria non è una violazione di diritti o una forma di coercizione dello stato, e per lui il fallimento della classe media di domandare al governo le ragioni delle sue azioni è una mancanza di preoccupazione per i principi democratici.
“I Thai non sono coscienti che siamo unici per il fatto che siamo il solo paese con un governo installato da un golpe. Mentre una società con una dittatura militare è terrificante, è ancor più terrificante una società con una forma mentale autoritaria.”
V, che ha chiesto di essere identificato col suo solo nomignolo, fu chiamato dalla giunta NCPO il giorno dopo il golpe insieme ad altri tre DJ della provincia di Kohn Kaen. Varie stazioni radio furono chiuse dopo il golpe con il sequestro delle apparecchiature.
Ad un campo militare a Kohn Kaen, a V fu chiesto di firmare un documento dove si promette di seguire gli ordini del NCPO e di non partecipare a movimenti politici.
Dopo i colloqui i soldati si presentavano al suo ristorante e cercavano informazioni dai vicini.
“Chiedevano agli ambulanti a che ora entravo ed uscivo e che auto guidavo per andare a lavorare. Non mi sento al sicuro. Crdo che il telefono sia controllato”.
Come altre magliette rosse, V ha ha rallentato le sue attività e la critica verso la giunta, ma dice che non è riuscito affatto il tentativo di lavargli il cervello.
“Nel mio profondo, indipendentemente della modifica delle attitudini le idee politiche di chi chiama alla democrazia sono ancora intatte. Il giusto e sbagliato è nella nostra coscienza. E’ come quando tocchi qualcosa che scotta, non puoi dire che è fredda.”
Kengkij è ancora sotto stretta osservazione dei militari che cercano informazioni dagli altri militanti, studenti, artisti a Chiang Mai e tengono d’occhio la sua pagina Facebook.
“Mi chiamano guastafeste. Dicono che non riescono ad immaginare cosa stia facendo, ma qualcosa la sto facendo. Avevo paura durante la detenzione poiché non sapevo cosa mi avrebbero fatto. Ma ora credo solo che i militari sono deboli e insicuri. Ed il mio odio verso di loro cresce ogni giorno di più”.
NONCHANOK WONGSAWUT, Spectrum Bangkokpost