Islamofobia nel Nord thai secondo Nidhi Eoseewong

Non sorprende l’opposizione in sé, se si considerano le notizie frequenti di islamofobia nel nord, l’opposizione alla costruzione di moschee e le lamentele di sempre secondo cui l’invito alle preghiere islamiche disturbano la pace e la felicità.

Sono rimasto sorpreso e dispiaciuto per una recente dichiarazione di opposizione ad un progetto di creare un parco industriale di alimenti Halal a Chiang Mai.

La dichiarazione era di un gruppo di monaci e di laici buddisti al governatore tra i quali vi era il capo della curia di Chiang Mai e membri dell’associazione di capi villaggio. Un dichiarazione simile aveva costretto alla cancellazione i progetti di costruire un simile parco presso Doi Lo.

Non sorprende l’opposizione in sé, se si considerano le notizie frequenti di islamofobia nel nord, come testimoniano l’opposizione alla costruzione di moschee e le lamentele di sempre secondo cui l’invito alle preghiere islamiche disturbano la pace e la felicità.

Mi ha scioccato il fatto che l’incontro non includeva solo l’Associazione dei Capi Villaggio ma anche altre 11 organizzazioni che rappresentano tutti gli aspetti del buddismo thai istituzionale, persino un’istituzione accademica e laicato coinvolto nella diffusione dell’insegnamento buddista.

Si legge nella loro dichiarazione: “Il progetto avrà vari impatti negativi nell’area con inquinamento, rumore e problemi ambientali generati dal processo, ma più specificamente con il dissenso e la divisione che nascono dai differenti stili dei buddisti in Chiang Mai e i musulmani che giungono da ogni direzione. La proibizione islamica verso i non musulmani che fanno un lavoro per alimenti Halal significa che il progetto non creerà lavoro per la gente del posto”.

Da questa dichiarazione è chiaro che l’opposizione è radicata, più che in una comprensione dell’Islam, nella loro islamofobia. Non sorprende affatto considerati gli ultimi dieci anni di polarizzazione e di crescita del bigottismo contro la comprensione dei thailandesi in generale. Forse non riuscirò a ridurre il tasso di bigotteria, ma mi interessa quello che alimenta l’Islamofobia in Thailandia, nel nord più a nord.

Prima di affrontare la questione, voglio mostrare che la dichiarazione citata è falsata nel fatto che le 12 organizzazioni non riescono a comprendere o a considerare cosa significa Halal.

E’ vero che i parchi industriali producono inquinamento e reflui dannosi per l’ambiente. Ciò è tipico di ogni parco industriale e non ha nulla a che fare con l’Islam, quanto piuttosto con fatto che le leggi e il controllo dei parchi industriali a livello nazionale non assicurano il controllo e gestione efficaci.

“Halal” si riferisce a ciò che è permesso ai musulmani, dal cibo al comportamento, e quello che non è proibito è permesso. MaHalal si usa in genere per gli alimenti, bevande e prodotti di consumo come cosmetici e medicine che potrebbero includere ingredienti di origine animale o prodotti animali proibiti ai musulmani da ingerire o da usare sul corpo. Tra gli esempi ci sono vaccini estratti da maiali.

Gli animali uccisi per il consumo devono essere uccisi ritualmente in un certo modo. Non li si deve fare soffrire; quindi deve essere usato un coltello affilato e immerso nella gola che tagli rapidamente arterie e vene. Per ragioni di salute la carne di animali che muoiono di loro non può essere consumata. In modo simile gli animali che sono stati uccisi perché picchiati fino alla morte o uccisi da altri animali non possono essere mangiati.

E’ vero che i macelli in Thailandia, Halal o meno, spesso buttano i reflui nell’ambiente. Ma questo è vero di grandi operazioni bene finanziate. Ancora questo smaltimento è il risultato di leggi e controlli inadeguati.

Ci potrebbe essere qualche problema con i regolamenti islamici per l’uccisione degli animali perché sono sedati con droghe o elettroshock, cosa non ammessa. Tali pratiche sono usate per risparmiare la sofferenza all’animale, ma la proibizione islamica non riflette brutalità quanto una preoccupazione che le pratiche potrebbero comportare qualcosa nella salubrità della carne. Alcuni paesi occidentali richiedono che gli animali siano sedati, mettendo fuori legge i macelli Halal.

Sarebbe difficile applicare questa obiezione in Thailandia poiché gran parte dei macelli non sedano gli animali. Chiunque viva vicino ad un macello per maiali ha occasione di ascoltare le grida dei maiali che sono uccisi.

Per accogliere i requisiti Halal l’animale deve essere ucciso da un musulmano, ma gli ulteriori processi possono essere fatti da non musulmani purché si è sicuri che non sono aggiunti ingredienti non Halal.

Un parco industriale Halal non richiederebbe un grande influsso di lavoratori musulmani che per lo più verrebbero da Chiang Mai e dintorni.

La produzione di alimenti Halal certificata internazionalmente come tale alimenta un grande mercato dell’esportazione. Ho acquistato alimenti inscatolati da paesi vicini e segnati Halal che erano prodotti a Pathum Thani, esportati in altri paesi per essere inscatolati e reimportati. Era un buon alimento thai.

Attualmente non ci sono organizzazioni in Thailandia che possono dare certificazione Halal. C’è un contenzioso debilitante tra varie agenzie in competizione per i grandi benefici da avere. Ma se qualche organizzazione guadagna autorità e funzioni con integrità, la certificazione nazionale Halal accrescerebbe l’esportazione thai in modo significativo, non solo di alimenti ma anche di prodotti cosmetici e medicine che devono essere certificate Halal.

Ma non voglio discutere dei benefici materiali di un parco industriale Halal, un dibattito che ignora l’elemento della bigotteria religiosa che è il mio interesse principale.

Per esplorare la questione vorrei rispondere a due domande: La prima, perché si prendono ad esempio i musulmani per la bigotteria? Secondo, perché accade nel nord? Si possono identificare varie cause per la bigotteria religiosa. Gli insegnamenti religiosi prevalenti possono contenere germi di sfiducia, ci sono persone che incitano alla paura e ci sono teorie cospiratorie per indirizzare male la gente e disseminare disinformazione. Potrebbe essere vero, ma sospetto che ogni volta che nasce un movimento con un gran numero di persone, quando compare un movimento sociale, ci devono essere state forze dentro la stessa società tali che l’incitamento, gli insegnamenti le cospirazioni e simili possano motivare grandi parti di popolazioni. Voglio identificare queste forze sociali preesistenti.

La ricerca necessaria per dare una risposta definitiva va oltre le mie capacità ma farò qualche osservazione.

Non conosco la proporzione di popolazione musulmana nel settentrione superiore, ma capisco che è più bassa di altre regioni del paese e che per lo più sono migrate dallo Yunnan. Inoltre è difficile trovare nel nord superiore musulmani tra le classi superiori come invece è possibile in altre regioni centrali e meridionali dove sono rappresentati tra i settori industriali, nelle organizzazioni culturali, tra le personalità della cultura e nell’università.

E’ facile vedere nel nord superiore il musulmano come Altro.

La situazione si fa di netto sollievo quando la si paragona ai cristiani protestanti nel nord superiore. Il nord, oltre a Bangkok e alle province limitrofe, ha l’esperienza più lunga di missionari protestanti. Da qualunque posto giungeva una prima generazione di cristiani, essa insieme ai cinesi di recente arrivo e locali era la prima nel nord superiore con istruzione moderna, i primi professionisti ed i primi gruppi di imprenditori moderni.

Comunque i buddisti thai non si sentono minacciati dalla cristianità nonostante il fatto che ci sono organizzazioni che apertamente si dedicano a propagare il cristianesimo molt più di quanto fanno i musulmani.

Mi sembra che il buddismo come istituzione thai è in declino. Questo perché, in parte, lo stato thai, nel suo ruolo di promotore e protettore del buddismo è anche debole, e in parte perché le organizzazioni ufficiali buddiste non sono stati capaci di adattarsi al mondo moderno.

Le zone centrali e meridionali furono le prime ad essere costrette a cambiare il loro modo di vita ed essere stati costretti a guadagnarsi da vivere nell’economia di mercato, nel processo di regolare la religione secondo il desiderio del successo mondano. La popolarità degli amuleti, vari rituali e credi in pezzi sacri di altre religioni (Ganesha, Kwan Yin, Rama V, Jatukham Ramathep etc.) che si integrano nel buddismo sono esempi chiari.

I modi di vivere dell’Isaan si sono anche modernizzati man mano che la gente entrava nell’economia di mercato. Ma l’Isaan è una regione enorme con una grande popolazione e i cambiamenti sono stati bilanciati. La regione è conosciuta per i suoi monaci delle foreste, eppure mantiene un credo profondo nei fantasmi ed, ancora di più, le tradizioni locali continuano a comandare nella vita della gente sebbene con cambiamenti.

Per esempio scommettere sui razzi del Bang fai conferisce ai razzi un ruolo tra la popolazione urbana che non ha posto per lanciarli. Ma il festival continua nonostante certe innovazioni, mentre non si trovano più nel nord superiore.

Il nord superiore ha anche affrontato un grande cambiamento forse più velocemente dell’Isaan. Sembra anche che una mancanza di monaci porterà a tempi vuoti prima che in altre parti, perché pochi vogliono ordinarsi e studiare per più di un anno. A volte devono richiedere monaci dell’Isaan.

Nel nord superiore la comunità si lega al tempio attraverso i monaci. Quando non ci sono più monaci con cui associarsi e rafforzare il credo, la religiosità precedente della popolazione urbana si estingue. Le comunità di fede attorno ai tempi hanno perso il loro peso. Ricordo che 50 anni fa queste comunità avevano un ruolo in molte cerimonie con danzatori tradizionali della comunità che partecipavano alla processione delle immagini del Buddha ed ad altre cerimonie religiose. Oggi se non si va nelle zone rurali si incontrerà raramente festival religiosi di comunità.

Dalla prospettiva di come la religione risponde al cambiamento sociale capisco che nel nord superiore abbiamo meno keji Achan, monaci con poteri soprannaturali o piuttosto famosi, di quanti ne hanno nelle altre regioni. I monaci più rispettati sono gli insegnanti Si Wichai e i loro discepoli, non keji achan con amuleti conosciuti ovunque. I monaci delle foreste della discendenza Achan Mun sono tutti morti e i suo monasteri cadono in rovina.

Per dirla brevemente oltre alla debolezza dell’istituzione buddista, il buddismo è più debole nel nord superiore e i buddisti lì si sentono più vulnerabili che in altre regioni. E’ naturale che si sentano più facilmente minacciati dall’Altro, rendendo a loro volta più facile incastrare i musulmani come Altro e opporsi a tutto ciò che è in relazione all’Islam, come un modo per sentirsi più a loro agio e meno vulnerabili.

Credo che nella società attuale l’opposizione ad un’altra religione nasca dall’insicurezza dentro la religione stessa. Questa osservazione include le nuove religioni del laicato, democrazia, capitalismo della libera impresa e simili.

I difensori di queste si oppongono alle altre religioni poiché sono insicuru di sé o del valroe della loro propria religione.

Nidhi Eoseewong, prachati.org

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