Di seguito traduciamo due articoli del New York Times che dano l’idea di chi è il presidente e delle sfide che lo attendono.
Il nuovo capo di stato si insedia alla presidenza,Joe Cochrane NYT
Joko Widodo, un cittadino comune nato in una baraccopoli di Giava, è stato dichiarato presidente dell’Indonesia completando una ascesa improbabile da sindaco di una cittadina al capo della quarta nazione più popolosa al mondo.
Con il Corano tenuto alto sulla sua testa ha giurato durante una sessione speciale in diretta televisiva della Assemblea Consultiva Popolare. L’Indonesia una democrazia emergente è la nazione a maggioranza musulmana più grande ed è l’economia maggiore del Sudestasiatico.
Tra i capi di stato presenti c’erano il Primo Ministro Australiano Abbott, il Primo ministro di Singapore Lee Hsieng Loong e il segretario di stato John Kerry per gli USA.
Il giuramento è stato un momento di respiro al paese dal periodo politico teso successivo alle elezioni di luglio in cui Joko ha sconfitto il genero del dittatore Suharto, Probowo Subianto, fatto dimettere nel mezzo di manifestazioni pro-democratiche nel 1998.
Prabowo comunque guida una coalizione di partiti di opposizione che controlla una maggioranza parlamentare e tutte le posizioni della Camera dei Deputati, promettendo a Joko una forte battaglia parlamentare. Alcuni capi di opposizione hanno anche promesso l’ostruzionismo e indagini sulla corruzione nel suo periodo di Sindaco di Surabaya e governatore di Giacarta.
Subianto è stato presente all’insediamento di Joko dopo un incontro tra i due che ha allentato la tensione. Joko si è riferito a Subianto definendolo «il buon amico mio».
Il nuovo presidente ha promesso programmi di governo più centrati sulla gente in un paese dove, nonostante la sua appartenenza al Gruppo delle venti maggiori economie, oltre 100 milioni di persone vivono con 2 dollari al giorno e dove si assiste ad una delkle più grandi divaricazioni tra ricchi e poveri.
In molti hanno caratterizzato questa impossibile vittoria di Joko su Prawobo come la battaglia di un cittadino comune contro qualcuno dell’elite politica del passato autoritario. Joko che era un falegname diventato piccolo commerciante, ha invitato, di fronte alla gente che lo circondava durante il discorso di insediamento, ai rappresentanti del governo e alla burocrazia di lavorare per migliorare la qualità della vita dei poveri del paese.
«E’ un momento storico per radunarci qui. Attraverso il duro lavoro e collaborazione potremo aiutare tutti gli indonesiani.»
Nonostante il suo governo con una coalizione di minoranza, Joko ha detto di attendersi che membri dell’opposizione alla fine cambieranno posizione e si uniranno all’amministrazione dandogli la maggioranza e permettendogli di finire la legislatura. Il presidente ha promessi più programmi per contadini, pescatori e altri lavoratori tradizionali e maggiore spesa sanitaria e servizi ai poveri.
In termini di politica estera Jokowi ha parlato di trasformare l’Indonesia in una «potenza marittima» e ha notato che il paese è l’arcipelago più grande al mondo. ….
Il presidente Indonesiano sotto le luci mondiali, Joe Cochrane NYT
Nei prossimi giorni Jokowi condividerà il palcoscenico mondiale insieme ai capi di stato di tutto il mondo. Andrà prima a Pechino all’APEC, agli incontri di capi di stato dell’ASEAN e al Summit dell’EST ASIA a Naypyidaw in Birmania e ad un incontro del G20 in Australia.
Jokowi non ha esperienza di politica estera e la sua introduzione agli affari internazionali sarà una prova del fuoco. Ha detto Joko «La cosa più importante è incontrare questi capi faccia a facia e sviluppare quelle relazioni». Forse più facile a dirsi che a farsi, dato che non ha molto in comune con le controparti…
Dovrebbe avere incontri bilaterali durante le conferenze con il Presidente russo Putin e il primo ministro thailandese generale Prayuth Chan-Ocha che ha fatto a maggio un golpe in Thailandia.
La cosa più grande che Jokowi ha in comune con Barack Obama che dovrebbe incontrare a Pechino viso a viso, è che entrambi hanno vissuto in Indonesia. Alto, magro, senza pretese, Joko stesso ha detto di sé che il suo viso sembra più quello di un piccolo commerciante di strada che vende da mangiare che quello di un capo di stato. Ma dietro quel viso vi è una mente affilata ed un’energia per far fare le cose.
Da governatore di Giacarta, era trasportato da chi sperava nelle sue camminate giornaliere nei mercati e nelle baraccopoli a parlare dei problemi di vita quotidiana come la salute, l’istruzione ed il traffico.
Lo stile inusuale e il suo inusuale nomignolo, Jokowi appunto, gli hanno portato quella attenzione mondiale e hanno suscitato l’interesse dei capi di stato esteri.
Matthew Goodman del CSIS di Washington per le economie asiatiche, che è stato coordinatore dell’APEC e del Eas Asia Summit del 2011 per l’amministrazione Obama, dice: «Sarà interessante vedere la chimica personale di Jokowi con Obama e gli altri capi e come si comporta. «Gli altri capi di stato lo terranno sotto osservazione con un occhio neutrale».
Joko è giunto alla presidenza con forti preoccupazioni interne, in particolare un gruppo di partiti di opposizione ostili nel parlamento che sono controllati da Prawobo Subianto, ex generale dell’esercito che perse le ultime elezioni.
«Sarebbe venuto a questi incontri internazionali come una star, ma è distratto dalle vicende interne» dice Kishore Mahbubani, ex diplomatico di Singapore. «Funziona l’attenzione che tu poni agli eventi e se hai mano libera di lanciare iniziative» che aggiunge che Joko dovrebbe rimanere un po’ nell’ombra ed usare questi incontri come un momento di apprendimento.
Altri si aspettano che Joko si dia un ruolo visibile sul palcoscenico mondiale, dato lo status di quarta nazione al mondo più popolosa, stato a maggioranza musulmana più grande e membro del G20, data anche che la via marittima più frequentata è lo Stretto della Malacca.
L’Indonesia ha problemi interni che hanno un impatto globale come il Cambiamento climatico a causa della deforestazione, e come il terrorismo e il traffico umano.
Feldman presidente della US-ASEAN Business Council dice: «Ha un ‘opportunità di brillare. Il mondo è curioso di lui e su che cosa si andrà a porre la sua attenzione. Penso che i capi di stato vorranno fargli la corte.»
Sin dalla sua indipendenza dal colonialismo. L’indonesia ha sempr mantenuto una politica estera tranquilla che il predecessore Yudhoyono descriveva come «un milione di amici e nessun nemico».
La transizione del paese verso la democrazia e la sua crescente importanza economica l’hanno posta in conservazione con le due economie maggiori emergenti dell’Asia, Cina ed India. Yudhoyono ha lavorato a proiettare ulteriormente l’influenza dell’Indonesia e la sua personale sul palcoscenico globale su questioni come il cambiamento climatico e l’estremismo islamico con risultati per lo più differenti.
«In un certo momento l’Indonesia ha provato a mediare nella Penisola Coreana e non andò molto bene» dice Ian Storey dell’ISAS di Singapore.
Gli analisti e i suoi stessi consiglieri dicono che sarà meno ambizioso e proverà a proiettare l’influenza del paese nell’ASEAN, la sua tradizionale base di politica estera. «L’Indonesia è più una potenza regionale con preoccupazioni globali, non è la Cina o l’India» dice Amitav Acharya di Washington. «
«Ma attraverso il suo ruolo di mediatore regionale ed aiutando a mettere insieme l’ASEAN, l’Indonesia aiuta la stabilità nella regione Asia Pacifico e il mondo.» dice Acharya «dal momento che è nell’Asia Pacifico che abbiamo tutte le grandi potenze, USA, CIna, Giappone ed India, le cui relazioni saranno fondamentali alla stabilità globale».
Rizal Sukma, consigliere di Joko, sostiene che lapolitica estera del presidente sarà diretta più dalle questioni di affari ed economici che da preoccupazioni geopolitiche. La posizione stessa dell’arcipelago, secondo Rizal, gli danno la possibilità di praticare una «diplomazia marittima»
«Non si mangia un’immagine internazionale. L’attenzione principale è di usare la diplomazia per benefici economici. Abbiamo una partnership strategica con l’India ma la relazione non ha aggiunto la metà delle sue potenzialità»