Quando Jokowi vinse le elezioni, sconfiggendo per poco un generale di destra con legami forti alla dittatura recente del paese, sembrava che la giovane democrazia indonesiana stesse cominciando finalmente a produrre capi competenti e non corrotti. Jokowi promise di mettere in azione una Rivoluzione mentale che avrebbe fatto perdere ai cittadini la loro tolleranza verso la corruzione e che ali avrebbe spinto a chiedere di più da se stessi e dai propri politici. Immediatamente diede promesse forti di riforma, tra i quali la promessa maggiore fu di un governo interamente composto da tecnocrati invece di mediocri, e spesso corrotti, personaggi nominati che di solito gestivano i potenti ministeri dell’arcipelago.
Quella promessa in particolare sarebbe stata difficile da mantenere: la coalizione politica che sostenne Jokowi avrebbe domandato inevitabilmente il controllo dei posti chiave del governo. Jokowi, un personaggio nuovo che correva senza un partito politico proprio, aveva bisogno di raccogliere il sostegno della propria coalizione. Comprendendo questo gli osservatori in genere hanno reagito con fiducia quando Jokowi annunciò le selezioni del proprio governo che includeva molti più nominati politici di quanto Jokowi suggerì per primo.
La reazione fu molto differente quando, qualche mese dopo, la nomina di Budi Gunawan a capo della polizia accese una grossa diatriba politica. Gunawan è un cliente di Megawati, capo del partito politico di Jokowi PDIP, ed ha un passato dubbio: era un ex generale di polizia che divenne misteriosamente ricco nonostante una paga umile di commissario per tutta la sua carriera.
L’importante commissione contro la corruzione, KPK, che aveva messo sotto inchiesta con successo decine di rappresentanti di alto livello in Indonesia, immediatamente ha colpito Gunawan ponendolo sotto indagine. Invece di ritirare la sua nomina e selezionare un altro che non fosse in odore di corruzione, Jokowi ha continuato per mesi nella sua idea, dichiarando che avrebbe atteso la fine delle indagini prima di nominare un altro capo della polizia, nonostante una immensa manifestazione pubblica contro la nomina da parte di cittadini che credono che il capo della polizia deve essere al di sopra dei sospetti.
Jokowi resistette alla volontà popolare a causa della pressione forte, privata e pubblica, da parte della sua coalizione che continuava a sostenere Gunawan, anche se incontrava una forte opposizione per aver continuato a sostenere la sua nomina. Secondo il ricercatore Tobias Basuki del CSIS di Giacarta, l’indipendenza del PKP aiutava a persuadere l’elite nella coalizione di Jokowi a fare pressioni sul presidente a non lasciar perdere l’idea di Gunawan, affidabile cliente del potere, come capo della polizia.“Poiché il KPK è al di fuori del controllo della rete informale tra i partiti dei politici del potere, è importante avere un capo della polizia dalla loro parte”.
La situazione si fece più dubbia quando la polizia si vendicò del KPK andando a ripescare casi morti contro i capi della commissione, visti chiaramente come tentativo di intimidazione dei capi della agenzia, per impedire di perseguire le accuse contro i poliziotti sospettati di corruzione. La polizia dopo allargò il loro attacco includendo 21 membri della commissione con l’accusa di avere armi da fuoco illegali. Jokowi, invece di difendere i membri della commissione dalle accuse pretestuose, diede delle dichiarazioni esitanti e vaghe come questa: “Da capo dello stato ho anche chiesto alla polizia e alla KPK di non far accadere frizioni nel fare il proprio dovere.” Ma la frizione si ebbe ugualmente, senza che il presidente si muovesse a difendere l’organizzazione contro la corruzione, il cui capo e vice capo furono alla fine sospesi mentre si dedicavano alla loro difesa. Secondo Basuki, questo rifiuto di sostenere pubblicamente il KPK sotto attacco “ è consistente con la posizione politica di Jokowi. Se sostiene con forza il KPK, diventa una sfida al capo del suo partito Megawati.”
Quindi una situazine iniziatasi con una cattiva nomina si è conclusa con la destabilizzazione della celebrata organizzazione contro la corruzione. Secondo Sandra Hamid, rappresentante per l’Indonesia di Asia Foundation’s, “La decisione di Jokowi non è stata vista di aiuto al sostegno del KPK. Non è che sono preoccupata del suo indebolimento futuro sotto l’osservazione di Jokowi perché è già stata indebolita.”
Il dramma iniziò a snocciolarsi a metà febbraio, quando Jokowi ritirò alla fine la nomina di Budi Gunawan e nominò un nuovo candidato al suo posto, su cui c’era anche un sospetto sui suoi conti bancari. La credibilità di Jokowi come riformatore è già stata fortemente danneggiata, e persino uno dei suoi primi sostenitori, come gli editori del Jakarta Post, pubblicano articoli duri che sottolineano la mancanza di audacia di Jokowi. Hamid mi parlò di un amico che lasciò il suo lavoro come consulente per fare il volontario per la campagna di Jokowi. Ora il suo amico sta perdendo la fiducia e le ha detto: “Ho abbandonato il lavoro per quattro mesi per fare il volontario per Jokowi ed ora mi domando: ha ciò che ci vuole per essere presidente?”
La cosa forse più sorprendente, dato lo squallore degli scandali, è che i commentatori mantengono qalche livello di ottimismo su Jokowi. “Può salvare le cose. Non è affatto troppo tardi” ha detto Kevin O’Rourke, analista politico. Una ragione è che, per tutto questo dramma, i capi dei partiti politici indonesiani hanno dimostrato un livello di nepotismo straordinariamente alto che la mancanza di forza di Jokowi sembra solo una cosa minore a confronto. Come dice un recente editoriale del JakartaGlobe: “L’indebolimento del KPK è il risultato di vari fattori compresa la mancanza di decisione di Jokowi, ma nel duro contrasto tutti i nemi ci delle agenzie, specialmente i politici del parlamento sono stati uniti”. Alemno con Jokowi Basuki ha detto: “Sono ancora otimista che il suo cuore si trovi al posto giusto.”
C’è un forte desiderio che Jokowi tagli i suoi legami con l’lite del suo partito e agisca decisamente come ha fatto da sindaco. “E’ inetto al momento. Ma una cosa chiara nella sua carriera è che è uno che apprende velocemente e sa riconoscere i propri errori e cambiare l’approccio” ha detto Kevin O’Rourke,, citando i cambiamenti della piattaforma del partito che ha fatto quando gareggiava come governatore. E secondo Kevin O’Rourke, non è troppo tardi per reclamare il sostegno pubblico. “Riuscirà a far rivivere e restaurare il sostegno pubblico, dovrà usare di più la stampa ed essere chiaro sui problemi politici che sta affrontando. Se facesse quello che lo aiuterebbe, un nuovo governo in primo luogo, promuovere cambiamenti istituzionali, una campagna di stampa che coinvolga discussioni candide con la gente, quello è il modo di aggirare gli interessi consolidati”.
Restano molte domande compresa quella sulla capacità di mantenere la fiducia pubblica mentre impara a gestire il potere in modo effficace a Giacarta. Ma nonostante gli ostacoli alcuni osservatori non riescono a concepire un Jokowi sottomesso per troppo tempo.
“A questo punto sono ancora ottimista su Jokowi”
http://kerrycollison.blogspot.it/2015/03/indonesia-can-jokowi-recover-indonesian.html