Kep, Cambogia morti 36 lavoratori nel crollo di palazzina in costruzione

Sono trentasei lavoratori uccisi ed altre 23 feriti dal crollo di una palazzina turistica di sette piani in costruzione a Kep, sulla costa cambogiana a 160 chilometri da Phnom Penh, rimasti intrappolati dal crollo sotto i detriti.

Dopo 40 ore di ricerca affannosa tra le macerie a Kep, si evince che tra le trentasei vittime ci sono sei bambini e 14 donne. Le autorità però non hanno detto come mai si trovassero dei bambini in un cantiere edilizio, se come manodopera oppure perché abitazione temporanea di lavoratori provenienti dalle province

Secondo il PhnomPenhPost, i lavoratori provenivano da differenti province cambogiane ed uno di loro, Ung Oeun, della provincia di Prey Veng ha detto che c’erano una quarantina di persone nella palazzina crollata.

“Sono rimasto bloccato sotto sacchi di cemento e ho gridato alla ricerca di aiuto. Poi sono riuscito ad uscirne fuori poco alla volta. Ci sono forse più di quaranta persone nella costruzione, i bambini dei lavoratori, alcuni anche di quattro mesi”

Questo crollo a Kep purtroppo giunge dopo un altro crollo in un cantiere di proprietà cinese nella provincia di Preah Sihanouk dove morirono altre 28 persone. Sette persone sono state incriminate ed è stato licenziato il responsabile della gestione dei disastri e spostato il governatore provinciale della provincia ad altro incarico.

Mentre la Cambogia vive un boom edilizio enorme con la costruzione di hotel, appartamenti lussuosi e casinò, legati per lo più alla presenza di forti investimenti cinesi e dei ricchi cambogiani, a pagare le condizioni di lavoro precario e pericoloso, nonché la mancanza di scrupoli, sono 200 mila lavoratori delle costruzioni che lavorano su base giornaliera, senza molta perizia e senza protezione sindacale, in siti dove non esistono controlli a pagare il costo di questo sviluppo.

La risposta del governo cambogiano è stata furente e tempestiva nel volersi liberare di ogni colpa.

“Non esiste alcuna altra ragione se non la cattiva qualità della costruzione. Tutte le costruzioni devono passare dall’ispezione delle autorità predisposte. In questo caso, l’impresa che doveva presiedere al progetto non deve aver seguito le procedure” ha detto il ministro degli interni Sar Kheng il quale ha aggiunto di non essere ancora arrivati a stabilire le colpe fermando però alcune persone interessate.

Hun Sen, che è sotto pressione a livello internazionale su vari fronti con la UE e gli USA anche in relazione agli standard nel campo del lavoro, ha reagito con forza difendendo l’operato del governatore provinciale, che non sarà licenziato, e dicendo che i crolli accadono dovunque, non solo in Cambogia, compreso gli Stati Uniti.

“Per aiutare il dolore delle vittime voglio contribuire con diecimila dollari per ogni ferito e 50 mila dollari per ogni morto oltre alle spese dei funerali” ha scritto Hun Sen che ha detto di aver ricevuto donazioni per un valore di 1,5 milioni di dollari.

Hun Sen ha anche detto che l’appaltatore del progetto è morto nel crollo, mentre il proprietario è stato arrestato.

Il sindacato cambogiano dei lavoratori del legno e delle costruzioni, BWTUC, ha chiesto al governo di estendere il Fondo di Sicurezza Sociale Nazionale NSSF ai lavoratori delle costruzioni e di dare una lezione severa ai responsabili di questo tragico collasso, otre a fare le ispezioni tecniche ed indagare la qualità delle costruzioni in tutto il regno.

Secondo la BWTUC si rende necessario verificare nel paese tutte le imprese edilizie per prevenire ulteriori disastri contro i lavoratori.

Il basso standard di sicurezza sia per la costruzione che per i lavoratori è alla radice di questo disastro di Kep come dei precedenti.

Quando poi i cantieri diventano case temporanee per i lavoratori e le loro famiglie emigrate all’occorrenza, si capisce come mai si trovassero sul cantiere edilizio donne e bambini.

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