L’assurdità continua a governare la Thailandia ed ora un uomo rischia il carcere per aver insultato un cane, Khun Thongdaeng.
Il crimine di Thanakorn Siripaiboon è stato di aver fatto un commento sarcastico su Facebook su Khun Thongdaeng, un amatissimo cane meticcio di strada che fu salvato da Re Bhumibol Adulyadej un decennio fa.
Thanakorn, che è sotto accusa per sedizione per aver condiviso accuse presunte di corruzione in un progetto di costruzione di un parco, è stato accusato di lesa maestà per le sue affermazioni sul cane portando l’assurdità ad un altro massimo storico mentre la Thailandia si avvicina alla fine dell’era di Bhumibol.
Lesa maestà, o anche il reato di lesioni contro la monarchia, è definita dall’articolo 112 del codice penale thai che afferma che la diffamazione, l’insulto o commenti minacciosi verso il re, la regina e il reggente sono punibili da 3 a 15 anni di carcere. Sin dal golpe del 2006 i casi di lesa maestà sono raggiunto massimi storici. E di recente la legge è stata estesa per coprire la protezione dei re del passato, altri membri della famiglia reale ed ora anche un cane randagio.
Cosa dobbiamo capire del caso di Khun Thongdaeng? Nel crepuscolo dell’era Bhumibol, si percepisce un senso di ansia sempre più forte non solo dai thai in generale, ma in particolare da chi comanda nella vecchia struttura di potere. Sono nervosi per il futuro della Thailandia in assenza di un re carismatico. Mentre guardano in avanti, il re in attesa il principe ereditario Maha Vajiralongkorn sembra incapace di guadagnarsi lo stesso rispetto e reverenza di cui da tempo gode suo padre. Infatti questa ansia ha condotto i militari a lanciare il golpe del 2014 per farsi carico della successione reale.
Con la stessa ansia certe fazioni politiche si sono rivolte alla legge di lesa maestà per proteggerei propri interessi e minare quelli di chi si oppone loro. In altre parole la legge di lesa maestà è stata più volte sfruttata come arma politica.
Il caso di Khun Thongdaeng riflette anche la vulnerabilità delle istituzioni reali che ironicamente sono state percepite come forze stabilizzanti. Re Bhumibol è malato ed entra ed esce dall’ospedale sin dal 2009. Sua moglie Regina Sirikit ha anche subito un ictus. E’ alquanto gusto dire che la Thailandia è una nazione senza re che è gestita da un sistema militare che usa la legge di la legge di lesa maestà per proteggere se stesso.
Per quanto spietati, i militari hanno continuato a ricercare la legittimazione per prolungare il proprio governo. Una fonte di legittimazione è l sua difesa dell’istituzione reale, e tutti i casi di les maestà sembrano riaffermare l’esistenza di minacce contro di essa. Ma, a lungo termine, questa tattica potrebbe rivelarsi controproducente per la monarchia.
L’accusa di Thanakorn indica una crescente disperazione nel tentativo di preservare l’immagine immortale di Re Bhumibol.
L’uso diffuso di questa legge indica che è in funzione per restare. Infatti la legge è usata per punire persino quelli vicini alla famiglia reale. L’arresto del famoso astrologo Mor Yong, che aveva un lungo servizio nell’ufficio del rincipe ereditario, suggerisce che il palazzo aveva approvato quella purga. Peggio la morte misteriosa di Mor Yong in prigione ha accresciuto le paure che la mnarchia non esisterà a trattare con durezza i traditori e i disertori.
Non è un buon segno per la Thailandia o per il futuro della sua monarchia. Più si usa la legge di lesa maestà, di più macchierà la monarchia. L’arresto ridicolo di Thanakorn amplifica il disagio pubblico sulla monarchia. Il palazzo in altre parole si è creato in modo non necessario dei nemici per sé.
Cosa potrebbe mostrare meglio il disprezzo per i diritti umani fondamentali che gettare in galera una persona per proteggere la reputazione di un cane di famiglia?
Pavin Chachavalpongpun, The Guardian