Koh Tao Koh Phangan immagini oscure nel paese del sorriso

La violenza e l’omicidio di due giovani turisti britannici, David Miller e Hannah Witheridge, sull’isola di Koh Tao, in un resort bellissimo sul mare, riporta sulle prime pagine di tutto il mondo l’immagine oscura del paese del sorriso.

Questi due giovani sono stati massacrati con un machete sulla spiaggia, dopo aver partecipato ad un party sulla spiaggia a cui partecipavano tantissimi turisti. David sembra di aver provato con forza a difendere Hannah da chi l’ha attaccata ma è poi morto in acqua colpito da vari colpi di machete. Sul corpo della ragazza, che sembra aver avuto rapporti sessuali, invece non sembrano esserci segni di stupro, ma solo i colpi che l’hanno uccisa e segni di resistenza agli aggressori.

La prima cosa che fa pensare è la presenza di grandi party sulla spiaggia, alcuni parlano di rave party, dove l’alcol ed altro scorrono tantissimo, in un periodo di legge marziale imposta su tutto il paese. Non è la prima volta che qualche turista viene assassinato durante questi rave e tantissime violenze specie sessuali restano nascoste. Scrive Phuketwan:

“Nonostante l’imposizione della legge marziale in tutto il paese in seguito al golpe di maggio, tutte le feste notturne sulle spiagge di Koh Tao e nella vicina Ko Phangan hanno visto stupri, furti, arresti di droga ed estorsioni secondo il personale di ambasciate straniere a Bangkok. Molti crimini non sono neanche denunciati alla polizia.

Il console onorario australiano da poco in pensione Larry Cunningham che vive a Phuket ha etto che i genitori australiani resterebbero scioccati di sapere come i criminali thailandesi prendono di mira i giovani australiani ed altri stranieri ai party come quello di Ko Phangan, dove ad ogni luna piena si radunano almeno 30 mila persone affollati in un chilometro quadrato di spiaggia

Sempre sullo stesso articolo si legge “A Phuket (l’altra grande isola sulla costa occidentale thailandese) dove 20 mila australiani vanno in vacanza ogni mese, soldati armati hanno assistito nello sgombero di strutture illegali sulla spiaggia ed hanno colpito le bande in stile mafioso che operano nel campo dei tassì ladroni e imbrogliano i turisti”.

koh tao vittime

Le ricerche dei possibili criminali sono partite, rafforzate dalla voce di Prayuth che ha invitato militari e polizia a cancellare questo brutto colpo per l’immagine del paese con la cattura dei colpevoli. In un primo tempo sono state fatte indagini su alcuni amici della ragazza, come colui che viaggiava insieme alla ragazza, Christopher Alan Ware, e su altri compagni di stanza, senza però giungere a nulla. Ad essere considerati sospettati, non si bene sulla base di che, sono anche alcuni emigrati birmani, ma come dice il Bangkokpost:

“I test sul DNA del liquido seminale trovato nel corpo di Hannah Witheridge non danno il riscontro con gli altri dodici sospettati né con Christopher Alan Ware … La ricerca forense dei campioni presi a persone sospettate era stata accelerata secondo gli ordini del governo dopo il brutale omicidio dei due turisti inglesi… Dall’analisi di una cicca di sigaretta trovata sulla scena del delitto si sa che ci sono due campioni di DNA appartenenti a due persone diverse e queste non contrastano con quelle trovate nello sperma nel corpo di Hannah.”

Questo “fattaccio” getta un’altra luce sinistra sull’industria turistica thailandese che ultimamente sta subendo a causa del golpe dei forti contraccolpi negativi con un calo turistico notevole. Dal momento che la Thailandia richiederebbe un’assicurazione sanitaria per poter avere il visto dopo il golpe si sono avuti contraccolpi proprio in questo campo perché nessuno dà un’assicurazione per zone coperte dalla legge marziale.
Si tenga presente che la Gran Bretagna è il secondo paese dopo la Russia come arrivi in Thailandia e che l’industria turistica rappresenta il 10% del PIL thailandese. Un calo di arrivi dalla Gran Bretagna significherebbe un altro colpo all’immagine del paese, dove le sue spiagge idilliache rischiano sempre di potersi trasformare in un incubo, ed un ulteriore problema per il governo di Prayuth che mira a ravvivare questa industria per far riprendere il volo all’economia complessiva che sembra stagnare.

In questo quadro vanno anche viste le prese di posizione del governo che deve ammettere per bocca di Prayuth “Nei loro paesi possono viaggiare dove vogliono e loro pensano di essere sicuri, ma nel nostro paese ci sono ancora problemi … ci sono differenti tipi di persone così devono essere attenti”

E’ in fondo la prima volta che si sente dire qualcosa di simile.
Il ministro degli esteri Tanasak inoltre ha inviato al ministro inglese il profondo rammarico e la vicinanza del governo e del popolo thailandese alla famiglia delle vittime. Nell’occasione il governo ha dato istruzione di rafforzare le misure di sicurezza nell’area e di condurre indagini trasparenti e complete sulla morte dei due cittadini britannici.

Questa dichiarazione tanto bella quanto scontata che è stata accettata dall’ambasciata britannica deve essere però messa a confronto con le dichiarazioni di Prayuth quando dice
“Dobbiamo guardare nel comportamento dell’altra parte anche perché questi fatti non devono accadere a chiunque ed ha colpito la nostra immagine”….
“La gente del posto deve dire ai turisti quando stare fuori non comporta problemi, dobbiamo aiutarli a comprendere”

“Ci sono alcuni dei peggiori criminali in Thailandia … stupratori, assassini e ladri ed anche qualche poliziotto corrotto … Questi sono posti molto pericolosi”.
Ancora peggiore è questa, trasmessa in televisione.
“Ci sono sempre problemi con la salvaguardia dei turisti. Pensano che il paese è bellissimo e sicuro che possono quindi fare quello che pare loro, possono indossare bikini e camminare dovunque… Ma possono essere sicure con i bikini? Se non sono belle.”
Va segnalato anche il comportamento dei media thailandesi che immediatamente dopo la scoperta della tragedia pubblicano nomi e foto dei due giovani britannici, prima ancora dell’informazione alle famiglie. Come dire etica giornalistica quasi nulla.

Ancora una volta, come successo in un caso precedente, la colpa è anche della vittima che veste bikini o che si fa accompagnare in moto. Quale sarà l’immagine che il paese del sorriso lascerà al mondo?
Inoltre non sarà ancora questa l’occasione per rafforzare le misure di sicurezza ed imporre ancora più restrizioni al paese in nome della sicurezza per i turisti, per poi concedere ancora spazio a questi pericolosi rave parties?
In ultimo, ma non perché meno importanti. Perché si ricercano i colpevoli, per primo atto, negli stranieri senza appunto giustificazione? Ancora un sintomo del famoso razzismo di cui parla Giles Ji Ungpakorn nel suo articolo qui pubblicato?

Sono fatti che accadono in tutto il mondo e che colpiscono l’immagine di una comunità certo, ma sono anche in primo luogo delle violenze, delle morti che chiedono giustizia e che non devono vedere le vittime sul banco degli imputati. Troppo spesso la gente non denuncia perché trova nella polizia e nel suo modo di fare le indagini il primo grandissimo ostacolo da superare.

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