La comunità indigena dei Bunnong della foresta della Comunità di Phnom Ses nella provincia cambogiana di Kratie ha espresso le proprie preoccupazioni sul livello di abusivismo nelle proprie terre ancestrali per le piantagioni e il taglio illegale di legname che profanano i loro luoghi tradizionali.
Secondo Hea San Oeun, vicepresidente della Foresta della Comunità, alla comunità furono assegnati nel 2009 oltre 3000 ettari di terra coperta a foresta nel distretto Sambor di Kratie dalle autorità locali e dal ministero dell’Agricoltura, terra che la comunità difende da sempre.
“Proteggiamo la foresta per i nostri villaggi” dice Sam Oeun. “Questa foresta ha tante cose da dare perché ci sono tanti alberi di resina, medicine naturali e può darci da mangiare con la sua diversità di vegetazione. E’ anche un luogo santo da venerale per la presenza di tanti oggetti sacri, per gli spiriti e per gli dei. E’ il luogo della nostra tradizione”.
Tra il 2015 e il 2016 comunque la foresta della comunità perse oltre 2000 ettari di terra che furono ripuliti dai proprietari di piantagione di culture commerciali. Tanti alberi sacri furono sostituiti da alberi di mango, caucciù e anacardi, ma Sam Oeun è più arrabbiato dall’ipocrisia che ha permesso la profanazione della foresta della Comunità.
“Mi domando come possano invadere la terra della foresta di comunità quando noi abbiamo i documenti fatti secondo la legge, e se osiamo distruggere una delle loro piantine di anacardi dicono che violiamo la legge sulla proprietà”
La profanazione della foresta dei Bunnong è stata documentata da CYN, Rete dei Giovani Cambogiani, che scoprì 143 casi di costruzioni di abitazioni abusive nella foresta della Comunità di Phnom Ses a Kratie dopo aver monitorato la situazione il 25 e 26 settembre scorsi.
Almeno 58 di queste costruzioni abusive sono state costruite quest’anno dal momento che lo scorso anno furono trovate solo 85 strutture. Il furto di alberi e l’occupazione abusiva della foresta della Comunità di Phnom Ses va avanti giornalmente e per lo più impunita, come sostiene la Rete dei Giovani Cambogiani.
Bun John, un abitante della comunità, dice che lui e gli altri abitanti hanno fatto moltissimo per proteggere la foresta, ma le minacce al loro modo tradizionale di vivere, e alla foresta stessa che sostiene quel modo di vivere, continuano a crescere.
“Usano le macchine per tagliare gli alberi e non sappiamo da dove arrivano. Se non c’è un intervento delle autorità la nostra foresta, da cui ricaviamo resine e vimini, oltre alle verdure della nostra dieta giornaliera, saranno perdute per sempre. Ho dolori cronici alle spalle per il continuo pattugliamento”.
“Non sappiamo più cosa fare perché i casi di costruzioni abusive crescono senza controllo” aggiunge.
Sam Oeun dice di aver visto nuove tecniche di deforestazione adatte per poi installare piantagioni, in cui usano prodotti chimici per bruciare le radici degli alberi tagliati e immediatamente piantano i loro semi per il loro prodotto. Dice di aver detto loro di non usare prodotti chimici sulle terre a foresta ma non lo ascoltano.
Dopo innumerevoli proteste fatte presso le autorità l’assenza del loro intervento porta Sam Oeun a concludere che nessuno di quelli che comandano presta attenzione ai loro problemi.
“Nel passato il governatore provinciale scriveva una lettera con cui ordinava l’allontanamento degli intrusi, eppure crescono sia le case che le baracche” dice. “Dico che vogliono mantenere il possesso della nostra terra comunitaria. Le autorità ci hanno detto che si sarebbero preparati a cancellare questa occupazione abusiva e ridare la terra alla comunità ma, dopo molti anni, non accade ancora nulla”
Persino la documentazione di CYN, il cui primo rapporto fu fatto a maggio 2019, non è riuscito a cambiare la mente del governatore del distretto di Sambor, Som Sarith che da anni non ha voluto fare nulla.
“Invece crescono sia l’occupazione abusiva della foresta per piantagioni personali e costruzioni abusive, mentre decine di migliaia di alberi di anacardi crescono sulla terra della foresta di comunità”
Som Sarith, alla richiesta di spiegazioni, risponde di non conoscere la questione e di non aver ricevuto richieste da CYN a cooperare nei loro studi della foresta della comunità di Phnom Ses.
“Non so che dire perché non abbiamo mai lavorato su questa questione. Comunque dobbiamo agire contro i criminali secondo la legge” ha detto il governatore esitando nel dire se era importante l’ultima prova del CYN.
Comunque il capo della comune della vicina Ou Krieng Kea Chamnan ha detto di essere a conoscenza di questi abusivi nella foresta dei Bunnong ed è al lavoro per indagare e prevenire la deforestazione almeno dal 2018.
“Sono intervenuto spesso su questa cosa, ma non so del lavoro delle autorità competenti. Posso solo denunciare e confiscare gli strumenti che usano e abbattere le case. Poi la corte li convocherà loro e me per le spiegazioni, ma poi non so cosa succede”.
Molti sono finiti in prigione e poi rilasciati e non sembrano toccati dal loro contatto con la legge, secondo Chamnan. Chi è stato preso a tagliare alberi nella foresta si è persino battuto contro autorità locali e la comunità quando hanno provato a confiscare le attrezzature.
“Hanno chiamato la polizia e siamo stati multati per ciò che non abbiamo fatto. La comunità si sente minacciata ed ha paura. Comunque continuo a fare qualcosa contro gli abusivi e li mando davanti ai giudici” dice Chamnan.
Tutti questi incidenti portano Chamnan ed altri a sospettare che i diboscatori e chi lavora nelle piantagioni a ripulire la foresta deve avere dei legami con le autorità di Kratie.
“Se non fosse così non potrebbero persino entrare nell’area” dice Chamnan il quale aggiunge che non sa cosa fare più se non mandarli davanti ad un tribunale.
Il direttore di CYN Heng Kimhong dice che questo abusivismo nella foresta della comunità di Phnom Ses non è una cosa da nulla e che si devono intentare azioni legali a tutti i livelli.
“Invito a tutte le autorità di fare qualcosa in tempo per evitare ulteriori perdite della nostra foresta. Se non si interviene a Phnom Ses le altre foreste di comunità vicine si troveranno davanti lo stesso destino. Ci deve essere un’indagine sul perché le autorità locali sembrano infischiarsene di fare il loro dovere e vedere se le autorità locali non sono coinvolte nel loro abusivismo” dice Heng Kimhong.
Un’altra abitante della comunità di Phnom Ses, Saeng Sok Kaeng, chiede che le autorità siano chiare con la comunità, se ridaranno la terra alla comunità oppure lasciarla agli abisivi e ai diboscatori illegali fino alla scomparsa della foresta.
“Chiedo che ci ridiano la nostra foresta. Ci sono tante case abusive e a noi gli abitanti ci dicono che è sbagliato pattugliare e proteggere le foreste”
Secondo la donna la foresta in questa comunità ha tutto ed è ricca di biodiversità e ricca di resine, medicine, rattan e verdure.
“Gli indigeni ed i poveri come noi moriranno e non avranno nulla da cui sostentarsi se la foresta scomparirà un giorno” dice Sok Kheng la quale aggiunge che le sue tradizioni culturali scompariranno se si distruggerà la foresta.
Teng Yalirozy, Cambodianess