La valuta del Myanmar Kyat ha raggiunto il minimo di sempre venerdì scorso contro il dollaro ad indicare le crescenti preoccupazioni sulla stabilità del paese dopo otto mesi dal golpe dei militari birmani che ha generato una ribellione della popolazione fino al limite della guerra civile aperta.
Il Kyat è caduto a 2200 contro il dollaro USA dai 1330 del primo febbraio quando il Tatmadaw prese il potere dal governo democraticamente eletto del NLD, mentre è cresciuto del 50% il prezzo dell’oro. (1Euro=2141 kyat)
Secondo i dati di AAPP le forze di sicurezza hanno ucciso almeno 1108 civili arrestandone 6591 nella repressione delle proteste contro la giunta militare.
Nel contempo sono saltati verso l’alto il prezzo dei beni essenziali comprati dalle famiglie.
“Nei primi mesi le cose non erano così difficile ma ultimamente il prezzo dei beni necessari è andato fuori controllo e non riesci più a comprare le stesse cose che prendevi prima del golpe” dice una donna ad RFA. “Con i prezzi che salgono i commercianti non possono darti neanche un minimo scontro”
Mentre il caffè è cresciuto del 50%, latte olio da cucina e riso hanno visto il raddoppio dei prezzi.
Secondo un uomo di affari di Yangon, Soe Tun, il prezzo dei beni di prima necessità è cresciuto per il deprezzamento del Kyat e l’accresciuto valore del dollaro.
“Moltissimi vivono un momento difficile da mesi, hanno perso il lavoro per la crisi politica e il Covid-19. La disoccupazione è alta. La gente non ha lavoro ma i prezzi dei beni di consumo sono saliti. Quasi tutte le medicine devono essere importate e pagati in dollari durante la pandemia e mentre il dollari si apprezza tutto costa di più”.
La domanda in dollari USA è cresciuta molto dopo il golpe e dopo un blocco nelle esportazioni e negli investimenti esteri diretti. Le sanzioni USA contro la giunta hanno interrotto il flusso di moneta pregiata nel paese.
La Banca Centrale della giunta ha venduto 144.8 milioni di dollari durante il periodo da 3 febbraio al 15 settembre per sostenere il Kyat contro il dollaro secondo Myanmar Now, ma allo stesso tempo è cresciuto anche di più la domanda di moneta pregiata che ha spinto il prezzo del dollaro ad incontrare la domanda nel mercato nero.
La Banca Centrale dei militari nel provare a soddisfare la richiesta di moneta emise il 3 settembre un decreto con cui ordinava alle banche di vendere la moneta pregiata non usata alle banche di esportazione ai prezzi di mercato nel giro di 4 mesi.
Il deprezzamento del Kyat e la crescente domanda di dollari seguono un rapporto della Banca Mondiale di luglio che sosteneva come l’impatto del golpe e della pandemia potevano far raddoppiare il tasso di povertà nel Myanmar, dicendo che l’economia andava verso la recessione.
La Banca Mondiale stima una decrescita del 18% dell’economia del Myanmar tra ottobre 2020 e settembre 2021 per gli impatti duri delle proteste, della mancanza di lavoratori, chiusura delle telecomunicazioni ed un settore sanitario in crisi.
Lo scorso mese esperti finanziari indipendenti definirono come catastrofica la cattiva gestione del paese da parte della giunta che a sua volta potrebbe accendere una crisi bancaria.
Secondo il governo ombra del Myanmar, NUG, la giunta ha perso da febbraio 1 miliardo di dollari, o 2 milioni di miliardi di Kyat, in entrate dalle compagnie energetiche gestite dai militari per il boicottaggio pubblico diffuso del pagamento delle bollette elettriche.
Il ministero dell’energia dei militari ha ammesso di aver dovuto acquistare energia dalle centrali private per compensare il disagio e ha messo in guardia di poter dare elettricità al paese se il governo riesce ad incamerare tasse a sufficienza.
I militari hanno ora accresciuto l’offensiva nelle parti remote del paese accendendo battaglie furiose con le milizie popolari del PDF e di altre armate etniche che controllano larghi spazi di territorio ai confini del Myanmar.
Il 7 settembre il NUG dichiarò uno stato di emergenza nazionale chiamando alla ribellione aperta contro il governo della giunta e portando ad un incremento di attacchi ad obiettivi militari da parte di milizie democratiche e di gruppi etnici armati.
Secondo Joshua Kurlantzick, mentre prima della pandemia l’economia birmana si sarebbe dovuta espandere di un ulteriore 6% tra 2019 e 2020, l’economia ora implode.
“Molte banche hanno pochi contanti e molte multinazionali hanno abbandonato il Myanmar con il peggioramento delle relazioni commerciali con le grandi democrazie” scrive l’esperto di Council on Foreign Relations, il quale aggiunge che, nel secondo trimestre del 2021, si sono persi 1,2 milioni di posti di lavoro.
L’esperto ha chiesto una “azione rapida e concertata vista la sofferenza nel Myanmar e i rischi che pone al mondo” e ha indicato le minacce poste ai paesi vicini da molti esperti dalla crescita delle infezioni, della fuga della popolazione e dal malgoverno.
Un altro economista di Yangon Zaw Pe Win ha detto che la giunta deve sostenere il valore del Kyat per non rischiare il collasso totale.
“Le autorità stampano moneta senza alcuna garanzia. La prospettiva economica non è ottimistica e i prezzi dei beni di consumo di sicuro saliranno. Se le cose continuano così le famiglie povere vedranno tempi persino peggiori di come sono ora. Se non riescono a controllare la situazione il paese prenderà una spirale negativa incontrollabile”