L’economia filippina cresce del 6,4% ma si traduce nella crescita dei più ricchi

Nonostante i guai in Europa, l’economia filippina spinta dalle rimesse degli emigrati, ha fatto meglio delle economie dei suoi vicini.

Il PIL filippino è cresciuto del 6,4% nello scorso quadrimestre spinta da un boom nei consumi e da un incremento del turismo e nelle esternalizzazioni, secondo Forbes.

L’indice della borsa ha guadagnato il 17% rispetto all’anno precedente. I quaranta personaggi più ricchi del paese hanno visto le proprie fortune crescere anche più velocmente con la loro ricchezza collettiva crescere oltre i 13 miliardi di dollari fino a 47,4 miliardi. Ci sono ora 15 miliardari quando un anno fa erano solo 11.”

Di seguito un articolo apparso sul Philippines’Daily Inquirer di che analizza questo momento economico in relazione alla politica economica dell’amministrazione Aquino.

sistema del pork barrel Enrile Revilla ed Estrata

Crescita economica per tutti

La notizia secondo cui il primo quadrimestre ha visto una crescita del PIL Filippino del 6,4% è stata salutata positivamente considerato che nessuno si attendeva che potesse essere così alta e che fosse la più alta in Asia e paragonabile solo a quella cinese. Poi è giunta la notizia da Forbes Asia secondo cui i 40 filippini più ricchi, guidati dal miliardario dei centri commerciali Henry Sy, ha visto la ricchezza collettiva crescere di oltre 13 miliardi di dollari oltre i 47 miliardi dello scorso anno, un salto di quasi il 38%.

Nel frattempo il nostro PIL è salito di 732 miliardi di peso, pari a 17 miliardi di dollari nel 2011. L’accresciuta ricchezza dei 40 ricchi filippini da soli è equivalente alla massa, il 76,5%, dell’aumento complessivo di entrate dello scorso anno del paese. A confronto, la ricchezza delle 40 persone più ricche del Giappone con 10,7 miliardi di dollari rappresenta il 2,8% dell’aumento complessivo del PIL di 381 miliardi di dollari. Se ci avviciniamo alla regione i 40 più ricchi Thailandesi hanno accresciuto le loro fortune di 9 miliardi di dollari con un aumento del 25% a 45 miliardi di dollari con una crescita equivalente al 33,7% della crescita complessiva del PIL. In Malesia i 40 più ricchi hanno conseguito 2,3 miliardi di dollari in più fino a 64,4 miliardi di dollari pari ad un mero 5,6% della crescita totale del PIL malese.

Questi paragoni ci dicono che ci sono alcune peculiarità lampanti dell’economia filippina. Conferma ancora quello che molti di noi lamentano da molto tempo: abbiamo un’economia di oligarchi nelle cui poche mani resta la massa della ricchezza e delle entrate del paese. Quindi non dovrebbe sorprendere se una crescita sorprendente per altri versi del 6,4 % non ha visto la maggioranza dei filippini fare i salti di gioia. La povertà percepita secondo la SWS mostrava che il numero di famiglie filippine povere saliva di 2 milioni, da 9,1 a 11,1, il 10% da 45 dello scorso dicembre al 55 % attuale. Qualunque rapida crescita l’economia del paese possa aver vissuto nel primo quadrimestre non è riuscita a tradursi in una vita migliore per quelli che hanno bisogno di più di un miglioramento.

Non si travisi quello che intendo dire: non voglio biasimare quei filippini ricchi da favola della lista di Forbes. Suppongo che per la maggioranza di loro la loro grande ricchezza e la crescita sostenuta devono essere attribuibili ad anni di duro lavoro e/o un acume superiore per gli affari; un certo numero di questi ricchi è giunto alle ricchezze partendo dagli stracci. ( Non voglio qui neanche negare la probabilità che alcuni siano stati aiutati dai legami politici, da pratiche negative negli affari o da quello che gli economisti definiscono comportamento pratiche monopolistiche). Nè voglio porre altra colpa sul governo, in particolare il presidente Aquino, la cui crociata contro la corruzione si è tradotta ultimamente in una accresciuta fiducia del mondo degli affari. Se la nostra crescita economica non è stata “una alta marea che solleva tutte le barche” è a causa di una storia economica piena di politiche dirette male, di istituzioni deboli e impiegati pubblici malguidati o mal motivati. Di conseguenza le opportunità nella nostra società sono molto più sghembe di quanto sembra essere stato il caso nelle altre economie asiatiche viciniore. Quindi troppi filippini sono finiti per non avere persino una “barca” per essere sollevati.

Con le nostre 40 famiglie che chiaramente posseggono la massa della crescita nelle nostre entrate nazionali, le Filippine sono diventate il caso manifesto di una nuova richiesta comune tra le istituzioni dello sviluppo di “una crescita inclusiva”. Come possiamo evitare una crescita che arricchisce i pochi ma esclude i più? Come possiamo perseguire una crescita di cui possano beneficiare i poveri piuttosto che scorrere soltanto davanti ai loro occhi?

Una cosa mi è chiara: Abbiamo bisogno di cominciare con un buon governo. In una analisi che feci nella mia ricerca sabbatica per la Asian Development Bank alcuni anni fa, esaminai i fattori che influenzavano il tasso a cui la crescita economica era stata accompagnata da una riduzione della povertà nelle nazioni asiatiche. La qualità del governo, misurata con gli indicatori del governo del mondo della Banca Mondiale, risultò essere il determinante più forte. Fu anche significativo il livello della spesa pubblica nell’istruzione, salute e casa che riflette le priorità del governo quindi la qualità del suo governo. Di fronte allo scherno e alle critiche valide sul come va avanti la politica contro la povertà del presidente Aquino e la richiesta di “una giusta via”, pochi negherebbero che si sono fatti dei benefici visibili nella sua crociata per il buon governo. Deve sostenere il momento ed accelerare il passo come un prerequisito fondamentale se vogliamo raggiungere una crescita inclusiva.

Dato questo per certo, dovrebbero esserci altri imperativi: la promozione vigorosa e lo sviluppo di piccole e medie imprese, una politica competitiva che rende eguali le imprese e le opportunità economiche, una riforma delle risorse efficace focalizzata a uguagliare l’accesso delle persone alle opportunità per arricchire il loro capitale umano, naturale, fisico, sociale e finanziario.

Ma il governo da solo non può creare la crescita inclusiva. I nostri 40 filippini più ricchi e quelli tra noi che hanno ricchezze devono fare la loro parte nel portare ad una crescita più larga. Ci sono molti modi in cui possono farlo e di sicuro le stesse menti che hanno fatto crescere le loro fortune potrebbero guidarle in questa via. Ma più che menti, ci vuole tanto cuore e si spera che essi siano ricchi anche di questo.
Inquirer

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