Ai reporters ha detto: “Completerò tutto la settimana prossima” riferendosi alla nomina di Gudu Gunawan, sospettato di corruzione e riciclaggio di denaro sporco dalla Commissione contro la Corruzione, KPK. “Non ci vorrà molto. Ci sono cose da sistemare” ha commentato senza però specificare cosa queste cose siano.
Questi commenti sono giunti dopo la riunione che ha tenuto con la sua coalizione e con la sua patrona Megawati Sukarnoputri, presidente del PDIP. Budi era stato aiuto della sicurezza di Megawati durante la sua presidenza tra il 2001 e il 2004, e si crede che la sua nomina a capo della polizia sia stata quasi imposta a Jokowi. All’incontro era assente il presidente del NasDem Surya Paloh che in precedenza era sempre stato presente durante le grandi decisioni ed è noto come grosso sostenitore di Budi Gunawan.
Questo incontro era stato indetto per sistemare la forte diatriba tra la polizia, sostenitrice di Budi e il KPK, con la polizia che è andata a riprendere, per vendetta, dei vecchi casi, risalenti ad un decennio prima, contro alcuni commissari della KPK. Joko ha detto: “Non sento il bisogno di nascondere qualcosa. Si trattava del KPK e della polizia nazionale.”
Jokowi continua a trovarsi di fronte ad una rabbia generale affinché lasci cadere la nomina di Budi Gunawan e ponga fine alle pretese della polizia di criminalizzare la KPK, mentre PDI e NasDem fanno grandi pressioni per far eleggere Budi immediatamente.
Secondo vari osservatori politici ci sono dei grandi interessi dei due partiti dietro la nomina di Budi a capo della polizia. Con la nomina di Prasetyo del NasDem alla procura generale la nomina di Budi completerà il controllo alle due agenzie di applicazione della legge da parte dei partiti più grossi.
“Ci sono certe elite che vogliono vedere Budi capo della polizia” dice Hamdi Muluk dell’Università dell’Indonesia. “Possiamo identificare queste elite come il PDIP e NasDem. Jokowi non vuole che Budi sia eletto ma il suo potere è limitato, dato che non è capo di un partito.”
Secondo Hamdi tagliare i legami con la coalizione che lo sostiene esporrebbe Jokowi all’opposizione KMP che controlla la maggioranza dei seggi in parlamento. Ma, secondo Hamdi, una riunione a sorpresa di Jokowi con il capo dell’opposizione Prawobo Subianto, che Jokowi ha sconfitto nell’ultima elezione vinta amaramente e contestata, lo ha aiutato ad alleggerire la pressione sulla nomina di Budi.
Il segretario del gabinetto Widjajanto, consigliere stretto di Jokowi, definito traditore dal PDIP per aver invitato il presidente a fermare la nomina di Budi, ha confermato che Jokowi stava considerando i rischi di qualunque scelta avrebbe fatto. “Ci sono sei opzioni in tutto” ha detto.
La prima è che Budi si faccia indietro, secondo Widjajanto. La seconda è che nomini Budi; la terza è di nominare Budi e poi sospenderlo; la quarta è attendere una decisione della corte vincolante sul processo di corruzione; la quinta è di cancellare la nomina di Budi e fare un nome nuovo. “L’ultima opzione è rimanere nella condizione attuale mentre si fanno nuovi calcoli politici”. Comunque il presidente deve andare all’estero e quindi la decisione slitta di una settimana.
“Il presidente ha qualche idea del che fare” ha detto il segretario senza però lasciar trapelare nulla se non che ci potrebbero essere sviluppi durante il suo viaggio all’estero.
Il segretario di stato Pratikno, anche lui fidato di Jokowi, ha detto che la soluzione più pulita sarebbe che Budi si ritirasse dal processo di nomina a capo della polizia, rendendo così minime le ricadute politiche ed etiche sul presidente stesso. Una scelta che sarebbe stata ventilata dal presidente a Gudi senza però alcun risultato.
Di questa richiesta di Jokowi parla anche il vice capo della polizia Generale Haiti. “E’ in attesa che si concludano le questioni procedurali del suo processo” ha detto Haiti riferendosi alla mozione di Budi che gli siano ritirate, a causa di procedure legali errate, le accuse a suo carico. “Si spera che questo pre-processo si concluda cosi che Budi possa decidere se ritirarsi o no”.
Comunque gli esperti legali affermano che, anche se dovesse essere ritirata l’accusa, la decisione della corte implica che il KPK dovrà solo ricominciare le indagini ma non che sarà assolto.
Syafii Maarif, che guida un gruppo di nove persone istituito da Jokowi per consigliarlo in materia, ha detto che il presidente preferirebbe cancellare l a nomina di Budi e trovare un nuovo candidato. “La scorsa notte Jokowi mi ha chiamato esprimendo la sua decisione di non nominare Budi a capo della polizia” avrebbe detto Syafii secondo un’agenzia.
Joko si era incontrato la settimana scorsa con la Commissione della Polizia per trovare possibili candidati senza però che si sia giunti ad alcuna decisione durante l’incontro.
Nessuna decisione sarebbe stata raggiunta, invece, secondo Pratikno.
Il portavoce del PDIP ha detto che qualunque decisione il presidente annuncerà sarà sostenuta dal partito di Megawati. “Non interverremo” ha detto aggiungendo che né Megawati né PDIP avevano costretto Jokowi a nominare proprio Budi a capo della polizia. Si augurano però che sia proprio Budi ad essere nominato. “Budi è già passato per il processo di conferma presso il parlamento. Se c’è un problema legale allora il sistema legale deve scioglierlo.”
Ma la critica montante contro Jokowi da dentro il PDIP suggerisce che Megawati e Jokowi non sono d’accordo su questa questione. Il politico del PDIP Effendi Simbolon, che ha definito traditore Widjajanto, ha anche minacciato di lanciare la procedura di messa sotto accusa contro Jokowi se si rifiutasse di nominare Budi.
Secondo gli analisti il fatto che Megawati abbia permesso ad un personaggio grosso del proprio partito di fare questa affermazione senza una parola di protesta è una forte indicazione dell’investitura politica che dà. D’altronde la Megawati governa il PDIP sin da quando l’ha fondato nel 1999 imponendo così ai suoi membri una forte disciplina. Si deve ricordare che lo stesso Jokowi aveva insistito per settimane che la sua nomina a candidato a presidente era una decisione della presidente del partito.
Gli stessi parlamentari del PDIP hanno anche minacciato ritorsioni se il sospettato di Corruzione non dovesse essere nominato capo della polizia. “Se il presidente va avanti con la nomina, non ci saranno problemi dai rappresentati del partito in parlamento.” ha detto un parlamentare del PDIP, Junimarti Girsang. “Ma se non è così, allora i nostri capi del PDIP lo sosterranno ma non necessariamente il gruppo in Parlamento. Prenderemo la nostra posizione. Il comitato centrale ha dato ai parlamentari grande autonomia fintanto che è in ballo l’interesse pubblico”.
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