Singapore resta il paese dell’ASEAN dove l’Indice di Corruzione percepita è al livello più basso a livello globale, mentre la Cambogia resta il paese dove la corruzione percepita resta la più elevata da quattro anni.
In ordine si dispongono Brunei, seguito da Malesia, Indonesia, Thailandia e poi Filippine, Vietnam, Laos e Myanmar.
Il rapporto del CPI classifica il settore pubblico di una nazione su una scala da 0 a 100, dove 0 è assenza di corruzione. La gran parte dei paesi del mondo mostra un problema di corruzione non affrontata.
La posizione di Singapore, come nazione meno corrotta, non mostra grandi sorprese perché il settore pubblico è pagato molto bene e questo sarebbe un incentivo sufficiente per mantenere lontana la cupidigia e quindi la corruzione. Si aggiunge che i tribunali mostrano pochissima compassione nei confronti di chi è colto con le mani nel sacco. E’ una formula che ha funzionato bene, anche se ha fatto lievitare i costi di vita della città stato molto al di là dei paesi di tutta l’Asia Pacifico.
L’Ufficio di Indagine sulle pratiche corruttive, CPIB, ha detto: “Questo è il risultato della continua vigilanza di Singapore, dell’impegno e dell’approccio a tolleranza zero nella lotta contro la corruzione confermando così che la corruzione nella repubblica è sotto controllo”.
Per il paese più corrotto dell’ASEAN, la Cambogia, gli sforzi recenti per snellire il processo di registrazione delle imprese da parte del Ministero del Commercio nel tentativo di combattere la corruzione sembrano non aver prodotto molto sia sulla classifica della corruzione che sulla facilità di fare affari.
Analizzando meglio la posizione della Cambogia, la sua posizione è scesa di almeno 18 posizioni dalla centocinquantesima su 168 paesi del 2015 a 156 su 176 del 2016.
Il presidente della Unità contro la Corruzione della Cambogia, Om Yentieng ha rigettato questo rapporto. “Non è solo la Cambogia che non accetta il rapporto ma anche molti esperti che studiano la questione in tutto il mondo. I dati e le metodologie di raccolta non sono abbastanza buone. Si basa sull’opinione di un gruppo di persone che possono causare risultati falsi e ingiusti”.
Preap Pol direttore esecutivo per TI Cambogia ha attribuito il calo della posizione del paese alla questione delle esportazioni di sabbia. Secondo la dogana di Singapore, il paese ha importato dalla Cambogia circa 73 milioni di tonnellate di sabbia tra il 2007 ed il 2015, delle quali 70 milioni di tonnellate non sono mai comparse tra le esportazioni cambogiane. Preap Pol nota che “la Cambogia continua ad essere percepita come fortemente corrotta”.
Ma a rigettare questa classifica è anche la Thailandia che è scesa di 25 posizioni rispetto al 2015, al di sotto del Kosovo e di El Salvador, ma appena più sopra delle Filippine.
Secondo il presidente della NACC, autorità contro la corruzione della Thailandia, Sansern Poljiak, la caduta era ingiusta perché si teneva conto del golpe del 2014 con cui si cacciava un governo democraticamente eletto di Yingluck Shinawatra.
Se non si fosse considerata come fattore preso in considerazione le “Varietà di democrazia”, come invece fatto dai ricercatori “non saremmo caduti così in basso”.
Accettando il verdetto, il capo del golpe e primo ministro generale Prayuth ha detto che per vari criteri comunque il dato non è affatto così cattivo.
Rispetto al nuovo scandalo secondo cui la britannica Rolls Royce avrebbe pagato milioni di dollari in commissioni segrete agli impiegati della Thai Airways, oltre che alla burocrazia statale, Prayuth ha detto di aver ordinato le indagini su questa vicenda.
Il governo comunque, ha detto il portavoce, non userà l’articolo 44 della costituzione ad interim per accelerare le indagini nonostante le richieste della NACC. Secondo tale articolo il governo può usare qualunque metodo ritenuto necessario per completare il compito al di fuori del processo usuale e delle responsabilità e del processo legale.
Ad uscirne meglio sembra invece essere la Malesia che, nonostante lo scandalo 1MDB da 700 milioni di dollari che ha coinvolto il primo ministro Najib, ha perso appena una posizione nella classificazione della Corruzione Percepita.
Nel riconoscere che questo risultato non sia poi granché, il presidente di TI Malesia, Akhbar bin Satar ha messo in luce il lavoro della MACC, commissione contro la corruzione Malese, che ha sequestrato tanti milioni di dollari oltre all’arresto di figure di alto profilo. Satar ha detto che se il paese vuole migliorare la propria posizione il MACC deve tenere gli occhi aperti sui politici corrotti.
A scendere appena è anche il Vietnam la cui legge contro la corruzione è considerata la migliore in Asia, ma la sua applicazione resta sempre un problema. Negli ultimi quattro anni dal 2012 al 2016 l’indice di corruzione percepita si è mosso molto poco.
Appena in discesa di posizioni per Corruzione Percepita è l’Indonesia anche se è appena migliorato il suo punteggio. TI Indonesia ha detto che “il lento progresso era causato dagli sforzi di applicazione della legge che si focalizza solo sulla burocrazia senza affrontare bene la corruzione nella politica e nei settori giudiziario e privato”.
Mentre l’economia è cresciuta più veloce di tutte, le Filippine non hanno avuto lo stesso andamento grandioso nel classifica dell’Indice di Corruzione percepita. L’amministrazione Duterte non è stata veloce abbastanza o efficace da impedire lo scivolamento di sei posti per finire come la Thailandia.
Nel 2014 era al 85° posto su 175 paesi, nel 2015 era 95 su 168.
TI ha notato che “mentre Duterte ha fatto uso esteso di una retorica contro la corruzione nella sua veloce ascesa al potere, devono ancora vedersi proiettati sull’indice l’effetto delle squadre della morte, gli attacchi ai media e le violente intimidazioni della democrazia e delle istituzioni democratiche”.
Ad emergere un po’ dal lato oscuro, senza per questo essere considerati puliti e liberi dalla corruzione, sono Birmania e Laos che vedono entrambi un miglioramento di posizioni nell’indice. IlLaos sale di 16 posizioni, mentre la Birmania di 11.
In Laos il problema della corruzione è associato ai personaggi di alto livello che hanno dato un contributo enorme. La salita nella graduatoria è dovuto agli sforzi del governo di contrastarla con l’arresto nel dicembre 2015 di un ex ministro delle finanze e di cinque governatori della Banca Centrale Laotiana che pagò lavori mai fatti ad alcune imprese private.
Il vice presidente delle Camere di Commercio e dell’Industria del Myanmar, Maug Maung Lay, benché compiaciuto dei progressi fatti, ha dichiarato che la corruzione nel suo paese è qualcosa di sistemico. “Non so se la corruzione sia migliorata o meno. Non c’è un livello. Sebbene il governo provi ad educare la gente sulla questione, il governo della legge è molto debole ed azioni sostenibili non sono state prese”.
Transparency International descrive la corruzione come una minaccia che guasta il progresso in tutti i paesi, in ogni regione del mondo, con capi populisti che si legano a elite corrotte interessate solo ad arricchirsi ed arricchire chi li sostiene, mentre si pongono ai margini i lavoratori. La nascita di politici populisti in molti paesi è quindi un segnale di avviso perché la gente vigili”.
Stella Maris Ewudolu, AECNEWStoday.com