La lotta alla dengue nel Sud Est Asiatico

La lotta alla dengue e al suo vettore Aedes Mosquitos nel Sud Est Asiatico vive di alti e bassi

Un cittadino di Singapore si è messo a letto per una febbre intensa pensando di aver preso di nuovo il Covid. Poi il suo medico curante temendo la febbre di dengue gli prescrisse le analisi del sangue, dopo le quali lo invitò a ricoverarsi in ospedale.

Le piastrine erano crollate dai livelli normali tra 150mila e 450mila fino a 20mila per microlitro, una situazione che si potrebbe dimostrare letale nel caso si tagliasse.

lotta alla dengue nel sudest asiatico
Hong Menea foto

L’uomo è rimasto in ospedale con la febbre di dengue per una settimana con dolori in tutto il corpo, nausea e febbre alta, tanto spossato da non poter neanche rispondere ad una email.

Per una donna di Giacarta la situazione è stata anche peggiore, costretta al letto di ospedale per più di sette giorni con tanta nausea causata dal virus da non riuscire a mangiare e bere senza vomitare.

Sono due cittadini del sud est asiatico costretti a letto con la febbre di dengue che ha fatto anche centinaia di morti.

I governi malese, indonesiano e di Singapore hanno applicato misure specifiche per il controllo del vettore e a fare anche campagne nelle varie comunità.

La zanzara che trasmette il virus DENV della dengue è la femmina dell’ Aedes Mosquitos che si ritrova nelle aree da clima subtropicale, in aree urbane e suburbane.

Il DENV si presenta sotto quattro differenti sierotipi che, sebbene di lieve entità o asintomatiche nella maggioranza dei casi, possono anche portare alla morte.

Ultimamente è stata ritrovata in luoghi che non l’hanno mai vista come Francia, Italia e persino California dove l’hanno contratta persone che non sarebbero uscite dal loro paese.

Il sud est asiatico è da tempo una vittima di questa infezione virale da DENV.

A Singapore le autorità sanitarie e ambientali hanno registrato un picco di casi di dengue che hanno convinto a fare azioni immediate per tenere basso il numero di zanzare del tipo Aedes aegypti.

Nel 2018 Singapore riportò 3000 casi di dengue con un aumento del 20% sul 2017, dopo che nel 2016 le infezioni erano scese ad un minimo storico.

Nel 2019 i casi salirono a 16mila per avere un picco record ad oltre 35mila casi con 32 morti nel 2020. Nel 2021 i casi crollarono a 5000 per poi ritornare di nuovo a 32 mila nel 2022 con 19 morti.

Nel 2023 i casi sono stati 9950 e sei morti, mentre fino a marzo 2024 i casi sono oltre 4800.

Nella vicina Malesia il 2023 i casi sono stati oltre 123mila con 86% di crescita dai 66mila casi del 2022 e 26mila del 2021. I casi mortali sono stati un centinaio nel 2023 contro i 56 del 2022.

Fino a marzo 2024 i casi di dengue sono 38524 e le morti da dengue 24.

L’Indonesia ha visto nel solo gennaio del 2024 18mila casi quando nello stesso mese del 2023 erano stati 12500. A marzo il paese ha registrato 21mila casi e 191 morti fino ad inizio marzo.

La zona più colpita sembra essere la reggenza più popolosa di Giava Occidentale Cianjur che è stata posta in stato di allerta.

La situazione nell’arcipelago la si spiega con vari fattori tra cui si annovera El Nino con le sue temperature più calde.

“Le zanzare maturano più in fretta e depositano le uova più in fretta che a loro volta si schiudono più in fretta e portano ad un aumento di punture” spiega Riris Andono Ahmad, medico ricercatore del Gadjah Mada University Center, il quale aggiunge che le piogge poi portano alla formazione di acque stagnanti che sono il terreno ideale per le larve del Aedes aegypti. Le stesse temperature superiori diminuiscono i tempi di incubazione del virus DENV nella zanzara.

In Malesia il ministro della sanità Dzulkefly Ahmad attribuisce questo aumento brusco di casi di dengue ai cambiamenti climatici, alla rapida urbanizzazione oltre ad una cattiva gestione dei rifiuti e alla gestione dell’acqua che dà alle zanzare altro spazio per diffondersi. Anche la stessa maggiore densità abitativa aiuta il diffondersi della dengue anche a causa dell’adattamento e sopravvivenza della zanzara Aedes Aegypti.

“Le zanzare riescono a crescere persino in un cucchiaino di acqua” dice Borame Sue Lee Dickens, della scuola di Salute pubblica Saw Swee Hock di Singapore, rendendo così molto difficile controllare la malattia.

Un altro problema è l’immunità al virus di dengue.

Singapore, ad esempio, ha reso la febbre dengue una malattia soggetta a notifica nel 1977 che si ha quando una malattia è di interesse pubblico per la sua contagiosità, gravità o frequenza e gli operatori sanitari sono tenuti per legge a segnalarla ai funzionari della sanità pubblica.

All’epoca, gli adulti cresciuti negli anni ’50 e ’60 avevano già contratto la dengue durante l’infanzia ed erano quindi immuni al virus.

Quando poi si lavorò a sopprimere la popolazione di zanzare, si ebbe una popolazione che era meno infettata dal virus.

Quello che è accaduto è che sempre più persone restano vulnerabili alla dengue fino all’età adulta e con un’immunità di popolazione bassa c’è bisogno di maggior controllo della popolazione delle zanzare, dice il professor Ooi Eng Eong della Duke-NUS Medical School.

“Se non si riesce ad avere un livello vicino alla eliminazione o di eliminazione del vettore, non risolveremo il problema della dengue a Singapore” dice Ooi Eng Eong che aggiunge come ci sia un legame tra variabili socioeconomiche e incidenza della malattia a Singapore.

Un fattore è la possibilità di permettersi di vivere più tempo in stanze ad aria condizionata dove la zanzara non resiste molto al contrario di chi vive in condizioni più favorevoli alle punture di zanzare.

L’altro fattore è che ci sono tanti che non possono permettersi le cure sanitarie e ritardano a presentarsi in ospedale, al contrario di chi cerca aiuto prima ed inizia a farsi curare prima.

Cosa si sta facendo nella lotta alla dengue

Da alcuni anni si è visto che il battere del genere Wolbachia è capace di impedire lo schiudersi delle larve controllando così la diffusione del vettore. Perciò a Singapore fu iniziato nel 2016 il progetto Wolbachia con cui si diffondono nell’ambiente i maschi dell’Aedes Aegypti infettati da questo virus.

Ciò ha comportato una riduzione non solo nei casi di dengue che nei casi di Zika e chikungunya.

In Indonesia Bontang, Kupang, Semarang, Jakarta Occidentale, Bandung e Denpasar saranno interessate da questo progetto Wolbachia a cui come in tutto l’arcipelago si aggiungeranno i metodi di controllo tradizionali come lo svuotamento dei contenitori d’acqua, la chiusura delle aree di stoccaggio dell’acqua, l’allevamento di pesci per inghiottire le larve di zanzara, la pulizia della comunità e l’uso di repellenti per zanzare.

Singapore ha investito molto da sempre in campagne educative per far crescere la conoscenza della lotta alla dengue con una Campagna di Prevenzione Nazionale Annuale della Dengue iniziata nel lontano 1969 che viene fatta prima del periodo di picco che va da Giugno ad Ottobre.

Inoltre Singapore ha adottato il vaccino contro il virus della dengue della Sanofi Pasteur, Dengvaxia, per individui tra 12 e 45 anni, che si fa con tre dosi da amministrare in 12 mesi ed è efficace fino a quattro anni. Unica controindicazione è che non è raccomandato a chi non ha già avuto un caso di infezione di dengue.

Qual’è l’efficacia delle misure di prevenzione

La ministra della sanità di Singapore dice che il progetto Wolbachia nei 4 siti dove è stato impiegato ha ottenuto una riduzione del 90% della popolazione locale di zanzara aedes.

Inoltre i residenti che vivono in aree dove il progetto è partito almeno da un anno sono meno soggetti fino al 77% di essere infettati dalla dengue. Perciò si espanderanno le aeree di Singapore dove sarà introdotto il progetto Wolbachia per coprire il 35% della popolazione.

Risultati analoghi li ha visti la Malesia dove le zanzare infette da Wolbachia sono state introdotte in 32 luoghi dal 2019 e i casi di dengue sono caduti dal 45 al 100% in 19 di queste località. Perciò anche in Malesia il governo pensa di espandere questo progetto in altre 10 località.

In Indonesia invece il progetto Wolbachia ha subito un intoppo a Bali dove sono circolate sui media sociali notizie false su queste zanzare secondo cui trasporterebbero l’encefalite giapponese oppure il gene dei LGBT, parte di un piano segreto di Bill Gates, parte di una disinformazione sistematica. Per gli esperti comunque il ritardo con cui partirà la campagna è anche un’opportunità per coinvolgere meglio la popolazione locale che deve essere informata.

La disinformazione che ha funzionato a Bali non ha avuto invece presa a Singapore dove il problema è invece come far sì che la lotta alla Dengue sia sempre una priorità per i singoli cittadini.

“Talvolta l’idea generale è che le autorità sanitarie devono prendersi cura di questa cosa” dice un medico per cui i cittadini spesso dimenticano delle principali misure individuali, come indossare abiti adatti e usare i repellenti delle zanzare specie nelle aree definite più a rischio.

Cosa si può fare meglio e di più nella lotta alla dengue?

Il Prof. Hsu della NUS ha osservato che l’esecuzione iniziale del Progetto Wolbachia, “chiaramente riuscita”, è stata presentata alla comunità accademica internazionale.

L’iniziativa dovrà essere notevolmente ampliata prima di avere un impatto sui tassi nazionali di dengue, ha detto, aggiungendo che il programma è stato progettato in modo tale da richiedere rilasci ricorrenti di zanzare per la soppressione a lungo termine della dengue.

“Anche se questi rilasci sono diretti solo ai ‘punti caldi’ della dengue – come potrebbe essere una strategia per il futuro – questo sarà costoso e la sostenibilità a lungo termine potrebbe essere un problema, dal momento che non c’è una chiara ‘strategia di uscita’ a meno di una nuova tecnologia”, ha aggiunto il Prof. Hsu che considera fondamentale la scoperta di vaccini più sicuri oppure l’uso dell’intelligenza artificiale sia nelle innovazioni di design che nel predire e prevedere epidemie future.

Un’altra storia di successo nel controllo della dengue è quella di Yogyakarta che mira a sostituire la popolazione nativa di zanzare con zanzare infette da Wolbachia che sembrano più resistenti al virus DENV. A Yogyakarta gli studi dicono che i casi sono caduti del 77% con una riduzione delle ospedalizzazioni del 86% nelle aree trattate rispetto alle aree non trattate.

Ma le storie di successo di lotta alla dengue secondo molti esperti possono cambiare da un periodo al successivo, ed aree che hanno visto pochi casi in un periodo improvvisamente vedono nuove crescite di sierotipi nuovi.

Non va trascurata anche la pressione che subiscono i finanziamenti alla sanità per varie ragioni.

“Per i Paesi che stanno vivendo disordini civili o che stanno cercando di mitigare le conseguenze di eventi come le catastrofi naturali, il controllo della dengue può non essere una priorità immediata, il che può causare un aumento del carico di dengue”, aggiunge la dott. Dickens, per cui il successo è relativo.

fonte CNA

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