Cresce all’interno del potere militare-monarchico una divisione che minaccia la stabilità del paese e e mina la prospettiva di una successione reale imminente tranquilla.
Da una parte c’è la vecchia guardia di ufficiali anziani che hanno consolidato il proprio potere durante il lungo regno di Re Bhumibol. Dall’altro lato una nuova guardia proveniente dalla elite militare, quasi autonoma al servizio della regina Sirikit, tra i quali ci sono i capi dell’ultimo golpe contro il governo eletto di Yingluck Shinawatra.
Il generale Prayuth, attuale primo ministro, è un ex comandante del 21° reggimento di fanteria, conosciuto come la Guardia della Regina. Fondato nel 1950 per la guerra di Corea fu poi assegnato alla protezione della regina Sirikit. Dopo essere emerso nel reggimento, di recente il generale Prayuth ha cercato di accrescere il proprio potere politico ed ora sfida le altre fazioni militari monarchiche.
Da decenni l’esercito è stato un attore fondamentale della politica thailandese grazie anche alle sue connessioni con la monarchia. Famiglia reale e monarchia insieme hanno lavorato a mantenere in uno stato di debolezza il governo civile per mantenere più potere per se stessi.
Durante la guerra fredda hanno unite le forze per battere l’influenza comunista, rafforzando l’alleanza negli anni 80 dopo che il Re Bhumibol nominò il generale Prem Tinsulanonda primo ministro. Prem divenne così il capo di quello che lo studioso Duncan McCargo chiama “La rete della monarchia”, un consorzio politico di gruppi monarchici che includono i militari, monarchici conservatori, la burocrazia e i grandi gruppi industriali.
Prem si dimise nel 1988 a causa per lo più di lotte intestine del governo, rimanendo però influente dietro le quinte. Da notare si dice che abbia consigliato Bhumibol durante il turbolento periodo del 1991-92. Dopo che il generale Duchinda, membro della giunta allora al potere, rinnegò la promessa di non diventare primo ministro, ci furono proteste democratiche durante le quali i militari uccisero vari manifestanti. Bhumibol intervenne invocando una tregua mantenendo la distanza dall’esercito e guadagnandosi la reputazione di forza stabilizzante e neutrale. Nel 1998 il Re nominò Prem a presiedere il Consiglio della Corona che protegge gli interessi della corona e diffonde il suo pensiero. Da allora istituzioni non elette come il Consiglio della Corona e i tribunali esercitano sempre più influenza sulla politica thailandese.
Il potere di Prem e dei suoi sostenitori nella rete della monarchia continuò a crescere fino al 2001, anno in cui il re delle telecomunicazioni Thaksin Shinawatra vinse le elezioni a man basse grazie alla piattaforma populista che prometteva di ridurr la povertà delle campagne. Le tensioni tra istituzioni elette e non elette divennero un conflitto aperto, mentre Thaksin minacciava di ridisegnare il panorama politico sfidando il potere della monarchia e dei militari. Fu cacciato nel 2006 con un golpe ches icrede largamente organizzato da Prem stesso, cosa che lui nega.
Ma Thaksin non fu il solo a perdere comunque. La fazione di Prem si trovò indebolita dall’emergere di un movimento antigolpista e di sentimenti antimonarchici, le magliette rosse, che stava crescendo mentre la salute di Bhumibol si deteriorava. Nel frattempo la regina Sirikit diventava sempre più attiva politicamente in parte per compensare l’autorità sempre più debole di Bhumibol.
La posizione di Sirikit si è rinforzata ultimamente con la promozione di uomini della Guardia della Regina a posizione chiave delle forze armate. Nel maggio 2010 Prayuth era vice comandante dell’esercito nella repressione delle magliette rosse a Bangkok; pochi mesi dopo divenne comandante in capo. La maggioranza dei cpi del golpe sono membri della guardia della regina.
Nonostante la regina avesse avuto un ictus nel 2012, i suoi fedeli restano potenti, ed ora sembrano pronti ad influenzare la successione reale. Il Governo Prayuth apparentemente sostiene il principe ereditario Vajiralongkorn che Bhumibol indicò come suo erede nel 1972. Vajiralongkorn da parte sua sembra aver sostenuto il golpe di Prayuth, presiedendo per esempio la sessione inaugurale dell’Assemblea Legislativa Nazionale ad agosto 2014.
Ma la vecchia guardia della rete della monarchia trova Vajiralongkorn privo di peso. Secondo un cablogramma degli USA, svelato da Wikileaks, Prem, Siddhi Savetsila, uno del Consiglio della Corona, e l’ex premier Anand Panyarachum espressero i propri timori verso l’ambasciatore americano sul principe ereditario come futuro re. Una nota dell’ambasciatore dice che Anand e Siddhi “sostenevano che il paese sarebbe stato in una posizione migliore se si poteva trovare un’altra soluzione”. Siddhi suggeriva che fosse fatta regina la sorella di vajiralongkorn, Sirindhorn, che era molto amata dalla gente, invece dell’erede al trono.
I monarchici conservatori sono diventati sempre più critici del governo militare. A gennaio Prem disse ai media: “Questo paese non è di proprietà di Prayuth”. Anand di recente ha dichiarato in pubblico che Prayuth “non deve estendere troppo il proprio potere”. Crescono sempre più le dicerie di un controgolpe a Bangkok.
Prayuth ha risposto ponendo più membri della guardia della regina in posizioni dominanti. Suo fratello Preecha si dice diventerà il prossimo capo dell’esercito. Prayuth stesso sii dice abbia orchestrato la sua promozione senza la consultazione del Consiglio della Corona che tradizionalmente ha avuto una parola nelle nomine militari importanti.
Ma Prem non è ancora fuori gioco. Quando Bhumibol morirà, sarà compito del Consiglio della Corona raccomandare l’erede al trono al parlamento e la successiva nomina al trono. A quel punto potrebbe nominare Sirindhorn invece di Vajiralongkorn. Anche se appoggiasse il principe, il solo ritardo della decisione di un giorno danneggerebbe enormemente la sua legittimazione come re.
La frammentazione all’interno del complesso militare realista complica la prossima successione reale.
Con le due fazioni di Prem e di Prayuth che favoriscono differenti candidati al trono, la lotta tra i due uomini potrebbe tradursi in una lotta di potere dentro il governo, l’esercito e il palazzo stesso. E se prevale il campo della regina con l’acensione al trono di Vajiralongkorn, sia i militari che la monarchia si farebbe sempre più politicizzata e la Thailandia anche ancor meno democratica.
Pavin Chachavalpongpun, Kyoto University’s Center for Southeast Asian Studies, The New York Times