La Malesia e la Thailandia sono decise a lanciare, il prossimo mese, un nuovo giro di colloqui di pace con i separatisti musulmani ma l’attore principale, il BRN o Barisan Nasional Revolusi, è riluttante come sempre.
Solo qualche giorno che i capi del NSC e della IV regione militare hanno confermato per gli inizi di giugno l’inizio di un nuovo giro di colloqui di pace, sono iniziate una serie di attentati con bombe improvvisate fattescoppiare in 36 posti differenti di Yala. Alcune esplosioni hanno colpitola rete provinciale dell’elettricità venerdì scorso.
A Bangkok si collegano gli attacchi alle perdite sul campo sostenute dall’insorgenza, mentre l’intelligence parla di una manifestazione di forza della rete del BRN. Gli analisti invece sostengono che il BRN si sta vendicando per essere costretto a dei colloqui di pace comandati dallo stato thailandese.
Benché abbiano lo stesso scopo di bloccare “le fiamme” nel meridione, il primo ministro generale Prayuth Chanochoa ha provato a prendere le distanze dai colloqui falliti promossi dal governo Yingluck. La Malesia, dal canto proprio, è speranzosa della ripresa di colloqui di successo dopo due anni di interruzione. Sia il facilitatore malese Dato Samsamin, ex direttore dei servizi segreti malesi, che il generale Aksara Kherdpol, presidente del comitato militare di sostegno che guida la delegazione thai, sono ugualmente ansiosi di aggiustare le cose.
I capi malesi vogliono giocare un ruolo positivo sul palcoscenico regionale dopo aver vissuto a livello nazionale gravi problemi dalla scomparsa tragica di due voli aerei e una lotta intestina tra il primo ministro Najib e l’ex premier Mahatir Mohamad.
Aksara e Samsamin hanno già presieduto dei colloqui a Kuala Lumpur e Bangkok per fissare l’agenda delle discussioni e chi parteciperà esattamente. I loro gruppi hanno parlato con gli insogenti in colloqui segreti.
Ma il primo grande scoglio che impedisce un progresso è l’intransigenza di entrambe le parti. I thai vogliono “pace e stabilità” mentre il BRN vuole “pace e libertà” e di fatto si rifiuta di lasciare andare la questione dell’indipendenza.
Un membro del Academy of Patani Raya for Peace and Development, Tuwaedaniya Tuwaemae-ngae, dice che le richieste irrealistiche dello stato thai rendono difficile qualunque progresso. “Usano sempre la stessa strategia, chiedere a Kuala Lumpur di fare pressione sui capi del BRN per ritornare al tavolo dei negoziati”. Il BRN, secondo Tuwaedaniya, non indietreggerà sulle cinque richieste fatte nei colloqui precedenti, dato che lo stato thai ha abbassato lo scopo del dialogo al raggiungimento di una pace e stabilità, santisuk, non di una pace e libertà, santiphap.
La richiesta del BRN è di indipendenza e sovranità per “la nazione Malay di Pattani” e perché siano eliminate le accuse contro i sospettati separatisti. Chiede anche il rilascio di tutti i prigionieri accusati di reati legati all’insorgenza e che il processo di pace sia resa una priorità nazionale.
Il generale Nakrob Boonbuathong dell’ISOC aiuta alla preparazione dei negoziati e sostiene che il BRN e la sua rete abbiano discusso i termini dei colloqui e che, nel giro di qualche settimana, saranno pronti ad incontrare lo stato thai.
Secondo Nakrob, i rappresentanti dell’insorgenza che vivono in Malesia hanno creato un comitato ombrello per unificare i gruppi ribelli prima dei colloqui di pace. Ma il BRN non si è ancora impegnato a parteciparvi. “Attendiamo la conferma se riconosceranno Awae Jabat come loro rappresentante”.
Se Awae ha almeno l’influenza per parlare a nove del BRN è un’altra questione chiave. Hassan Taib, ex capo negoziatore per il BRN, si ritirò dai colloqui quando entrarono in una profonda crisi a dicembre 2013. Awae, nato a Rueso, ha avuto un peso nel lanciare i colloqui facilitati dalla Malesia tra lo stato Thai e il BRN nel febbraio 2013. Era un aiutante del compianto Abdul Karim Khalid, fondatore del BRN, che aveva legami stretti con l’ex premier Chavalit Yongchaiyudh negli anni 70 e 80.
Ma Awae non è considerato un rappresentante del BRN, per lo meno non dello stesso livello di Hasan.
Dopo l’incontro di Febbraio 2013, la delegazione del BRN e la parte thai si oncontrarono per altri quattro incontri. L’ultima discussione fu il giugno 2013. Nonostante i migliori sforzi della Malesia e della Thailandia di mantenere vivi i negoziati, Hassan rilasciò una dichiarazione attraverso Youtube che ufficialmente tagliava il prorpio ruolo nei colloqui.
Secondo le fonti militari, Hassan non era particolarmente voglioso di conduirre i negoziati per il BRN se non altro perché il movimento era elusivo sui suoi progetti fondamentali.
“I nuovi colloqui di pace saranno subito rinnegati se Awae Jabat o qualche altro non roceveranno il mandato dal consiglio che prende le decisioni del BRN” dice Tuwaedaniya. “Senza quel mandato fallimenti ed insuccessi saranno all’ordine del giorno”.
Dispute tra i gruppi differenti dell’insorgenza avevanoi bloccato il progresso della pace fino ad ora, ma il lancio dell’organizzazione ombrello a rappresentare gli interessati al negoziato ha delle promesse. L’organizzazione si chiama Majlis Amanah Rakyat Patani, or Mara.
Awae dovrebbe rappresentare il BRN come parte di questa organizzazione. Altri 15 gruppi civici affiliati ai ribelli oltre ai rappresentanti buddisti saranno coinvolti nei colloqui, dicono le fonti militari a narathiwat.
Un ufficiale militare che sostiene i colloqui ha detto che gli ultimi attacchi di bombe giocano un ruolo negativo sul provesso dei negoziati. “E’ una vergogna vedere la violenza che accade insieme ai colloqui di pace, ma lo si può capire poiché lo stato thai non può andare oltre i limiti costituzionali per andare incontro alle richieste dell’insorgenza. La forza di contrattazione dei separatisti si basa su tattiche di terrore”.
Rappresentati di Bangkok ammettono che le richieste del BRN restano il punto di stallo principale. Ma ammettono che entrambe le parti potranno fare dei progressi se si terranno inizialmente discussioni a porte chiuse. Una fonte militare di Bangkok ha detto che i prigionieri potrebbero avere un ruolo importatnte da giocare nei colloqui.
“Dobbiamo pensare come coinvolgere nel processo di pace chi è dietro le sbarre” ha detto la fonte dando un eco di quanto richiesto da un noto attivista del meridione in carcere Anwar che era stato condannato dalla corte suprema nel maggio 2013 ad una condanna di 12 anni per fiancheggiamento delle attività terroristiche del BRN.
Agli occhi dei servizi segreti thai le fazioni militanti che restano attive nel meridione sono da biasimare per il sabotaggio degli sforzi di pace, perché cercano la propria riaffermazioone di volta in volta in competizione con i gruppi ribelli fuori del paese.
Un membro del MARA ha detto che stanno ancora finalizzando la decisione su chi siederà per il proprio gruppo ai nuovi colloqui. Non sono sicuri se Awae rappresenterà il BRN come parte del gruppo. “Agisce solo come coordinatore per i membri del BRN nel gruppo. Nel frattempo aspettiamo altri segnali positivi da Prayuth in risposta alle proproste originali di Hassan Taib come il porre il dialogo di pace sull’agenda nazionale. Senza di questo i colloqui non andranno avanti. Se la giunta non lo fa, allora dobbiamo attendere un altro governo civile”.
Il rappresentante ha detto che il gruppo non permetterà un’altra fine futile dei colloqui di pace ed ha aggiunto che letteralmente mara si traduce come “andare avanti” in Malay.
L’organizzazione “presenterà una proposta unificata per tutti i gruppi” e cercherà la pace per la gente di Pattani “con o senza colloqui di pace”.
ACHARA ASHAYAGACHAT, Bangkopost