La Thailandia sta perdendo credibilità internazionale davanti agli occhi degli amici e partner mondiali perché non si decide a porre fine alla legge marziale, a ripristinare i diritti civili ed assicurarsi che gli sforzi per fare una nuova costituzione non siano solo qualcosa di calato dall’alto.
A scioccare il generale Prayuth in primis, e poi tutto il suo governo, con queste parole è Daniel Russell, assistente del segretario di stato americano per l’Asia Pacifico, che ha aggiunto che gli USA non stenderanno veli pietosi sulla democrazia del paese. Russell lo ha detto in una conferenza alla Chulalongkorn University aggiungendo qualcosa sul caso di messa sotto accusa di Yingluck Shinawatra che ora rischia anche il processo penale.
“Quando un capo politico è decaduto dall’incarico, poi messo sotto accusa dall’autorità che ha chiamato il golpe ed è oggetto di accuse penali nella interruzione dei processi e delle istituzioni democratici, si lascia alla comunità internazionale l’impressione che questi passi potrebbero essere motivati politicamente” ha anche detto Russell.
Queste dichiarazioni vengono anche nel mezzo delle manovre dei generali thailandesi di avvicinamento alla Cina.
Molto interessanti al riguardo sono le dichiarazioni di risposta che sono arrivati fino alla convocazione dell’Ambasciatore americano a Bangkok, passando attraverso fasi di comicità o forse di humor nero che solo il generale Prayuth sembra riuscire a dare spontaneamente.
“Ho parlato al presidente cinese Xi Jinping e mi ha detto che 60 anni fa il suo paese era uno dei più poveri al mondo. In 30 anni sono riusciti a fare del paese una superpotenza mondiale.” ha detto Prayuth che continua “Ma noi stiamo ancora facendo lite tra di noi.”
Un chiaro atto di amore per il governo autoritario del partito unico per ottenere la prosperità economia in cambio delle libertà?
Il vice ministro degli esteri Don Pramudwinai, invece, ha praticamente detto agli USA di farsi gli affari propri: “Non siamo d’accordo con l’assistente del segretario di stato USA. Egli parla di politica alla Chulalongkorn University invece di cogliere l’opportunità di parlare delle buone cose, specialmente degli argomenti che promuovono le relazioni tra USA e Thailandia. Il discorso non ha fatto bene a nessuno. E’ diventato notizia che ha colpito negativamente l’immagine del nostro paese. Delude moltissimo. E’ un’interferenza nella vita politica thailandese” Sul processo a Yingluck ha detto: “Gli USA non comprendono la politica thai. Il processo di Yingluck non era una questione politica”. Washington (e tutto l’occidente con esso) non comprende la complessità della scena politica locale.
Un’altra domanda: Ma sono i paesi occidentali, o farang, a non comprendere la Thailandia o forse è il generale Prayuth che finge di non capire e dice anche che in Thailandia c’è la democrazia?
Se facciamo quello che gli USA dicono e togliamo la legge marziale, questo porterà a problemi. Come si fanno carico delle responsabilità queste persone che vogliono togliere la legge marziale? In realtà i Thai non sanno neanche che esiste la legge marziale!”. Un colpo da teatro dell’assurdo.
Poi Prayuth, che Russell non ha voluto incontrare , ha detto che spera che i rapporti bilaterali non saranno affetti da queste dichiarazioni:
“Mi rattrista che gli USA non comprendano le ragioni del perché io sia dovuto intervenire e non comprende il modo in cui noi lavoriamo anche se abbiamo avuto legami stretti da anni”. Ha anche detto:
“Se non avessimo la legge marziale non si avrebbe il caos? Non do fastidio a nessuno. Voglio solo rendere pacifico questo paese”
I rapporti con gli USA si sono un po’ deteriorati dopo il golpe con gli USA che hanno congelato l’aiuto ai militari per quasi 4,5 milioni di dollari e che hanno sospeso colloqui di alto livello tra le gerarchie militari.
“Perché dovrebbero venire a parlare con me? Non lo fanno perché sanno come sono giunto al potere” ha detto Prayuth a giornalisti che gli chiedevano perché Russell avesse incontrato Abhisit e Yingluck ma non lui. “La politica è politica”. Eppure i due paesi continuano ancora a lavorare insieme. “Rispetto all’economia commerciano ancora con noi. Fanno esercitazioni militari con noi. Loro separano queste questioni ma noi le teniamo insieme.” dice Prayuth. “Oggi molti paesi commerciano normalmente con noi. Alcuni si oppongono a noi e sono in disaccordo ma commerciano comunque.”
Russell ha incontrato il ministro degli esteri, generale Thanasak, oltre ad Abhisit e Yingluck.
“Il fatto è ed è una sfortuna, ma le nostre relazioni con la Thailandia sono state incrinate da un golpe militare che ha rimosso un governo eletto democraticamente otto mesi fa.” ha detto Russell il quale ha specificato che gli USA non vogliono entrare nella politica thai ma sono preoccupati del continuo uso della legge marziale e delle restrizioni sulla libertà di parola ed assemblea. “Siamo anche preoccupati che il processo politico non sembra rappresentare tutti gli elementi della società Thai. Un processo inclusivo promuove la riconciliazione politica che a sua volta è fondamentale per la stabilità di lungo termine. Qui sono i nostri interessi. Un processo diverso, stretto, restrittivo porta il rischio di lasciare fuori molti thai che sentono di essere esclusi dal processo politico”.
Tra le tante domande sul cosa avrebbero fatto gli USA al posto “nostro” di fronte alla crisi politica in corso, registriamo la risposta di uno storico Somsak Jeamteerasakul, fuggito all’estero per evitare la condanna per lesa maestà, che dice:
“Thanasak chiede agli USA cosa avrebbero fatto loro? Risposta: Il presidente avrebbe tolto il comando al capo delle forze armate e lo avrebbe portato in corte marziale con l’accusa di alto tradimento”
(Fonti di agenzia, Khaosod, Phuketwan)