La Cambogia si appresta a vivere un mese intenso con l’annunciato ritorno di Sam Rainsy in patria, uno dei capi in esilio del disciolto partito di opposizione CNRP, che ha promesso di essere in Cambogia per il prossimo 9 novembre.

Sam Rainsy, che è stato nominato presidente facente funzione del CNRP dopo l’arresto del presidente Kem Sokha, tornerà dalla Francia dove è rimasto per quattro anni in esilio per sfuggire ad una condanna per diffamazione che è largamente considerata pretestuosa a cui si sono aggiunte tantissime altre denunce contro di lui e tutta la dirigenza del CNRP come anche tantissimi militanti di base.
Si ricorderà che lo scioglimento del CNRP portò all’allontanamento dei parlamentari e dei rappresentanti eletti del CNRP in tutti i livelli di rappresentanza e poi alle elezioni generali che videro un parlamento a partito unico.
Alle elezioni nazionali del 2013 il CNRP vinse il 44% dei voti con 55 seggi ma denunciò forti irregolarità e brogli che lo derubarono di un risultato favorevole. Ne seguirono scontri, manifestazioni di massa per vari mesi e la loro soppressione violenta. Dopo la fuga di Rainsy all’estero nel 2015, lo scettro passò a Kem Sokha il quale portò il CNRP ad un ottimo risultato elettorale nelle elezioni locali del 2017.
Questo risultato forte si crede abbia portato Hun Sen ed il CPP ad accusare Kem Sokha di tradimento ed al suo arresto senza processo che dura fino ad oggi e allo scioglimento del CNRP prima delle elezioni del 2018 in cui il partito di Hun Sen vince tutti i seggi.
“Non posso spiegare i miei piani ma voglio che il mio ritorno abbia successo per cui ho bisogno che ci siano tantissime persone a salutare il ritorno mio e del partito” ha detto Sam Rainsy in una intervista al NAR promettendo di guidare un movimento popolare che porti alla caduta di Hun Sen che è al potere da dopo la caduta dei Khmer Rossi.
Per chi invece non è potuto fuggire all’estero sono cresciute le detenzioni e le accuse di sedizione e tradimento contro varie decine di militanti e la promessa di mobilitare l’esercito contro l’annunciato “golpe” di Sam Rainsy.
Per il il ritorno di Sam Rainsy in patria è importante che ci sia tantissima gente a salutarlo.
“Se ci sono meno di un milione di persone, allora accetterò di essere arrestato, andrò in carcere e finirà la mia carriera politica” ha detto Sam Rainsy. Se però ci saranno oltre un milione di persone, Hun Sen dovrà accettare la volontà popolare. Un’alternativa per Hun Sen, secondo Sam Reinsy, potrebbe essere una nuova elezione col ritorno del CNRP alla competizione elettorale.
Hun Sen certo non è il tipo di cedere a questi ricatti ed ha invitato le forze armate a fare di tutto per ostacolare questo golpe annunciato, a cui il ministro della difesa Tea Ban ha prontamente aggiunto qualcosa di suo.
Con l’annuncio di questo colpo di stato contro il primo ministro Hun Sen, Tea Bahn ha detto che Sam Rainsy ed il suo partito hanno oltrepassato una linea rossa e che ha ordinato la loro soppressione e quella dei loro sostenitori.
“Ovunque ci siano incitamento e agitazioni della società sotto tutte le forme che potrebbero toccare la nostra sicurezza, dobbiamo prendere misure dirette per impedire che loro rafforzino la propria causa creando il caos totale” ha detto il ministro che aggiunge come sia suo dovere e delle forze di sicurezza “sopprimere il CNRP mentre il movimento resta piccolo”
Finora dall’inizio dell’anno
sono 27 le persone arrestate per il sostegno su Facebook al ritorno
di Sam Rainsy col rischio di condanne al carcere fino a dieci anni.
Se si lavora per lo stato ci potrebbe essere una condanna a vita.
Seng Sokhon che è stato un sindaco di un comune cambogiano per
il CNRP è stato accusato di complicità in tradimento e costretto a
condannare in un video Rainsy per poter ritornare libero.
Altri tre membri del CNRP sono stati arrestati a Settembre ed accusati di Insulto Pubblico dopo aver discusso del ritorno di Sam Rainsy per telefono, discussione registrata di nascosto dalla polizia.
Questa pesante repressione in previsione del ritorno di Sam Rainsy, che ha visto molta gente minacciata ed arrestata, costringe la gente a fare commenti sui media sociali.
Il regime di Hun Sen si trovava prima dell’annuncio di Sam Rainsy di tornare in Cambogia sotto pressione.
Da una parte il partito di Hun Sen vive qualche tensione interna perché Hun Sen sembra intenzionato a trasmettere al figlio, ora capo della polizia, lo scettro del potere.
Dall’altra la Comunità Europea tiene sotto osservazione la Cambogia in vista di un possibile ritiro delle preferenze commerciali di importazione date alle merci cambogiane secondo il trattato EBA, cosa che avrebbe pesanti ricadute sulla popolazione cambogiana visto che l’Europa è il maggior importatore della Cambogia.
Di fronte a questa possibilità Hun Sen si muove su più piani: da una parte legami più forti con la Cina, diversificazione dei mercati e pressione su alcuni stati europei in cambio di acquisto di armi e qualche liberazione di detenuti politici minori.
C’è anche da notare che gli stessi USA hanno promesso sanzioni nei confronti di personalità del regime cambogiano a cui il regime di Hun Sen ha sempre mostrato disprezzo e sfida.
L’annuncio del possibile ritorno di Sam Rainsy ricompatterebbe il regime di fronte al comune acerrimo nemico e di qui il ritorno del vero volto del regime di Hun Sen.
Però sia l’ONU che i diplomatici occidentali secondo Robertson di HRW hanno mostrato debolezza.
“C’è stata pochissima reazione di fronte alla repressione che si intensifica da parte dei diplomatici e dell’ONU. C’è bisogno di maggiori e forti denunce a Phenm Penh e nelle capitali straniere contro la campagna repressiva del governo” ha detto Robertson.
Su questo ritorno di Sam Rainsy in Cambogia qualcuno comunque pone dei dubbi. Lao Mong Hay, analista politico cambogiano dice che Hun Sen in questo modo ha mostrato chi è veramente.
“Se dici di avere la maggioranza della gente che ti sostiene, allora Hun Sen di cosa ti preoccupi? Continua a dirigere il paese. Fisicamente controlli l’esercito, l’apparato di sicurezza. Puoi controllare il paese. Perché devi essere costretto alle minacce ed intimidazioni?” dice l’analista che riconosce che questa decisione di tornare comunque pone i sostenitori suoi in grave pericolo. Ma è una promessa fatta più volte e mai mantenuta. “Solo quando lo vedo crederò nel suo ritorno”.
Su Al Jazeera un altro analista politico cambogiano Ou Virak cita i propri dubbi sulla promessa di ritorno di Sam Rainsy che non rischierebbe nulla della sua carriera politica se non dovesse tornare, come già accaduto prima.
“La gente già pensa che se promette di venire e non torna sarà la fine della sua carriera politica. Ma no non lo sarà perché lo ha fatto già prima. Per Virak la situazione migliore potrebbe essere che gli sia fisicamente impedito di mettere piede in Cambogia per “reclamare una vittoria morale e dire che Hun Sen ha paura”. Rainsy indica che la repressione attuale è la prova della paura di Hun Sen ed una vittoria per il CNRP.
Ma Rainsy gode molto ancora dell’appoggio popolare che attende ansiosa il suo ritorno in Cambogia in una situazione molto volatile e prona al cambiamento, dove con l’economia sono cresciute le diseguaglianze e ci sono sempre più proteste contro la presenza cinese e i cambiamenti che apporta nelle province cambogiane.
Se Ransy non dovesse tornare, sarebbe anche comprensibile alla sua base che non vede divisione tra Sam Rainsy e Kem Sokha, tra il capo facente funzione all’estero eletto dai cambogiani all’estero ed il presidente del CNRP agli arresti domiciliari.
“Entrambi questi capi dell’opposizione hanno bisogno di stare forti insieme oppure non avranno abbastanza forza e sostenitori per combattere il CPP e promuovere la democrazia” dice un conduttore di tuk tuk, sostenitore del CNRP.