LAOS: Condannato per sempre al governo del partito unico?

I cambiamenti ultimi che si stanno avendo in Birmania stanno aprendo un dibattito in tutta l’area e nel mondo e di recente il Fondo Monetario Internazionale prevede per il paese grandi cambiamenti ed un possibile ruolo guida nello sviluppo dell’area.

Ma a porsi domande sono anche paesi ancora chiusi nel sistema di governo del partito unico, quali il Laos.

Incastonata nella terra ferma, senza spazi vitali per il mare, si propone alla regione per la sua ricchezza di acqua e di energia elettrica mirando a diventare la batteria del sudest asiatico. In un articolo apparso su Radio Free Asia, si discute appunto della Birmania e del Laos, paese dimenticato dagli USA e dall’Europa.

Il grande cambiamento della Birmania da cenerentola internazionale a possibile modello per altre nazioni governate col pugno di ferro nel sudest asiatico ha messo in moto delle domande nella popolazione laotiana sui benefici del governo del partito unico.

Dopo decenni di duro governo militare la Birmania ha messo in moto varie riforme iniziali, quali il dialogo con l’icona della democrazia in Birmania, il rilascio di centinaia di prigionieri politici, l’impegno a tenere colloqui di pace con le etnie, i colloqui con il Fondo Monetario Internazionale sulle riforme della moneta ed il rientro di vari esiliati politici, fatte da un governo formalmente civile che ha preso il potere in Marzo dopo decenni di pressioni occidentali attraverso sanzioni che hanno soffocato gli investimenti nella poverissima nazione.

Alcuni laotiani pensano che il loro governo dovrebbe anche iniziare delle riforme democratiche che permetterebbero alla gente un ruolo maggiore nello sviluppo nazionale, dal momento che le loro libertà sono quasi inesistenti in seguito al governo del partito comunista sin dal 1975.

“Perché gli USA e l’Europa non possono fare maggiori pressioni su una piccola nazione come il Laos per ripetere l’esperienza birmana e rilasciare i prigionieri laotiani? E tenere libere elezioni in cui possano partecipare altri partiti?” sono le domande poste da alcuni lettori in un articolo che parlava dei ambiamenti della Birmania che emerge dalla classifica delle peggiori nazioni per le libertà. “Cosa rende le potenze occidentali così riluttanti ad affrontare il governo laotiano affinché affronti questi cambiamenti? Non siamo più nel 1975, è il 2012 e siamo nel XXI secolo, Non abbiamo bisogno di governi autoritari o dittatoriali. Abbiamo bisogno di democrazia e libertà”

Il governo nel Laos si basa su decisioni prese da una dozzina di membri del Politburo del partito rivoluzionario del popolo laotiano, mentre i parlamentari sono eletti tra quell iscelti dal partito. Non ci sono piani per possibili riforme al sistema del partito unico socialista ma i capi del governo si muovono per attrarre i tanto attesi investimenti per lanciare l’economia di una delle nazioni asiatiche più povere.

Almeno una parte della popolazione pernsa che il dibattito aperto e le altre riforme democratiche possano spingere un’aperta partecipazione della gente al futuro della nazione.

“Se la gente prende parte e condivide le proprie idee e pensieri, è un bene poiché ora la gente non ha una voce” dice una donna che vuole restare anonima. “Ora è il partito ad indicare la via e noi seguiamo. Stabiliscono le cose come meglio aggrada loro. Cambaino idee e non sappiamo davvero, non abbiamo tempo per preoccuparci, ma solo riesco ad aver cura di me ogni giorno.”

Questa donmna in precedenza ha detto che la maggior parte dei laotiani prima aveva appena un minimo livello di istruzione e quindi non riuscivano a fare nulla. “Se lo stato inviava loro ordini, si comportavano di conseguenza perché non avevano modo per protestare.”

“Ora i laotiani hanno un livello migliore di istruzione, ma ancora non possono esprimere i loro pensieri su come sviluppare il paese se hanno dei pensieri che differiscono da quelli del governo.”

Ma là restano i difensori del regime comunista che afferma che il partito unico ha dato benefici al paese poiché le deciusioni possono essere prese per tempo in assenza di dibattito.

“E’ buono avere un singolo partito, dice qualcuno, non ci sono conflitti ed è un bene.” dice un altro uomo che non si qualifica. Governano in questo modo ed è un bene. Danno alla gente la possibilità di parlare”

Ma mentre la gente discute del loro futuro politico, un obiettivo comune è sviluppare il paese quanto prima possibile. Il Laos, affamato di risorse, soffre di un alto tasso di povertà e mancanza di infrastrutture. Agli inzi di gennaio il Laos ha garantito al Vietnam il diritto di aprire la prima specifica zona economica, subito dopo ad aver dato un’altra concessione nella periferia della capitale Vientiane ad investitori cinesi.

Il governo laotiano ha detto che non intende fermarsi a corteggiare i propri vicini dopo aver approvato lo sviluppo di cinque zone speciali economiche nel paese. Secondo un rapporto dell’ufficio del segretariato del Comitato Nazionale per le zone economiche speciali, il governo laotiano ha creato una lista di 41 aree come specificatamente economiche delle quali 25 saranno costruite nei prossimi dieci anni.

Le forze armate hanno costretto centinaia di laotiani ad abbandonare le loro terre per fare spazio ad investimenti stranieri. Un progetto importante pianificato è la costruzione di una diga molto controversa a cura di un gruppo di banche e ditte thailandesi.

Il 95% dell’energia prodotta dalla diga da 1260 megawatt è diretto verso la Thailandia. Ma i critici del progetto Xayaburi affermano che tale diga distruggerà l’ecologia del fiume Mekong e distruggerà la base alimentare delle comunità rivierasche che si sostengono solo grazie al fiume.

Ma per il governo che ha pianificato la costruzione di 70 progetti idroelettrici il Laos diventerà il generatore elettrico del Sudest Asiatico.

 Viengsay Luangkhot 

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