“Nell’incontro col ministro degli esteri, abbiamo tracciato l’arco delle nostre relazioni dall’affrontare la tragica eredità degli ordigni inesplosi al trovare nuove vie per essere partner nel futuro.” ha dichiarato la Clinton che dopo ha visitato un centro di protesi che sostiene le vittime degli ordini inesplosi. “Qui in Laos il passato è sempre con noi”. Di seguito un articolo di una profuga laotiana in USA apparso su CNN.
Mercoledì il segretario di stato americano, Hillary Clinton, giunge in quella terra che era un tempo la mia patria, il Laos. E’ la prima visita di un segretario di stato dal 1955, ed è un viaggio che non avrei mai pensato potesse accadere durante la mia vita. Dopo tutto, la guerra sostenuta dagli USA in Laos lasciò gli USA ed il nuovo governo laotiano in relazioni molto tese per decenni.
Al di là del significato diplomatico di questo viaggio, la visita può aiutare a guarire le ferite della guerra portando della speranza in molti americani di discendenza laotiana, come me stessa, di non dover più scegliere tra due patrie, la vecchia e la nuova. La visita offre un’opportunità di aiutare a fare crescere una relazione complicata e di affrontare una delle eredità rimanenti della guerra.
Tra il 1964 e il 1973, durante la guerra del Vietnam, gli USA hanno lanciato l’equivalente di un carico di bombe d’aereo ogni 8 minuti, per 24 ore al giorno, in una nazione che è grande quanto lo è il Minesota. Una tonnellata di bombe a persona nel Laos, facendo del paese la nazione più bombardata per persona al mondo. La “Guerra Segreta”, mai formalmente autorizzata dal Congresso e in violazione degli accordi internazionali, provava a fermare le incursioni di terra comuniste dal Nord Vietnam e a tagliare le attività lungo il Sentiero di Ho Chi Minh nel Laos.
Crebbi senza sapere molto di questa storia, che non era insegnata a scuola, e quel poco che sapevo lo raccolsi dai miei genitori che evitavano discussioni estese sul passato.
I bombardamenti terminarono nel 1973, lo stesso anno in cui nacqui nella capitale Vientiane. Subito dopo venne al potere il nuovo governo e quando avevo 6 anni, la mia famiglia lasciò il paese a causa della sua crescente instabilità. Fu una decisione difficile per i miei genitori lasciare la propria patria, ma era guidata dalla promessa che i loro giovani figli avrebbero vissuto il sogno americano di opportunità a iosa e di costante libertà.
Il nostro viaggio straziante iniziò con la separazione dei membri delle nostre famiglie e con una nuotata segreta di mio padre attraverso il Mekong verso un campo di rifugiati in Thailandia, e alla fine nella Virgia settentrionale dove ho cominciato una nuova vita. Nei 20 anni successivi, iniziai a diventare americana mentre piangevo per una patria che temevo di non poter più vedere. Il Laos chiuse le sue frontiere dopo il 1975, e le relazioni tra Laos e USA benché mai rotte, erano tese. Quando alla fine si ebbe il disgelo, presi l’opportunità di viaggiare.
Feci il mio primo viaggio nel Laos nel 2004, e provai un grande affetto per la gente, la cultura e la terra che appena ricordavo dalla mia infanzia. Riprendermi la mia eredità laotiana ha significato la scoperta di una storia oscura e dei perduranti effetti della guerra segreta, di cui io e la maggioranza degli americani sapevamo poco. Scoprii che il passato era ancora molto presente.
Nei quarantanni dalla fine della guerra, sono state uccise o mutilate 20 mila persone per mezzo di ordigni inesplosi che ancora insozzano un terzo del territorio laotiano.
Nei viaggi seguenti, fui testimone degli effetti devastanti di queste bombe lasciate sulla popolazione locale: impediscono una crescita economica e forzano migliaia di persone a vivere la loro vita quotidiana con la paura di un’esplosione mortale. Ho incontrato bambini della provincia, molti appena di sei o sette anni, l’età che avevo quando lasciammo il Laos per gli USA, che erano stati mutilati giocando con le bombe, piccole e dall’aspetto di giocattoli. Questi bambini sono vittime innocenti di una guerra che credevamo fosse terminata da tanto tempo.
Gli USA iniziarono a finanziare la ripulitura di queste bombe nel 1997 contribuendo fino a tempi recenti con una media di 2,6 milioni di dollari annui. Il Congresso quest’anno, ha ordinato l’incremento a 9 milioni di dollari per questa cifra, un segnale di speranza che gli USA vedano questo problema della ripulitura degli ordigni inesplosi come una priorità. Ma questi finanziamenti sono ancora poca cosa rispetto all’enormità del problema: solo 1% di queste bombe è stato estratto. Resta ancora una lunga strada da fare, ma è un problema che può essere risolto fintanto che gli USA, in cooperazione con gli altri paesi donatori ed il Laos stesso, sostengono l’impegno ai finanziamenti.
Da americana di discendenza laotiana, mi incoraggia la visita della Clinton nel Laos. Il processo di riconciliazione è ben avanti e nonostante la storia complessa delle mie due patrie, il Laos e gli USA si trovano forse sul giusto lato della storia per ripulire il paese degli ordigni mortali una volta pe tutti. In quel modo, i sogni dei miei genitori che avevano pe me quando ci risistemammo negli USA, di vivere in libertà con tante opportunità, possa anche realizzarsi per i bambini delle generazioni a venire.
Channapha Khamvongsa