LAOS Quale Sviluppo per il paese più povero dell’ASEAN?

Laos quale sviluppo per questo paese lontano dal mare ed incastonato tra giungle e montagne?

Il Laos certo sarà presto un paese partecipante al World Trade Organizzation (WTO) ma resta comunque uno dei paesi più dimenticati del Sudestasiatico, che attrae escursionisti di luoghi pieni di ordigni inesplosi e di strade acciottolate che si arrampicano su per pendii con vista impressionante di fiumi, di montagne e di giungla.

Incastonato tra la Cina, il Vietnam, la Cambogia e la Thailandia, il paese amministrato dal partito comunista ha lasciato quello che gli economisti chiamano una bassa crescita con un’economia che mediamente presenta una crescita del PIL di 7-8% all’anno, costruita sullo sviluppo idroelettrico e un boom di estrazione mineraria che hanno causato non poche critiche dagli ambientalisti di tutto il mondo.

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Il Partito al potere (LPRP) cominciò l’apertura lentamente alla fine degli anni 80 nello stesso periodo in cui si attuava la politica del vicino Vietnam con la sua doi moi o riforme di rinnovamento, in cui un regime simile da partito unico lentamente liberalizzava parti della sua economia. Ma parallelismi a parte, l’economia molto più grossa del Vietnam, benché ultimamente inguaiata da una crescita bassa, dalla corruzione, dagli scandali e dall’inflazione, è molto più diversificata di quella laotiana che resta uno dei paesi più poveri al mondo con un PIL procapite del potere di acquisto di solo 2700 US $ annui, che gli danno il 177° posto nella classifica mondiale, contro quello vietnamita da 3400 US$ annui.

A sua volta il Laos cerca di costruire un’economia più sofisticata per poter crescere allo status di entrate medie basse e fornire lavori oltre a quelli agricoli che attualmente rappresentano il 75% della forza lavoro impiegata. L’energia idroelettrica venduta alla vicina Thailandia gioca un grande ruolo in questi piani.
Comunque i tre governi a valle lungo il fiume Mekong, Vietnam, Cambogia e sette province thailandesi, si sono opposti in particolare alla costruzione della Diga di Xayaburi, che si trova a fondo in territorio laotiano sul corso del basso Mekong. Le loro paure sono che il Mekong che sostiene la più grande industria della pesca di acque dolci a mondo, sia sempre più in pericolo non solo per la diga a Xayaburi ma anche da altre dieci strutture pianificate per il Mekong che nascendo in Cina si snoda lungo la Birmania, Laos, Thailandia Cambogia e Vietnam.

Chi vi si oppone alla diga teme che le dighe distruggendo l’industria della pesca metterà in pericolo le vite di chi vive dopo il Laos. I depositi siltii del fiume arricchiscono il suolo di nutrienti per i raccolti di riso di un bacino idrografico che sostiene la vita di 60 milioni di persone. Sarebbero da 23 a 100 specie di pesce che potrebbero essere danneggiati fino all’estinzione da questi progetti di diga. Ma la ditta Thailandese Karnchang che ha contratto la costruzione della diga di Xayaburi è decisa ad andare avanti nonostante le opposizioni.

Il Laos dal canto suo sente il bisogno di queste entrate dalla vendita di elettricità per sviluppare le infrastrutture e una forza lavoro istruita per superare il modello a bassa intensità di lavoro basato sull’estrazione delle risorse per attirare investimenti in aree non legate alle risorse naturali. Attualmente esporta la stragrande maggioranza dell’energia prodotta dalle dighe di Saravan, Bolikhamxay e Attapeu in Thailandia.

I primi settori saranno presumibilmente quelli della confezione sebbene questo ponga il paese in competizione con l’economia appena aperta e un mercato del lavoro più economico della Birmania. Il governo del partito unico sta ponendo delle basi per lo meno, e la Banca Mondiale dice che il Laos ha introdotto molte leggi che sono importanti per gli investitori in linea con gli standard internazionali.

Un altro settore dell’economia laotiana che ha un grande potenziale economico è l’agricoltura, secondo Richard Record che dice: “Il Laos ha un potenziale significativo per integrarsi nella rete della produzione regionale nel campo dell’agroalimentare con una forte crescita che si percepisce nei prodotti ad alto valore aggiunto come caffè, frutta e verdura fresca e trattata, zucchero, riso e spezie.” Il Caffè rappresenta la quinta esportazione del paese e la sua qualità arabica è tenuta in alta considerazione dai confezionatori, cosa molto importante nel mercato competitivo globale del caffè. Il PM Group, una impresa di consultazione irlandese ha sviluppato un nuovo partale “Laos Trade Portal” in accordo col governo laotiano e la Banca Mondiale. “E’ appena l’inizio, ma ogni singolo regolamento è su un sito web, un negozio a singola fermata per chi cerca di fare affari in quest’area.” dice Trevor O’Regan, manager della PM Group.
L’entrata nel WTO era stata approvata poco prima del Summit dei Capi asiatici ed europei che si è tenuto il 5 e 6 novembre, sebbene è ancora troppo presto per dire se si vedranno investitori giungere nel paese in un numero significativo.

Secondo la Conferenza dell’ONU sullo scambio ed il commercio, lo scorso anno il Laos ha attratto 450 milioni di US $ in investimenti esteri diretti, metà di quanto giunto in Cambogia e una frazione dei 7,4 miliardi giunti in Vietnam. Cionondimeno, l’appartenenza al WTO potrebbe cacciar via della nebbia dalle menti di compagnie che cercano di fare affari nel paese.

Anthony Nelson del Consiglio degli Affari US ASEAN, una organizzazione di promozione che di recente ha portato una delegazione della Coca Cola, Chevronn, Exxon Mobile, GE e Johnson&Johnson in Laos, suggerisce che “l’appartenenza al WTO è un passo importante nello sforzo del paese di divenire un paese più amico degli investitori che hanno bisogno di sentire la praticabilità, linee guida di scambio e un meccanismo per le diatribe, tutto sostenuto dall’appartenenza al WTO”.

Un’altra area potenziale di crescita, anche il più ovvio, è il turismo. Il Laos con i suoi templi spettacolari, i percorsi di camminate, le montagne, la giungla ed il fiume Mekong si offre come una alternativa più economica della Thailandia, Vietnam e persino Birmania, dove cinque decenni di governo militare hanno lasciato il paese impossibilitato ad ospitare grandi numeri di turisti a causa della mancanza di stanze e prezzi da rapina.
Nel 2010 il Laos, secondo le cifre del World Turism Organizzation, ha attirato 1,6 milioni di turisti e per imprese piccole in settori come la riparazione di strade e l’arredamento il turismo resta una fonte importante di affari.

sito UNESCO di Luang Prabang

Bounlat Latvanh se ne sta nel suo negozio di ferramenta appena fuori di Luang Prabang, la vecchia capitale laotiana e principale attrazione turistica e dice che almeno metà dei suoi affari è in qualche modo il risultato della presenza turistica. “Se aggiusto la strada è perché il governo vuole migliorare l’accesso ad un luogo per i turisti. Se ottengo del lavoro per una fornitura è spesso perché un hotel ne ha bisogno.”

Girare per il paese non è facile, comunque, a causa dello stato misero della maggior parte delle strade che lasciano ai viaggiatori una scelta poco appetitosa tra i viaggi in autobus lenti ma dalla vista bellissima per le montagne, oppure gli esagerati prezzi dei voli nazionali. Bounlat, che è membro della Associazione dei giovani imprenditori del Laos, dice che la più importante questione che si trova di fronte il paese nel breve periodo sono le infrastrutture. “Di certo abbiamo bisogno di sviluppare i trasporti, le strade che sono importantissime per me che voglio accrescere i miei affari.”
Su questo forse i locali e le persone che guardano al paese dall’esterno sono d’accordo. Per gli investitori che guardano al fare i soldi in Laos, lavorare sulle infrastrutture potrebbe essere una delle prime maniere per un investimento non legato alle risorse da far entrare nel paese.

Anthony Nelson dice: “Tante compagnie americane guardano ai progetti infrastrutturali per tutto l’ASEAN, ed il Laos è il primo obiettivo per quel genere di lavori.”

Simon Roughneen    asiasentinel.com

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