Ci sono varie parole thailandesi spregiative per i lavoratori maschi dei servizi, che fanno questo lavoro a più livelli: dai lavoratori del sesso, ai ragazzi in affitto, ai prostituti, o peggio ancora ai battoni
Quando il sole si ritira dalla affollata Silom Road, ognuno cerca la propria destinazione. Gli impiegati degli uffici tornano a casa per la notte; i turisti si dirigono ai propri hotel, ai ristoranti, ai bar; gli ambulanti vanno sulla Patpong; ed infine i lavoratori del sesso si dirigono ai loro posti di lavoro dispersi attorno alla Silom.
Ogni lavoratore ha trovato una strada differente nel commercio. La maggioranza di loro prende solo clientela maschile, mentre alcuni predono anche clientela femminile ed alcuni possono essere a vari livelli. Alcuni offrono servizi particolari con la mano o la bocca. Qualcuno ha famiglia, una moglie e un bambino, ma diventano lavoratori dei servizi per necessità economica.
Ci sono varie parole thailandesi spregiative per gli uomini che fanno questo lavoro a molti livelli che vanno dai lavoratori sessuali, ai ragazzi in affitto, prostituto, alla parola peggiore battone.
E’ importante la mancanza di riconoscimento dello status LGBTQ che si ritrova nelle storie dei lavoratori del sesso.
Chiamateci per favore “lavoratori maschi dei servizi”
Surong Janyam, direttore dei Lavoratori maschi dei Servizi in Gruppo”, SWING, fondazione che lavora a promuovere la coscienza della salute e dei diritti, ha rivelato che la maggior parte di loro chiede di essere chiamato Lavoratori maschi dei servizi perché la definizione di lavoratore del sesso è troppo superficiale.
La visione più comune è che questo lavoro sia facile. Tutto quello che devi fare è fare del sesso col tuo cliente. La gente dimentica altri aspetti di questo lavoro di servizio, come servire da mangiare e bere, il massaggio, la conversazione, o come piacere al cliente.
Chamrong Phangnongyang, un ex lavoratore maschio di servizio e vicedirettore di SWING, ha spiegato che la fondazione lavora con tre gruppi di lavoratori maschi dei servizi.
Il primo gruppo è costituito da saloni di massaggio che offrono massaggi all’olio o ad agopressione e persino gli ordinari saloni di massaggio. Se sono anche lavoratori del sesso dipende dal posto dove lavorano.
Il secondo gruppo è costituito da Lavoratori maschi dei servizi nei bar o altri punti di intrattenimento come pub, bar a go-go o karaoke.
Il terzo gruppo sono i lavoratori maschi dei servizi indipendenti che si trovano in aree come Pattaya e Bangkok centro, compreso coloro che fanno lo stesso lavoro attraverso i social media.
Chamrong dice che la maggioranza è diventata lavoratore di servizio per ragioni finanziarie. Alcuni iniziarono come camerieri, o massaggiatori, prima che capirono di poter guadagnare di più attraverso la prostituzione, il ballo nei go-go ed usare il corpo per soddisfare n qualche modo i bisogni sessuali dei clienti.
Per alcuni di loro che sono attratti verso i maschi o che sono transgender o gay effeminati, diventare ballerini, o stripper o lavoratori di servizio li può far sentire più adatti al loro temperamento rispetto ad un lavoro pesante o ad altri tipi di lavoro.
Eppure ci sono alcuni lavoratori di servizio che non sono gay. Alcuni hanno famiglia con bambini e scelgono la professione per necessità economica. Ci sono anche gente dei paesi vicini, Myanmar, Laos, Cambogia e Vietnam.
Sebbene la maggioranza abbia accettato questa professione volontariamente, non si può dire che il settore sia libero dalla schiavitù. Di volta in volta appaiono notizie sui giornali di casi di schiavitù da parte di bande criminali, per non parlare dell’oppressione e la violenza dai rappresentanti dello stato.
Angoscia e disprezzo
Tri, già lavoratore di servizio ed ora con SWING, dice che ci sono stati casi di assalto da parte di clienti stranieri di lavoratori di servizio, ma quando provano a denunciare la polizia non è interessata nella ragione della violenza, ma si interessano a capire come ha incontrato lo straniero costringendoli ad ammettere la prostituzione e a denunciarli.
In aggiunta ci sono stati casi di lavoratori di servizio multati che si sono visti i propri telefonini confiscati perché non potevano pagare la multa. Quando si ripresentavano per pagare alla stazione di polizia erano poi allontanati.
“Uno come me che estorce un telefono da una puttana che si vende il culo come te?” racconta Tri con amarezza e rancore quello che un suo amico si è sentito gridare da un poliziotto.
Tri sostiene che la violenza contro i lavoratori di servizio maschi è ancora tenuta nascosta. Anche chi ha subito questa violenza di loro non si sente abbastanza forte da rivelare informazione sul loro abuso specie da parte di poliziotti. A causa del loro gender i poliziotti tendono meno ad essere violenti con le donne, lavoratrici di servizio, rispetto agli uomini.
La ragione è che una violenza su una donna potrebbe causare altri problemi sui poliziotti, mentre per i lavoratori maschi i poliziotti li vedono uomini come loro ed usano più facilmente la violenza fisica. In aggiunta la negazione della loro sessualità e le attitudini negative verso i lavoratori di servizio in Thailandia causa ai lavoratori meno prontezza a rivelare i casi di violenza.
SWING ha rivelato, in base ad una ricerca sul campo con i lavoratori di servizio tra il 2014 e il 2016, che ci sono due tipi di violenza che subiscono i lavoratori di servizio.
Il primo è l’abuso fisico subito dalla polizia di volontari di Pattaya contro le donne trans che si prostituiscono, di solito lungo la spiaggia dove sono attaccati da stranieri o dai loro clienti, per discussioni sul denaro da pagare per le prestazioni. Assalti anche da persone che conoscono o colleghi che disprezzano loro o la professione.
Il secondo è l’abuso emotivo come gli abusi verbali della polizia di volontari quando loro sono alla ricerca di clienti lungo la spiaggia per essere poi multati per prostituzione. Anche le liti con le persone intorno a loro, come amici, tassisti, ambulanti che mostrano il loro disprezzo.
I lavoratori di servizio spesso si trovano di fronte a varie forme di abuso e violenza da parte della polizia come l’arresto senza reato, essere presi ed accusati di causare problemi con i turisti, di aver rubato o di aver venduto droga. E’ una situazione differente dalle lavoratrici di servizio che sono spesso accusate di vagabondaggio o prostituzione, e pagano multe per evitare il reato, a seconda del poliziotto.
I lavoratori di servizio che non appartengono ad una impresa di solito pagano regolarmente 1000 baht, 20 euro, al poliziotto, talvolta due volte al giorno, finanche 10 mila baht al mese, 200 euro.
La multa si basa sulla legge del 1996 che nell’articolo cinque recita:
“Chiunque a scopo di prostituzione, richiede, induce, si presenta, segue o importuna una persona per strada, in un posto pubblico o in altro posto all’aperto e in modo svergognato o causa problemi alla gente, pagherà una multa non superiore ad un migliaio di baht.
Questo articolo permette una vasta interpretazione da parte dei poliziotti e facilita la persecuzioni dei lavoratori di servizio anche se in realtà possono anche non aver fatto nulla del genere.
Mentre l’articolo cinque della legge del 1960 della soppressione della prostituzione aveva articoli sul vagabondaggio o l’attesa per strada al fine della prostituzione con multe e carcere fino a tre mesi, non ci sono tali articoli nella legge del 1996.
Quindi l’interpretazione di un poliziotto di modo svergognato o causa problemi alla gente diventa un’accusa che può essere interpretata e citata per accusare e multare i lavoratori di servizio.
La maggior parte delle volte i gestori degli esercizi dove si offrono servigi sessuali pagano mazzette ai poliziotti perché il loro esercizio possa continuare indisturbato. Ma in certi periodi, nonostante le mazzette, può essere chiesto loro qualcosa in più.
Talvolta quando i poliziotti cambiano zona, i nuovi devono mostrare di essere integri e farsi una buona reputazione nonostante abbiano già avuto la loro mazzetta.
La destinazione dei lavoratori di servizio maschi
E’ l’inizio della serata ed il luccichio delle luci rosso porpora sulla Silom annunciano che inizia un altro mondo.
I camerieri puliscono i tavoli ed invitano gli avventori. Uomini in gilè bianco e pantaloncini dai colori sgargianti siedono di fronte ai saloni di massaggio. Richiamano l’attenzione dei possibili clienti sin dal pomeriggio. I loro sogni si tengono vivi con la lotteria nella speranza di vincere un premio grosso e finire di pagare il debito di famiglia e la terra, o per iniziare un esercizio in proprio.
Bo, un lavoratore di servizio Lao, nordest thailandese, un uomo senza casa che vive e lavora presso SWING dice che tutti entrano in questo lavoro per la necessità economica. La paga è molto alta se la si paragona agli altri lavori che richiedono la stessa qualifica.
Fare il lavoratore di servizio non richiede un’istruzione elevata, solo la fiducia nel proprio aspetto. Alcuni hanno iniziato come cameriere o altri lavoro negli esercizi dell’industria dell’intrattenimento notturno.
“Siamo transgender e non abbiamo istruzione. Cosa altro possiamo fare se non lavorare come camerieri ed essere pagati 300 baht. Non abbiamo altra scelta. Tutti vogliono soldi. Faremo qualunque cosa ci possa dare più soldi” dice Bo.
Ogni sera Bo ed i suoi amici che lavorano a SWING caricano le borse di preservativi, lubrificanti, latte e snack, e brochure che promuovono controlli sanitari gratuiti presso la clinica della Fondazione per distribuirli ai lavoratori di servizio nei vari luoghi.
Nel profondo delle strade dove go-go bar e massaggi offrono anche sesso come opzione in più, i lavoratori della fondazione avvicinano i lavoratori di servizio come incontrerebbero un amico. Si scambiano notizie, parlano dei clienti, piangono delle loro famiglie o parlano dell’ultima serie di telenovelle.
Alcuni lavoratori di servizio, specie chi lavora nei massaggi, spesso usato il tempo libero prima che inizi il pieno della notte per chiamare le mogli e i bambini che vivono nelle loro città. Poi giunge la voce del padrone dell’esercizio che chiama il loro numero facendo loro sapere di chiudere la videochiamata e andare a lavorare.
Di fronte ad un bar a go-go il gestore del bar che è conosciuto come mae-lao o mamasan prega davanti alla casetta degli spiriti del bar e chiede la benedizione per gli affari della sera.
Mae Daeng è un uomo sulla cinquantina ed accende un bastoncino di incenso su un piccolo vassoio con del riso che pone ad un angolo della porta di ingresso mentre recita la preghiera. Poi versa un bicchierino di liquore e lo getta di fronte all’esercizio credendolo un portafortuna per la serata.
Mae Daeng
Mae Daeng dice che i lavoratori di servizio lo chiamano mamasan, “Khun Mae”, madre. La maggioranza delle “madri” sono stati essi stessi lavoratori di servizio, ma con l’età, l’esperienza e a fiducia del padrone sono promossi a Mamasan ed agiscono da manager del bar. Si prendono cura dell’esercizio e dei lavoratori che lavorano per lui.
Diversamente dai saloni di massaggio la maggior parte di questi esercizi che danno servigi sessuali con i lavoratori di servizio non hanno stanze private ed il cliente deve portare il lavoratore di servizio ad un hotel vicino. E’ dovere della mamasan assicurarsi di seguirlo ed aver cura di lui. Se scompare per un periodo di tempo più del previsto, si assicura sul momento della sicurezza del lavoratore di servizio attraverso una rete presente nell’area.
Non lontano dalla Silom Road, lungo la stazione della soprelevata a Phaya Thai, sta scomparendo una zona di bar di karaoke che nasconde la prostituzione LGBT. Un padrone sospira raccontando una storia con voce scocciata che i clienti regolari erano trans anziani. Il mercato dei clienti cambia con gli accordi di internet ed il sistema di sedersi a bere qualcosa in un bar karaoke non è più popolare.
“Presto il locale chiuderà ma la polizia continua a chiederci soldi anche quando non abbiamo clienti. Preferirei tornare nella provincia a lavorare”.
A qualche angolo più in là, un altro era solito dare prostitute per LGBT ma è stato rinnovato in ristorante di prodotti del nordest thailandese. Un mortaio, una cucina a gas ed una padella sono messi di fronte al negozio e manda un profumo che attrae i passanti che cercano qualcosa da mangiare nella prima serata.
Mentre cambiano i comportamenti dei clienti e ci sono altri lavori che possono fare, mamasan, gestori e lavoratori di servizio cambiano e scompaiono dall’area. Alla fine nessuno vuole usare il proprio corpo per sopravvivere fino alla morte. Molti sognano di tornare nel luogo da dove provengono e lavorare come contadini o aprirsi qualcosa in proprio.
Eppure qualcuno di loro non va poi troppo lontano, restando nel mondo del lavoro di servizio finché non invecchiano. Alcuni gestiscono bar, altri tipi di negozi e altri diventano mamasan.
Varuth Pongsapipatt Autore di testo e foto, Prachatai.com