Le cinquanta sfumature della censura

Quindi la scorsa settimana cosa è passato per le mani della censura? Cosa nel campo dell’arte e degli studi accademici è sfuggito alla cortina di ferro delle nostre sante autorità di questa-non-è-una-dittaura?
Mentre le truppe si presentavano al teatro di Thong Lor ed agenti vestiti di nero provavano ad strappare dalle mani materiale sensibile durante una parata universitaria, cosa è sfuggito agli occhi che vedono tutto del regime da controllo della mente? Poco davvero.

cinquanta sfumature di censura
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Per i novizi: cinquanta sfumature di grigio, una commedia erotica borghese un po’ spinta che riesce a diventare una commedia senza pretese e da sincero sbadiglio globale.

Labbra morsicate, cosce muscolose, sederi fustigati, sospiri repressi, la fantasia sadomaso del romanzo pubblicizzato e noioso si snocciola come allegoria di un paese senza speranze che permette all’intero film di essere proiettato senza tagli. Qui i censori gli hanno dato una classificazione di vietato ai minori di anni venti con tessera di identità obbligatoria. In GB è vietato ai minori di anni 18. In Australia ai 15. A Singapore ai minori di anni 21. In Francia Le Cinquanta sfumature di Grigio ottiene una classificazione alla francese da superiore agli anni 12. In Malesia e Kenya è stata vietata. (ringraziamo la buona sorte).

Si è aperto il pugno di ferro? Niente affatto. Che le cinquanta sfumature siano passate intatte e senza vasellina non è uno sviluppo positivo nel dipartimento del libero pensiero. La bontà verso un grande film hollywoodiano non è insolita, perché i capezzoli americani non sono brutti come quelli locali.

Stranieri che si mostrano nudi vanno bene per i nostri censori maschi, ma le colonne della virtù tremano quando seni nazionali vanno sul grande schermo.
Un film thailandese con la stessa presenza di nudi non credo la farebbe franca alle forbici virtuose specie nella sbronza morale attuale.

Osservate: con cinquanta sfumature nessuno che abbia meno di 20 anni sarà ammesso, ma se hai meno di 20 anni e sposato, che vuol dire che nessun organo umano ti può ancora infastidire, devi provarlo mostrando il tuo certificato di matrimonio all’entrata. Mi stai prendendo per i fondelli? Di certo no.

Nella storia della censura, anarchici, agitatori e pornografi erano visti come ugualmente immorali. Comunisti, femministe e scrittori modernisti erano perseguitati con la stessa passione.

Non essere conformisti era un crimine federale. Ma quello accadeva agli inizi del secolo scorso, era il tempo passato. In Thailandia comunque le lancette dell’orologio si muovono più lente, sbandano e si fermano, e c’è familiarità con le autorità, persino prima dell’arrivo della giunta, che perseguivano ogni “contenuto inappropriato” attraverso l’ordine e l’astuzia.

Ecco la ragione per cui la Thailandia non ha film politici o indagini su figure storiche, persino quando questi soggetti sono tipici di ogni paese. In uno strano mal di testa da dopo guerra fredda, i film sono sono oggetto di scelta: se scrivi o dipingi la legge non ti chiede di mostrare il bozzetto o il manoscritto ai censori. Se fai un film, si applica l’approccio prima del film, e hai bisogno di un permesso prima di poter legalmente mostrare un film.

Nella costituzione del 2007, mi spiace ma è qualcosa che non funziona più, la libertà di espressione era garantita ai giornali, televisioni, letteratura ma non al cinema.

Accadeva, come ho detto, prima dell’arrivo dei militari. Ora i tentacoli del controllo sono ancora più sinistri quando la moralità ed i militari si danno la mano in una danza dominatrice, ed il cinema non è più il solo obiettivo. Un rapporto diffuso precedente che parlava del teatro di un pezzo teatrale al teatro di Thong Lor in cui l’artista Ornanong Thaisriwong si attardava sulle violazioni dei diritti umani nel suo pezzo Bang-la-merd.

Dopo la serata di apertura, un soldato si presenta. Ornanong ricorda che una voce gli chiedeva “Hai chiesto il nostro permesso?”. Bene lo doveva fare? Il giorno seguente e tutti gli altri che seguirono fino alla fine delle rappresentazioni, i soldati si presentavano e si sedevano tra il pubblico, mentre l’artista, imperterrito, continuava a fare quello che doveva. L’opera è sfuggita al pugno chiuso ma il messaggio è chiaro.

Ora gli artisti (agitatori? Anarchici? Praticanti?) devono chiedere il permesso da qualcuno che presumibilmente sa qualcosa di arte, anche se non è scritto da nessuna parte nella legge. Non si deve tirare il grilletto quando tutti sanno nella stanza chi ha la pistola.

cinquanta sfumature di censura

Anche allora le cose sono destinate a sfuggirti dalle dita e e la grande fuga ebbe luogo lo scorso sabato presso lo stadio nazionale quando alcuni studenti della Thammasat fecero passare alcuni messaggi contro il golpe in una parata precedente all’incontro di calcio sfuggendo all’ispezione di agenti in borghese. Le autorità non l’hanno presa bene sebbene abbiano imparato a lasciar correre e ad essere bravi a non convocarli.

Ci sono cinquanta sfumature di censura ma ci sono milioni di sfumature, circa 65 milioni, di pensieri individuali, credenze, sogni e ideali. Gli occhi che vedono tutto continueranno a guardare ma solo nella fantasia masochista più selvaggia qualcuno crederà che loro hanno il controllo totale ed incontestabile.

Kong Rithdee, BAngkokPost

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