Si raddoppiano le infezioni confermate da COVID-19 in Malesia da quando sono entrate in vigore le restrizioni a livello nazionale sui movimenti il 18 marzo imposte da Muhyiddin Yassin che hanno chiuso imprese non essenziali e che portano i militari a pattugliare le strade.
Il premier Muhyiddin Yassin ha già detto che il suo decreto sarà esteso di due settimane fino al 14 aprile dall’iniziale 31 marzo.
I viaggi interni ed internazionali sono vietati e la gente può solo andare a comprare beni essenziali che ha portato ad un fermo dell’economia. La polizia ha arrestato finora un centinaio di persone.
Il premier malese in TV ha detto che “ci si attende che le infezioni continuino per un po’ prima che comincino a decrescere i nuovi casi”, ed il paese ha confermato 1796 casi di malattie che rappresenta il più alto numero di casi nella regione, mentre le morti restano a 19, secondo posto dopo 58 morti in Indonesia.
Le infezioni sono cresciute nella regione densamente popolata sebbene sia difficile stabilire quanto sia estesa la trasmissione nelle comunità per tassi poco consistenti di analisi in ogni stato.
La Malesia mira a raddoppiare le analisi giornaliere dalle attuali 7000 alle 16500 per aprile.
“Ci prepariamo allo scenario peggiore ma si spera in una prospettiva migliore” ha detto il direttore della sanità malese Noor Hisham Abdullah mirando ad emulare quanto fatto in Corea del Sud di controllare individui sintomatici ed asintomatici.
Le autorità hanno finalmente detto che l’aderenza al decreto di Muhyiddin è circa del 90% e sperano di poter arrivare ad un appiattimento della curva proprio attraverso le restrizioni di movimento. Ma a livello internazionale ci sono reazioni incerte.
“La Malesia in genere rispetto a tanti altri posti va meglio” dice l’analista Bridget Welsh. “Vediamo interventi e trasparenza nei numeri della sanità, ed abbiamo visto tentare di provare ad affrontare questa crisi da vari punti di vista. Non significa che non ci siano percezioni che si potrebbe fare meglio e che il governo stia facendo il suo meglio. Ci sono inversioni di ordini costanti, problemi di comunicazione e di sfiducia. Alcuni di questi fattori sarebbero stati importanti per ogni governo, compreso il precedente”.
Il giovane governo di Muyiddin ha qualche colpa in più secondo la Welsh:
“Scelsero di dare l’attacco al potere quando il paese si trovava nel mezzo della pandemia” riferendosi al terremoto politico che ha visto il rovesciamento del governo eletto considerato da molti un golpe parlamentare.
Alla mancanza di fiducia pubblica conseguente si aggiungono la confusione e le dichiarazioni contraddittorie come quando il premier invitò i lavoratori emigrati, dei quali 1,76 milioni di lavoratori stranieri legali ed il doppio di clandestini, a farsi avanti per essere sottoposti al test al COVID19.
Gli immigranti clandestini tra cui i rifugiati Rohingya, sono tra coloro che parteciparono all’evento religioso di febbraio che è il cluster maggiore delle malattie nel paese.
3800 di questi devono ancora farsi avanti per le analisi e si teme che possano approfondire la diffusione del virus nel paese. Il premier ha detto che gli immigrati devono pagare per essere analizzati e trattati negli ospedali pubblici.
Ad una conferenza stampa successiva però il direttore della sanità Noor Hisham disse che gli immigrati non avrebbero pagato nulla negli ospedali del governo mantenendo così la politica di esenzione emanata dal governo precedente.
Il ministero della sanità prende anche le distanze dal nuovo ministro della sanità, Adham Baba, che fu preso in giro per un infortunio in cui affermò in una trasmissione TV che bastava un bicchiere di acqua calda ad eliminare il COVID-19.
A mostrare quanto siano forti le politiche di parte anche nell’emergenza, vari parlamentari allineati con la vecchia coalizione hanno detto che i soldi allocati nelle loro circoscrizioni sono stati cancellati, tra i quali quelli dell’ex premier Mahathir Mohammad.
“E’ la pratica storica del UMNO” dice Welsh che cita il partito che perse le elezioni ma che è tornato al potere nella coalizione di Muyiddin, PN. “E’ una cosa endemica in tante delle persone che ora sono al governo”
Gli amministratori di cinque stati amministrati dalla coalizione PH, ora all’opposizione, hanno detto di non essere stati convocati all’incontro di coordinamento di risposta nazionale al virus all’inizio del mese, cosa che il segretario del governo ha detto essere stata una incomprensione.
“Colpiscono lo sforzo di cui hanno bisogno per affrontare la crisi perché molti degli stati dove governa l’opposizione sono luoghi dove è altissima la presenza dello stato. Le vecchie pratiche e le mentalità ristrette ostacolano il modo di concettualizzare le soluzioni di questa crisi”.
Per aiutare chi è colpito da questo decreto di Muhyiddin, hanno optato di permettere a tutti i malesi di ritirare un massimo di 114 dollari al mese dal loro fondo di pensione EPF che di solito può essere usato per emergenze sanitarie gravi o pagamenti di mutui della casa.
“Una delle sfide particolari che trova Muhyiddin è che venne al potere per un governo Malay ed ironicamente è proprio la sua comunità che si trova ad affrontare i colpi di questo decreto, perché moltissimi malay si trovano in lavori molto vulnerabili con paghe giornaliere in molti settori che il decreto di Muhyiddin ha chiuso” dice Bridget Welsh.
Questi segmenti della società malese non hanno grossi risparmi nel EPF perché lavorano in un settore informale.
“Ed il fatto vero è che queste somme sono prese dalla pensione futura. Ironicamente si permette loro di prendere il proprio denaro che non è necessariamente di aiuto. Mistra che la Malesia ha un problema reale di entrate molto limitate”
Il premier ha messo 136 milioni di dollari per rafforzare il bilancio della sanità per assumere personale medico e comprare ventilatori, equipaggiamento della Terapia Intensiva e equipaggiamento per il personale e quello che serve ai laboratori di analisi del COVID-19. I medici in prima linea hanno problemi di apparato protettivo.
“Questa mancanza di equipaggiamento sembra essere molto diffuso anche nei grandi ospedali” dice Amar-Singh HSS, pediatra e già capo della Pediatria del Hospital Raja Permaisuri Bainun ad Ipoh. “Non si è avuta la distribuzione da qualche parte nella linea”
I video sui media sociali descrivono il personale medico malese usare le buste di plastica anche dei rifiuti per fare delle protezioni improvvisate. Il ministero ha riconosciuto il problema promettendo 33 milioni di equipaggiamenti personali entro la settimana.
“Si spera che si raggiunga qualche parte di curva e poi si scenda, ma non esiste una prova di questo ancora” ha detto Amar Singh. Sebbene la Malesia avesse casi confermati molto prima dell’Italia, dove i morti sono i più alti in assoluto, “non sembra che siamo ancora entrati nell’epidemia esplosiva che stiamo avendo”.
“E’ qualcosa di cui dare credito al Ministero della Sanità” dice Amar. “Ma non sappiamo ancora l’impatto del movimento di massa di persone con il virus”.
Il medico si riferisce ai malesi che sono tornati in massa alle loro province all’entrata in vigore del decreto di Muhyiddin nonostante le chiare direttive contrarie. “Quello mi fa pensare. Potremo vederne l’impatto forse tra 2 o 4 settimane più in là”
Nile Bowie, Atimes.com